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Collana SCHOLA

Dalla collaborazione tra EIP Italia e la casa editrice Ulrico Hoepli, una nuova iniziativa editoriale


La collana SCHOLA – educazione, formazione, innovazione, nata dalla collaborazione tra Hoepli e l’Ufficio Studi EIP Italia Scuola strumento di pace, (Ente accreditato per la formazione del personale della scuola ex Direttiva 170/2016), si ispira alla massima di Comenius (SCHOLA Sapienter Cogitare – Honeste Operari – Loqui Argute), con riferimento ad un modello di istruzione, da lui intesa come educazione, in cui la dimensione della competenza si realizza come sintesi di pensiero, azione e relazione.

I volumi della Collana, pensati come agili manuali di consultazione, formazione e approfondimento, sono destinati in primo luogo a docenti e dirigenti scolastici e intendono proporre contributi al dibattito culturale e pedagogico-didattico attuale, rivolgendosi quindi a tutti coloro che ruotano intorno al mondo scolastico.

I temi affrontati nelle varie pubblicazioni fanno riferimento ad ampio raggio alle tematiche fondanti l’attività scolastica (educazione), con uno sguardo privilegiato alla crescita professionale, individuale e collegiale, dei suoi attori (formazione). La collana accompagna i processi di miglioramento continuo sul piano organizzativo, didattico, procedurale e personale (innovazione), con una prospettiva caratterizzata in senso umanistico, volta al merito delle questioni e al servizio delle persone che vivono quotidianamente nella scuola (docenti, dirigenti, studenti, famiglie, amministratori, funzionari, ecc….).


Francesco Rovida
Inclusione e corresponsabilità educativa.
Percorsi di formazione operativi
tra nodi complessi e valori condivisi

Lo spirito che anima la normativa attuale per l’inclusione affida alla comunità scolastica l’impegno di rispondere ai diversi bisogni educativi e di definire la propria identità culturale, educativa, progettuale e curricolare, in osmosi con il territorio di appartenenza, con l’obiettivo di promuovere l’istruzione di qualità disegnata dall’Agenda 2030.
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Ottavio Fattorini
Dirigenza umanistica.
Ragione e sentimento per la governance strategica delle istituzioni scolastiche

Il volume, coordinato da Ottavio Fattorini, ideatore del costrutto e animatore del think tank “Dirigenti insieme, per una dirigenza umanistica”, si rivolge a tutti gli operatori della comunità educante scolastica. Presenta il modello della dirigenza umanistica, a partire dall’analisi dei cinque principi del suo Manifesto,
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Bonaventura di Bello
Intelligenza Artificiale per la scuola.
Un approccio umanistico
all’uso didattico dell’IA generativa

Il testo propone una visione concreta e positiva del presente e del futuro dell’IA nell’istruzione, dove la tecnologia assiste gli insegnanti anziché sostituirli, e costituisce una guida pratica per l’utilizzo corretto e ponderato degli strumenti di IA come ausilio alla didattica, alla valutazione e all’apprendimento adattativo.
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Tra ragione e sentimento la via per una governance strategica

dal sito http://www.tuttoscuola.com


Nell’ambito del Master di II livello “Governance strategica delle Istituzioni scolastiche”, si è svolto lo scorso 15 aprile, presso l’aula “Teatro” della Lumsa l’interessante convegno di studio annuale dal titolo: “Ragione e Sentimento per una governance umanistica” promosso da Dirigenti Insieme, EIP con il contributo della Lumsa e di Tuttoscuola. Mai titolo è stato più efficace per definire le prospettive future della governance delle istituzioni scolastiche (http://masterschool.lumsa.it/master_secondo_livello_governance_strategica_istituzioni_scolastiche).

Ad aprire la giornata di studio il Magnifico Rettore della Lumsa, Francesco Bonini che ha più volte sottolineato la stretta collaborazione dei diversi enti, una collaborazione ormai” rodata e fruttuosa e che- auspica– possa essere foriera di ulteriori sviluppi e collaborazioni”.

Patrizia Bertini Malgarini, Direttore del Dipartimento di Scienze Umane della Lumsa nel suo breve saluto si è soffermata sull’originalità del titolo mutuato dalla celebre opera di Jane Austen. Nel romanzo, sottolinea, “Vi è una dicotomia, ma questo convegno ci offre l’occasione per superarla. ragione vuol dire giustizia ,nel Medio Evo il Palazzo della ragione era il luogo dove si amministrava la giustizia, ma ha anche il significato di contare, calcolare. Per una scuola che sappia cogliere la sfida è importante mettere insieme il calcolo col senso”.

Da remoto sono giunti anche i saluti del Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, per la quale affrontare in questa sede, il tema di quale ruolo possa rivestire la centratura umanistica sulla persona e le relazioni per la formazione del futuro DS, appare fondamentale e valorizza diversità ed inclusione. La sfida a scuola sarà quella di integrare il profilo tecnologico e dell’innovazione con quello culturale ed umano”.

A prendere la parola è stato poi Davide D’Amico, Direttore Generale per i sistemi informativi e la statistica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, autore della piattaforma SOFIA e adesso del portale UNICA, per affrontare il tema della trasformazione digitale del MIM. Da tempo la sua Direzione ha attivato un sistema di ascolto delle diverse componenti del variegato mondo della scuola (DS, insegnanti, alunni, famiglie), per disegnare con tutti gli attori quei servizi che loro stessi richiedono al ministero, e che successivamente loro stessi dovranno utilizzare, Si tratta di avviare un sistema di semplificazione voluto dal ministro Valditara in linea con gli obiettivi del PNRR, e cioè integrare in un ‘unica piattaforma tutti i servizi on line. Ogni circolare è accompagnata da un webinar esplicativo. Inoltre, standardizzare i moduli importanti ed essenziali nella scuola, ed inserirli nella piattaforma unica. È in atto un vero cambiamento, una diversa prospettiva culturale. La stessa cosa dicasi per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, Secondo D’Amico l’IA non potrà risolvere tutti i problemi e deve essere utilizzata per specifici ambiti. Per esempio, si sta sperimentando l’utilizzo dell’IA per gestire la mole di contenzioso, oppure utilizzare gli strumenti per sostenere e supportare il personale nella classificazione delle carte e delle bozze di memoria per facilitare la sicurezza. Il direttore ha presentato un quadro tra teoria e prassi di quello che e’ in atto al MIM.

La Preside Anna Paola Tantucci, Presidente Nazionale EIP Italia e condirettore del Master, ha sottolineato la visione di una scuola come comunità educante e ribadito l’importanza della formazione per i docenti e i dirigenti evidenziando la necessità di strumenti agili per completare la formazione. Con questo fine e nata l’armonica collaborazione tra l’Ufficio Studi EIP e la casa editrice Hoepli, per realizzare una Collana di Manuali intitolata SCHOLA, con cui sono già stati pubblicati tre interessanti volumi, compreso l’ultimo a cura del Dirigente Ottavio Fattorini, sulla Dirigenza Umanistica.(http://www.hoepli.it/libro/dirigenza.umanistica/9788836015948.html).

La prof.Tantucci ha introdotto la sua riflessione riferendosi al rapporto dell’UNESCO e al “Contratto sociale sull’educazione”, che rilancia l’idea di un modello organico di formazione e educazione. Un dato è certo la dirigenza del futuro deve essere indirizzata ad una visione teleologica: affinità in termini non solo di impianto normativo ma di afflato etico, anche in riferimento alla recente Direttiva emanata dal Ministero della P.A,( 2023) dove si sottolinea l’importanza della valutazione dei dirigenti non solo come persone ma per il loro impegno nell’organizzazione volto all’interesse del bene pubblico.

Su questo tema con una visione illuminante è intervenuto Francesco Radicetti, Capo Ufficio Legislativo del Ministero per la P.A. Radicetti ha parlato di un cambio di passo per la pubblica amministrazione dopo il D.Lgs 150. Proporre degli obiettivi che non devono corrispondere alla mera prestazione lavorativa, ma dialettici, tempestivi, concreti, per una positiva ricaduta. Insomma, perseguire l’optimum della produttività attraverso un forte valore sociale. Fondamentale in questo contesto la valutazione intesa come valutazione tout court della persona, dove deve essere assolutamente bandita la competitività. Semmai, sottolinea Radicetti: “La parola d’ordine deve essere differenziare, che in questa nuova visione vuol dire esaltare le capacità di ciascuno, dove il valore degli obiettivi da perseguire dipende soprattutto dalla loro costruzione “.

Ottavio Fattorini, ideatore del costrutto della dirigenza umanistica, con estrema lucidità ha proposto i 5 principi fondamentali del Manifesto della dirigenza umanistica. Ideatore del progetto DADA e del think tank Dirigenti Insieme, ritiene la dirigenza umanistica un costrutto operazionalizzato: padroneggiare una professione e coniugare competenze tecniche e professionali con qualità etiche che possano puntare all’attenzione della persona. Perseguire il benessere di ciascun membro della comunità. Nel manuale dedicato alla Dirigenza umanistica il costrutto è presentato anche attraverso le voci di dirigenti che, nella realtà quotidiana, cercano di andare oltre la «banalità del male» di una impostazione giuridico-amministrativa, facendo leva sull’autonomia come chiave di volta per interpretare la professione con il valore aggiunto del proprio coefficiente energetico-emotivo.

La Senatrice Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università e Ricerca, ha ritenuto fondamentale il tema della centralità della persona, soprattutto in questo momento di profonde trasformazioni ed innovazioni. “C’è bisogno di una governance attenta e motivata”, ricorda una delle ultime proposte del Ministro Anna Maria Bernini circa la strutturazione di un Erasmus nazionale. Si tratta di un progetto volto ad innescare uno scambio reciproco all’interno della nostra stessa nazione.

Di grande interesse l’intervento di Giuseppe Cerrone Capo Ufficio Legislativo del MIM: “Siamo di fronte ad una fase evolutiva della figura del DS”, ha affermato tracciando un breve excursus della figura dirigenziale a partire dalla Legge Casati, passando poi per la riforma Gentile, e la nascita degli organi collegiali a partire dagli anni Settanta, sino ad arrivare all’affermazione dell’autonomia scolastica e alla nascita della nuova figura del Dirigente con il D. Lgs 165 del 2001. Il DS non può certo essere paragonato alle altre figure apicali della P.A., ha una sua particolare peculiarità, una figura singolare nel panorama delle dirigenze. Il DS, infatti, si differenzia dal Dirigente amministrativo puro e si avvicina di più a quella del dirigente pubblicistico, anche se a tutti appartengono principi ineludibili quali: economia, efficienza ed efficacia. Cerrone si è anche soffermato sul recente dimensionamento scolastico. Si tratta di una misura prevista dal PNRR, che nasce dalla constatazione della diminuzione della popolazione scolastica e che si prefigge un efficace utilizzo delle risorse pubbliche. La conseguenza più evidente vedrà l’assegnazione al DS di più plessi. Ma il Ministro Valditara ha proposto la valorizzazione della figura del Vicario, per il quale sarà previsto l’esonero dalle lezioni, così come una maggiore importanza da affidare alle figure dello staff del dirigente che costituiscono il middle management che dovrà essere incentivato.
Si cercherà di valorizzare la capacità di rete, e quindi sempre più il DS sarà assimilato ad un vertice politico amministrativo del territorio. Circa poi la valutazione del DS sono al vaglio del Ministero una serie di parametri opportuni per modificare l’attuale sistema di valutazione. La vera sfida non sarà costruire un’impalcatura di regole specifiche quanto lavorare sui soggetti chiamati a valutare.

L’intervento di Giuseppe Bronzini, Segretario Generale del Movimento Europeo, ha spostato il dibattito verso una dimensione europea, soffermandosi in particolar modo sul Progetto di riforma dei Trattati europei sull’istruzione, votato dal PE il 22.11.23 e trasmesso al Consiglio Europeo. Una modifica sulla quale val la pena di riflettere, soprattutto nella prospettiva di attribuire alla scuola una competenza concorrenziale, e non, come finora è stato, di un mero sostegno di coordinamento. Due gli aspetti più evidenti, secondo Bronzini, la formulazione della Carta dei Diritti Fondamentali col suo art.14 che riguarda l’istruzione, e l’adozione del pilastro sociale di 20 meta diritti, tra cui l’istruzione. Infine, una breve riflessione circa l’IA Act, di recente pubblicazione. L’IA Act si propone di indirizzare la tecnologia più avanzata, in ambito europeo, ma per Bronzini l’approccio più riflessivo e critico non può che provenire dalla scuola. Una scuola di supporto e d coordinamento che sappia essere all’altezza delle sfide future, insomma per intenderci una scuola più europea.

Anche Giovanni Vinciguerra, Direttore di Tuttoscuola, ha ritenuto fondamentale la figura del DS che incide profondamente sulla qualità del servizio proposto. Sicuramente il recente dimensionamento creerà per il futuro delle criticità al Dirigente nella gestione unitaria dell’istituzione scolastica. Per Vinciguerra bisogna salvaguardare quelle scuole, che pur se di piccola entità, sono luoghi di prossimità per la popolazione e rappresentano l’identità culturale di una comunità. Infine, un maggiore sviluppo del middle management consentirà di rendere più attraente la carriera dell’insegnante.

Le conclusioni finali della proficua giornata di studio sono state affidate a Gianluca Argentin, Professore associato di Sociologia generale dell’Università di Milano Bicocca. Il Professore Argentin ha pubblicato un libro dal titolo “La nostra scuola quotidiana – il cambiamento necessario” dove ha passato in rassegna i molteplici aspetti che connotano la complessità dell’istituzione scolastica. La scuola non può non stare al passo con i tempi, anche se spesso sono tante le critiche: la scuola non funziona, vi è poco riconoscimento sociale degli insegnanti, non rappresenta più un ascensore sociale. La scuola vive sempre tra costanti dilemmi; innovazione e tradizione, eguaglianza e differenza, selezione o integrazione degli alunni. Inoltre, assolve ad una pluralità di funzioni; educazione, istruzione, formazione. Indubbiamente i mutamenti sociali hanno reso sempre più difficile perseguire tutte queste funzioni e a ciò si aggiungono: una forte resistenza al cambiamento, risorse limitate (eccezion fatta per i finanziamenti del PNRR), bassi salari degli insegnanti. Infine una classe docente anziana, la più anziana d’Europa e un susseguirsi di riforme con scarsi risultati . Ogni volta che si presenta una riforma vi è sempre una polarizzazione ideologica. Su cosa agire allora? Puntare sulla formazione degli insegnanti, vero filtro e amplificatore delle riforme. Bisogna deburocratizzare il loro ruolo, meno carte e più didattica. Fare leva su quegli insegnanti, e ce ne sono parecchi, motivati, che svolgono il loro ruolo di middle management a costo zero. Per una scuola che persegua un vero cambiamento è necessaria una formazione continua e rigorosa, la previsione di una vera progressione di carriera e una maggiore attenzione al cambiamento reale che parte dalle scuole.

Agata Gueli

fonte: https://www.tuttoscuola.com/tra-ragione-e-sentimento-la-via-per-una-governance-strategica-guarda-la-registrazione-dellevento/

Salva la tua lingua locale: i risultati della sezione scuola

La Giuria EIP-UNPLI ha reso noti i risultati della nona edizione


La Giuria del Premio Nazionale “Salva la tua lingua locale” – Sezione Scuola indetto da UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) e Autonomie Locali per l’Italia, in collaborazione con E.I.P Italia Associazione Scuola Strumento di Pace, ha decretato i vincitori della nona edizione. La cerimonia di premiazione si svolgerà la mattina del 23 aprile 2024 a Roma presso il del Museo della Civiltà, in piazza G. Marconi 10. Seguiranno maggiori dettagli in merito agli orari e all’organizzazione dell’evento. Per maggiori informazioni scrivere a giornatadeldialetto@unpli.info.

LA GIURIA DEL PREMIO: Elio Pecora (Presidente); Anna Paola Tantucci (coordinatrice); Catia Fierli; Teresa Lombardo; Luigi Matteo; Anna Paudice; Francesco Rovida; Guido Tracanna ( E.I.P. Italia Ecole Instrument de Paix, Scuola Strumento di Pace); Maria Costanza Cipullo (Ministero dell’Istruzione – Direzione generale dello Studente). Segretario del Premio: Gabriele Desiderio.

POESIA INEDITA

1° PREMIO POESIA
ITE-IISS “G. Lombardo Radice” – Bojano (CB) – Molise
Fabiola Gianfrancesco IIIA per il componimento “Lu maestr d’ l’ cammna’” (dialetto molisano)
D.S.: Anna Paolella
Docente coordinatore: Italia Martuscello
2° PREMIO POESIA
IC Majano e Forgaria – Majano (UD) – Friuli Venezia Giulia
Classe IV Scuola primaria “E. De Amicis”, per il componimento “Il Nestri Paradis” (lingua friulana)
D.S.: Francesco Candido
Docente coordinatore: Antonella Molinaro
Pro Loco Forgaria nel Friuli (UD): Valter Querini
3° PREMIO POESIA
Istituto Istruzione Superiore “Via dei Papareschi” – Roma – Lazio
Beatrice Gadoni, Classe 5 CU, per il componimento poetico “So’ Na Persona” (dialetto romanesco)
D.S.: Paola Palmegiani
Docenti coordinatrici: Helene Angiolini, Barbara Perisse
MENZIONI D’ ONORE
IC MARCONI – Palagianello (TA) – Puglia
Miriana Maldarizzi, 2a primaria IC, per il componimento “Franchin: u’ senzatett semb’ cu’sorris” (dialetto pugliese)
D.S.: Giustina Mele
Docente coordinatore: Agnese Todisco
IIS “Via Gramsci” – Valmontone (RM) – Lazio
Ginevra Maria Tozzi, 4a A GRA (grafica e comunicazione), per il componimento “Roma è” (dialetto romanesco/laziale)
D.S.: Maria Benedetti
Docente coordinatore: Antonino Biondo
Pro Loco Valmontone: Lorenzo Fanfoni
IC “1° Cd – Capraro” – Procida (NA) – Campania
Classe IIIA per il componimento “A felicità” (dialetto napoletano/campano)
D.S.: Rossella Salzano
Docente coordinatore: Maria Grazia Manzueto

PROSA INEDITA

1° PREMIO PROSA
I.C. Andrea Testori – Villette (VCO) – Piemonte
Pluriclasse Scuola Primaria per il componimento “Taquin dai” (dialetto villettese)
D.S.: Grazia Bergamaschi
Docente coordinatore: Nives Laurenti
Pro Loco Villette (VCO): Melissa Gnuva
2° PREMIO PROSA ex-aequo
Istituto Comprensivo Statale “Francesco Giorgio” – Licata (AG) – Sicilia
Giannone Sofia, Classe 3E, er il componimento “U viaggiu du sturzu” (dialetto licatese)
D.S.: Rosaria De Caro
Docente coordinatore: Rosalia Nogara
Pro Loco Licata (AG): Angelo Cellura
2° PREMIO PROSA ex-aequo
ICS Francesca Morvillo – Monreale (PA) – Sicilia
Agnese Sferruzza, Classe 3B, per il componimento “Stidda” (dialetto siciliano)
D.S.: Maria Francesca Giammona
Docente coordinatore: Gioacchina Carrozza
Pro Loco Monreale (PA): Amelia Crisantino
3° PREMIO PROSA ex-aequo
Scuola primaria A. Gigante – G. Porto – Tornimparte (AQ) – Abruzzo
Classe 3a Sezione Unica, per il componimento “La matematica dde jeri e de oji”
D.S.: Gilberto Marimpietri
Docente coordinatore: Maria Paola Pace
Pro Loco Tornimparte (AQ): Domenico Fusari
3° PREMIO PROSA ex-aequo
Liceo Classico “Maria Luigia” – Convitto Nazionale – Parma – Emilia Romagna
1° e 2° Liceo Classico, per il componimento “La fola ad l’omen ad Pan ad pevor” (dialetto parmigiano)
D.S.: Adriano Cappellini
Docente coordinatore: Maria Letizia Nicoli

MUSICA

1° PREMIO MUSICA
I.C. “A. Manzoni”, Lizzano (TA) – Puglia
Classe 2a C Scuola Secondaria di primo grado, per il brano “Nui di Lizzanu” (dialetto lizzanese – salentino). Musica di Fabrizio Martino.
D.S.: Lucia Calò
Docente coordinatore: Antonella Caroppo
Pro Loco Lizzano (TA): Giuseppina Acquaviva
2° PREMIO MUSICA
IC “San Pio da Pietrelcina”, Pietrelcina (BN) – Campania
Classi 1a A, 2a A, 3a Scuola Secondaria di primo grado di Pesco Sannita (BN), per il brano “Lu Prucessu” (dialetto di Pesco Sannita). Musica di Orazio Fioretti.
D.S.: Maria Gabriella Fedele
Docente coordinatore: Orazio Fioretti
Pro Loco Pesco Sannita (BN): Guglielmo Laudato
3° PREMIO MUSICA
Istituto Comprensivo “L. Vanvitelli” – Airola (BN) – Campania
Classe 2a A Scuola Secondaria di primo grado, plesso di Paolisi (BN), per il brano “Sient dduje fatt” (dialetto beneventano della “Valle Caudina”)
D.S.: Giovanna Falzarano
Docente coordinatore: Elisabetta Affinito
Pro Loco Paolisi (BN): Vincenzo Ferraro


Le scuole presenti nell’elenco riportato sono pregate di mettersi in contatto con il segretario del Premio, Gabriele Desiderio, all’indirizzo giornatadeldialetto@unpli.info o al telefono 06.99223348 (int.2) per concordare presenza alla cerimonia poiché i posti a disposizione sono limitati.


Riconoscimento Genius Loci

Per essersi distinti per la diffusione del Premio e la collaborazione con le Scuole del proprio territorio:

  • Valter Querini, Presidente Pro Loco Forgaria del Friuli (UD)
  • Melissa Gnuva, Pro Loco Villette (VCO)
  • Giuseppina Acquaviva, Presidente Pro Loco Lizzano (TA)

MENZIONI PER PRO LOCO UNPLI
Per la diffusione del Premio
e il coinvolgimento degli Istituti scolastici

Abruzzo
Pro Loco Tornimparte (AQ); Comitato provinciale UNPLI Chieti
Calabria
Pro Loco Mandatoriccio (CS); Pro Loco “Neaithos” – Rocca di Neto (KR); Pro Loco Carfizzi (KR); Pro Loco San Pietro Apostolo (CZ)
Campania
Pro Loco Civitella Licinio (BN); Pro Loco Paolisi (BN); Pro Loco Pesco Sannita (BN); Pro Loco Fragnetana (BN); Pro Loco Villaricca (NA); Pro Loco “Terra delle Sirene” – Meta (NA)
Emilia Romagna
Pro Loco Finale Emilia (MO); Pro Loco Santarcangelo di Romagna (RN)
Friuli Venezia Giulia
Pro Loco Forgaria nel Friuli (UD)

Lazio
Pro Loco Ferentino (FR); Pro Loco Cave (RM); Pro Loco Valmontone (RM)
Liguria
Pro Loco Sesta Godano e Frazioni (SP)

Marche
Pro Loco Sant’Ippolito (PU)
Molise
Pro Loco “Quattro Torri” – Santa Croce di Magliano (CB); Pro Loco Campodipietra (CB)
Piemonte
Pro Loco Villette (VCO)
Puglia
Pro Loco Conversano (BA); Pro Loco Mottola (TA); San Giorgio Ionico (TA); Pro Loco Lizzano (TA)
Sardegna
Pro Loco Nuoro
Sicilia
Pro Loco Adrano (CT); Pro Loco Monreale (PA); Pro Loco di Motta Sant’Anastasia (CT); Pro Loco di Ragusa; Pro Loco Licata (AG); Pro Loco “Trappetum Cannamelarum” – Balestrate (PA); Pro Loco Sant’Alfio (CT); Comitato provinciale UNPLI Palermo

Auguri dalla Presidente di EIP Italia


Le festività della Pasqua cattolica segnano un momento di pausa nelle attività didattiche della scuola italiana e, idealmente, aprono all’ultimo periodo dell’anno scolastico.

La tematica religiosa fondante la fede cristiana come annuncio di misericordia e di rinnovamento della vita degli uomini non è poi così lontana, pur con tutte le distinzioni teologiche necessarie, dall’osservanza del quarto pilastro dell’Islam, mese di benedizione e misericordia, con il suo riferimento alla “notte del destino”, fondamento della rivelazione islamica.

Non è facile conservare la speranza di poter essere “strumento di pace” in questi tempi così ostinatamente oscuri, nella consapevolezza della complessità dei processi economico-politici e, contemporaneamente, della semplicità dei desideri dei bambini: serenità, amicizia, calore, gioia.

Nelle parole del maestro Elio Pecora, amico di EIP Italia e raffinato interprete dell’animo umano, l’augurio di poter ritrovare i colori per dipingere l’arcobaleno che manca alle nostre vite.

Vi sono giorni, ore, in cui tutto è perduto,
ogni gesto inutile, risibile ogni speranza:
il corpo vuoto attende il suo disfarsi
in quel niente che tante volte s’era presentato
– ma era solo una minaccia, un’idea –
come l’ultima definitiva salute.
In quelle ore, in quei giorni ogni storia, tutte le storie
si riducono a un susseguirsi insensato
di conquiste e di perdite e l’intero pianeta
non è che l’abitacolo in rovina
di un’umanità nemica a se stessa.
(Se pure è sogno, questo è il peggiore degli incubi.)

E tutto sarebbe perduto se dal cuore chiuso
non affiorasse inattesa una nube violetta,
l’odore di un cibo, una voce al telefono,
il libro lasciato sul tavolo ancora da leggere.
Così il mondo intero si popola di storie concluse,
di passaggi, di soste, e un dio munifico
disegna nel cielo vasto e chiaro un arcobaleno.

tratto da In margine (congedi e altro), Oedipus, 2011

La Campania per la Pace


La GIORNATA DELLA POESIA UNESCO  sarà celebrata con la presentazione del volume  EIP “POESIA COME PACE”, contenente le poesie vincitrici del 51^ Concorso Nazionale , il giorno 21 marzo 2024, presso l’ISIS “Elena di Savoia”, nella monumentale biblioteca, che accoglierà tutte le terze classi.
Parecchi alunni dell’istituto,  in questi giorni di preparazione, guidati dalle docenti Metitiero e Rossi, stanno leggendo le poesie e scegliendo quali recitare, legandole  soprattutto al proprio vissuto. E’ un modo interessante per far conoscere il volume che contiene i lavori degli alunni,  ma anche un modo per ricordare le figure di Michele Cossu e Valerio Castiello, giovani prematuramente sottratti alla vita, a cui il volume è dedicato.  Ringraziamo la Dirigente scolastica prof.ssa Oliviero, per aver ospitato il nostro evento, che, siamo sicuri, arricchirà di contenuto il già corposo PTOF della scuola.

Anche quest’anno, restiamo fedeli alla tradizione e rinnoviamo alle scuole l’appello a suonare i Tamburi per la Pace nelle piazze, nelle scuole, nei luoghi aperti dei nostri territori. La manifestazione, che si avvale del  patrocinio del Sindaco, si svolgerà  il 26 marzo prossimo al Parco Buglione, appartenente alla Municipalità 5, con la quale abbiamo un protocollo di intesa ed organizziamo eventi, nell’ottica di una sempre più stretta collaborazione sul territorio Vomero-Arenella. Le scuole partecipanti si incontreranno al parco, lì suoneranno i tamburi (Gruppo delle  percussioni della Scuola D’Ovidio- Nicolardi) , e  si esprimeranno con liberi messaggi di pace e poesie. Seguirà una breve marcia della Pace fino all’auditorium dell’ IC S. Minucci, dove si esibirà l’orchestra della scuola, che è di  ordinamento musicale. Ma tante altre scuole, in altri territori, si stanno organizzando. Docenti ed alunni sono in fermento, confidiamo nella presenza dell’assessora alla Scuola Maura Striano, che anche lo scorso anno ci ha sostenuto. 

Il giorno dopo, il 27 marzo prossimo, presso il plesso D’Auria dell’I.C. D’Auria-Nosengo, parteciperemo come EIP Campania alla giornata “La scuola costruisce la Pace”, alla quale l’EIP nazionale ha dato il suo patrocinio. La Dirigente scolastica prof.ssa Fiorella Esposito ha voluto fortemente questa giornata di riflessione in un momento storico davvero difficile, e la ringraziamo per questo.  Ad Arzano molte scuole si sono impegnate negli anni  in percorsi didattici di Educazione alla Pace, anche partecipando al nostro concorso ed organizzando nel territorio molte iniziative, come la Marcia della Pace, che si terrà il prossimo maggio.

PAOLA CARRETTA
Delegata Regionale EIP Campania

Rapporto Ambiente 2023

Il 21 febbraio scorso la presentazione ufficiale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri


Lo scorso mercoledì 21 febbraio, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stato presentato il Rapporto Ambiente 2023 curato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Giunto alla sua quarta edizione, offre una panoramica dettagliata sullo stato dell’ambiente in Italia sulla base di informazioni oggettive, affidabili e confrontabili. Attraverso l’analisi di 21 indicatori ambientali è possibile valutare il raggiungimento dei numerosi obiettivi prefissati e di affrontare con efficacia le sfide ambientali future. La seconda parte del documento mette in luce l’impegno e l’operato di ISPRA e delle ARPA/APPA, attraverso focus su best practices per la lotta ai cambiamenti climatici, l’economia circolare, la finanza sostenibile, per proteggere la nostra salute e il nostro pianeta, sensibilizzare e informare la collettività.

I dati presentanti mettono in evidenza una situazione con elementi positivi ed elementi negativi.
Le emissioni da gas serra, in Italia, sono diminuite del 20% circa dal 1990 ad oggi, mentre la produzione energetica da fonti rinnovabili ha raggiunto il 20% del consumo; la produzione di rifiuti appare in leggera diminuzione e continua a crescere la percentuale di raccolta differenziata.
Continua a peggiorare, invece, il consumo di suolo: uno dei tanti indizi che suggeriscono come il raggiungimento effettivo degli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 e dagli accordi delle varie Cop restino decisamente lontani.

A questo proposito… qualcuno ha notizie delle ricadute effettive dell’ultima, svolta a Dubai a novembre 2023?
Ma di scuro l’ultima “crisi matrimoniale” famosa ne ha trovato parecchio (speriamo non nelle aule scolastiche…).


Il mio messaggio nel caso mi uccidano è molto semplice: non arrendetevi


La morte, annunciata dal rientro in Russia dopo aver scampato quella per avvelenamento, di Alexei Navalny, ha scatenato l’indignazione a livello globale.

A lui dedichiamo il nostro pensiero, convinti che il dolore e l’indignazione possano diventare un’opportunità educativa di riflessione, per discutere di diritti civili e libertà con i nostri studenti.

Rappresentanti dell’EIP Italia parteciperanno alla fiaccolata per la pace e la libertà in suo nome in Campidoglio lunedì 19 febbraio.

GIORNATA DEL RICORDO

I.I.S.S. BOJANO (CB) a.s. 2020/21

Percorso di Educazione civica

Coordinamento Prof.ssa Italia Martusciello

Legge 30 marzo 2004, n. 92

“Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile 2004

Art. 1.

    1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

    2. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.

1-COSA?

Il termine foiba deriva dal latino “fovea”e significa fossa.

Le foibe sono delle cavità naturali, spesso vere e proprie cavità a forma di imbuto,profonde da un minimo di 20 metri ad un massimo di 300.

2-DOVE?

Sono diffuse nella zona di Trieste, nelle zone della Slovenia già parte della

scomparsa regione Venezia Giulia, nonché in molte zone dell’Istria e della Dalmazia.

In un suo censimento, la Società Alpina delle Giulie ha individuato un mi migliaio di foibe nella sola provincia di Trieste.

Nell’intera regione, almeno 1700.

3-Quando?

La prima ondata di violenza esplode nel 1943 subito dopo la firma dell’armistizio (8 settembre 1943). In Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano e poi gettano nelle foibe un migliaio di persone.

La violenza ritorna nel 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria.

Le truppe del maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, uomini di chiesa, donne, anziani, bambini. E’ una carneficina.

1945 – 1947: trecentocinquantamila persone sono costrette a trasformarsi in esuli. Scappano dal terrore, alcuni conoscono il destino delle foibe, i più nella fuga sanno di aver perso tutto e non sanno ancora chi li ospiterà.

4-Uso

Utilizzate per infoibare. Le vittime venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti,bloccavano i polsi e i piedi tramite fil di ferro ad ogni persona e, successivamente legavano gli uni agli altri. I massacratori si divertivano a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri. Molte altre persone hanno trovato la morte in mare, altre nelle miniere di bauxite.

5- Quanti gli infoibati?

“Fra il 1943 e il 1947 in questi inghiottitoi furono gettati dai partigiani titini migliaia di esseri umani.

Gli storici delle parti avverse si sono spesso accapigliati sui risultati della macabra conta (10.000? 20.000? 30.000?) come se qualche cadavere in più o in meno potesse modificare l’intensità dell’orrore. In realtà, il conto esatto non si potrà mai fare. Nella foiba di Basovizza, presso Trieste furono recuperati 500 metri cubi di resti umani e si calcolò brutalmente che le vittime dovevano essere 2.000: quattro per metro cubo”.

LE TESTIMONIANZE

ll 10 febbraio ricorre il “Giorno del Ricordo”, in memoria dei quasi ventimila uomini torturati, assassinati e gettati nelle foibe, le fenditure carsiche usate come discariche dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della Seconda guerra mondiale. La memoria delle vittime delle foibe e degli italiani costretti all’esodo dalle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un tema che ancora divide i pensieri. Eppure quelle persone meritano di essere ricordate. Innocenti che senza alcuna colpa furono torturati, uccisi e buttati nelle foibe. Tra questi ci sono stati anche alcuni molisani, come Giovanni Iafelice, nato ad Oratino il 17 novembre 1917 e catturato a Trieste nel maggio 1945, deportato e poi scomparso. Per oltre settant’anni, la famiglia di Giovanni non ha avuto alcuna notizia. «Pensavamo fosse stato confinato in Russia, la stessa sorte che toccò ad un altro fratello di mio padre» spiega Nicola Iafelice, nipote della vittima.

Ma nei mesi scorsi la svolta, come ci ha spiegato il sindaco di Oratino, Roberto De Socio. «A settembre sono stato contattato dall’ANCDJ, Associazione nazionale tra i congiunti dei deportati italiani uccisi o scomparsi in Jugoslavia, che mi ha inviato l’elenco di alcuni cittadini, con l’unica colpa di essere italiani, infoibati o massacrati nelle zone del confine orientale dai partigiani italo-sloveni ed italo-croati» ci ha spiegato il sindaco. «In quell’elenco è riportato il nome di Giovanni Iafelice nato ad Oratino nel 1917, agente di polizia, residente a Triste, prelevato il 1° maggio 1945 da partigiani titini» ha detto ancora il primo cittadino di Oratino.
Nel documento si legge: “Questura di Trieste. Ivi prelevato da comunisti titini italo sloveni e, sembra, deportato a Postumia (ex provincia di Trieste). Scomparso. Notizie fornite dalla signora Lucia Barbone abitante a Trieste. Dichiarato irreperibile”. «Da lì mi sono messo subito alla ricerca dei parenti e sono arrivato a Nicola Iafelice, il nipote di Giovanni. Il mio ringraziamento va al presidente dell’associazione, Laura Brussi Montani, che mi ha contattato per farci conoscere la verità su un nostro concittadino» ha concluso il sindaco Roberto De Socio.

Supportati dall’associazione di volontariato, i familiari hanno inviato la scheda della vittima alla Commissione Foibe, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Sabato 9 febbraio, il nipote di Giovanni è stato invitato alla cerimonia commemorativa del “Giorno del Ricordo” che si terrà al Palazzo del Quirinale. In quell’occasione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, consegnerà una Medaglia ed un attestato in onore e ricordo di Giovanni Iafelice. «Sono passati più di settanta anni da quando nostro zio è scomparso, non pensavamo più di conoscere la verità ma lo Stato ha fatto il suo lavoro» le parole di Nicola. «Generalmente si tende a considerare i partigiani brave persone ma la storia ci ha insegnato che ci sono stati buoni e cattivi.

Come è stata condannata ogni morte ad opera dei fascisti, è giusto condannare anche gli assassini comunisti. Mio zio era innocente, non ha combattuto sul fronte ma faceva il poliziotto in ufficio quindi non ha mai ucciso nessuno eppure è stato prelevato dai comunisti del maresciallo Tito, deportato, torturato ed ucciso» ha commentato ancora Nicola Iafelice. «L’unica sua colpa era quella di essere italiano, un’ingiustizia che non può essere taciuta» ha concluso. La cerimonia di consegna della Medaglia ci sarà sabato alle 11 al Palazzo del Quirinale a Roma.

Fummo condotti in sei, legati insieme con un unico filo di ferro, oltre a quello che ci teneva avvinte le mani dietro la schiena, in direzione di Arsia. Indossavamo i soli pantaloni e ai piedi avevamo solo le calze.

Un chilometro di cammino e ci fermammo ai piedi di una collinetta dove, mediante un filo di ferro, ci fu appeso alle mani legate un masso di almeno 20 k.

Fummo sospinti verso l’orlo di una foiba, la cui gola si apriva paurosamente nera.

Uno di noi, mezzo istupidito per le sevizie subite, si gettò urlando nel vuoto, di propria iniziativa.

Un partigiano allora, in piedi col mitra puntato su di una roccia laterale, c’impose di seguirne l’esempio. Poiché non mi muovevo, mi sparò contro.

 Ma a questo punto accadde il prodigio: il proiettile anziché ferirmi spezzò il filo di ferro che teneva legata la pietra, cosicché, quando mi gettai nella foiba, il masso era rotolato lontano da me.

La cavità aveva una larghezza di circa 10 m. e una profondità di 15 sino la superficie dell’acqua che stagnava sul fondo. Cadendo non toccai fondo e tornato a galla potei nascondermi sotto una roccia. Subito dopo vidi precipitare altri quattro compagni colpiti da raffiche di mitra e percepii le parole “un’altra volta li butteremo di qua, è più comodo”, pronunciate da uno degli assassini.

Poco dopo fu gettata nella cavità una bomba che scoppiò sott’acqua schiacciandomi con la pressione dell’aria contro la roccia. Verso sera riuscii ad arrampicarmi per la parete scoscesa e guadagnare la campagna, dove rimasi per quattro giorni e quattro notti consecutive, celato in una buca.

Tornato nascostamente al mio paese, per tema di ricadere nelle grinfie dei miei persecutori, fuggii a Pola.

E solo allora potei dire di essere veramente salvo.


Roberto Spazzali e Raoul Pupo, Foibe

Il giorno del ricordo
Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all’esodo degli istriani

Urlavano Italia,
e caddero

Bruciavano di dolore,
e caddero.
Indifesi e soli,
svanirono in infernali voragini.

Eco di silenzioso dolore
gettato in un baratro di follia
che profuma di morte.

La polvere mi parla di loro,
sussurri di mille voci
singhiozzi, silenzi, troppi silenzi.

Sofferenza in terre d’amore,
sfumature d’Istria, onde di Trieste
profumi di Zara e colori di Dalmazia.

Chi scampò lasciò tutto,
una lunghissima carovana
di lacrime dure partì,
verso la loro terra, la loro nazione.
Tornarono nella loro patria,
esuli  con la morte negli occhi
e la speranza nell’anima,
spogli di tutto tranne che la dignità
pronti a rinascere nuovamente,
con l’orgoglio di aver combattuto,
vivendo con l’Italia nel cuore.

Ermanno Eandi

Poeta, giornalista e scrittore

Educare alla pace

Dal discorso del Presidente della Repubblica del 31 dicembre


Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana.

La violenza.

Anzitutto, la violenza delle guerre. Di quelle in corso; e di quelle evocate e minacciate.

Le devastazioni che vediamo nell’Ucraina, invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla.

L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità.

La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti.

La guerra – ogni guerra – genera odio.

E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti.

La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza.

E si pretende di asservire, di sfruttare. Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia.      Rifiutando il progresso della civiltà umana.

Il rischio, concreto, è di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come – sempre più spesso – accade nelle guerre.

Alla tragica contabilità dei soldati uccisi. Reciprocamente presentata; menandone vanto.

Vite spezzate, famiglie distrutte. Una generazione perduta.

E tutto questo accade vicino a noi. Nel cuore dell’Europa. Sulle rive del Mediterraneo.

Macerie, non solo fisiche. Che pesano sul nostro presente. E graveranno sul futuro delle nuove generazioni.

Di fronte alle quali si presentano oggi, e nel loro possibile avvenire, brutalità che pensavamo, ormai, scomparse; oltre che condannate dalla storia.

La guerra non nasce da sola. Non basterebbe neppure la spinta di tante armi, che ne sono lo strumento di morte. Così diffuse. Sempre più letali. Fonte di enormi guadagni.

Nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva. Dagli atteggiamenti di violenza, di sopraffazione, che si manifestano.

È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace.

Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità.

Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace.

Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti.

Ma impegnarsi per la pace significa considerare queste guerre una eccezione da rimuovere; e non la regola del prossimo futuro.

Volere la pace non è neutralità; o, peggio, indifferenza, rispetto a ciò che accade: sarebbe ingiusto, e anche piuttosto spregevole.

Perseguire la pace vuol dire respingere la logica di una competizione permanente tra gli Stati. Che mette a rischio le sorti dei rispettivi popoli. E mina alle basi una società fondata sul rispetto delle persone.

Per conseguire la pace non è sufficiente far tacere le armi.

Costruirla significa, prima di tutto, educare alla pace. Coltivarne la cultura nel sentimento delle nuove generazioni. Nei gesti della vita di ogni giorno. Nel linguaggio che si adopera.

Dipende, anche, da ciascuno di noi.

Pace, nel senso di vivere bene insieme. Rispettandosi, riconoscendo le ragioni dell’altro. Consapevoli che la libertà degli altri completa la nostra libertà.