Archivi categoria: Segnalazioni e proposte

Intelligenza artificiale e futuro dell’educazione

Il nuovo documento dell’UNESCO


Definire l’uso dell’IA nell’istruzione attraverso il dialogo collettivo

L’intelligenza artificiale (IA) sta ridefinendo il modo in cui impariamo, insegniamo e diamo un senso al mondo che ci circonda, ma lo fa in modo diseguale. Mentre un terzo dell’umanità rimane offline, l’accesso ai modelli di IA più all’avanguardia è riservato a coloro che hanno abbonamenti, infrastrutture e un vantaggio linguistico. Queste disparità non solo limitano chi può utilizzare l’IA, ma determinano anche quali conoscenze, valori e lingue dominano i sistemi che sempre più influenzano l’educazione.
Questa antologia esplora i dilemmi filosofici, etici e pedagogici posti dall’influenza dirompente dell’IA nell’educazione. Riunendo le intuizioni di pensatori, leader e innovatori globali, la raccolta sfida le ipotesi, fa emergere le frizioni, provoca la contestazione e suscita nuove visioni audaci per una co-creazione equa tra esseri umani e macchine.
Trattando temi che vanno dallo smantellamento dei sistemi di valutazione obsoleti alla promozione di un’etica della cura, i 21 saggi presenti in questo volume compiono un passo verso la costruzione di un bene comune globale per il dialogo e l’azione, uno spazio condiviso per pensare insieme, dibattere sulle differenze e reinventare un’istruzione inclusiva nell’era dell’IA.
Partendo dalla Raccomandazione dell’UNESCO sull’etica dell’IA, dalle sue Linee guida sull’IA generativa nell’istruzione e nella ricerca e dai suoi due quadri di riferimento per le competenze sull’IA per insegnanti e studenti, tale bene comune globale può orientare la comprensione collettiva e una coraggiosa re-immaginazione di programmi di studio, pedagogia, governance e politiche che abbiano al centro i diritti umani, la giustizia e l’inclusione.”

Traduzione non ufficiale


Tematiche affrontate nel volume

Riconquistare il fine pubblico dell’educazione attraverso il dialogo

I futuri dell’IA nell’educazione: provocazioni filosofiche
Ascoltare nelle crepe: una conversazione con Báyò Akómoláfé
Futuro dell’educazione: andare oltre il paradigma dell'”intelligenza”
L’acqua nel presente storico e nel futuro a lungo termine dell’IA nell’educazione

Dibattito sui poteri e i pericoli dell’IA
Ripensare l’educazione nell’era dell’intelligenza artificiale
Non dobbiamo accettare l’IA (e tanto meno la GenAI) come inevitabile nell’educazione
Immaginari contestati: riconquistare l’istruzione superiore nell’era dell’IA

Pedagogie, valutazione e futuri educativi emergenti dell’IA
L’aula incalcolabile: i limiti e i pericoli dell’IA nell’educazione
Sfidare l’iper-personalizzazione: verso (ri)socializzare l’apprendimento in un dialogo da umano a umano a macchina
Infantilizzazione, camera dell’eco, filtro a bolle o l’alba di un nuovo illuminismo: alcune riflessioni (critiche) sull’apprendimento adattivo e personalizzato
La fine della valutazione come la conosciamo: GenAI, disuguaglianza e il futuro del sapere
I fini dei test: possibilità per una valutazione e un apprendimento trasformativi con l’intelligenza artificiale generativa

Rivalutare e ricentrare gli insegnanti umani
Mantenere gli obiettivi primari dell’educazione nell’era dell’IA: cosa devono considerare gli educatori?
La compassione nella progettazione: costruire l’IA con e per gli educatori che si prendono cura

Imperativi etici e di governance per i futuri dell’IA nell’educazione
Verso un’etica della cura nella progettazione dell’IA nell’educazione
Intelligenza artificiale e governance dell’educazione: ripensare l’azione democratica, la resistenza e la partecipazione

Affrontare le disuguaglianze codificate nell’educazione
Garantire un’IA inclusiva e contestualizzata nell’educazione: considerazioni per una tabella di marcia
Dalla conformità alla creatività: ripensare l’IA nell’apprendimento delle giovani donne
Chiarezza concettuale: l’anello mancante nell’implementazione delle tecnologie IA per l’educazione inclusiva
Inclusione o illusione? Ripensare l’IA per gli studenti sordi o con problemi di udito in contesti con scarse risorse (il Sud del mondo)

Reimmaginare la politica dell’IA nell’educazione: evidenze e realtà geopolitiche
Umano e macchina: implicazioni politiche delle capacità emergenti dell’IA
Aggiungere intelligenza alla politica e alla pratica dell’IA nell’educazione


A 27 anni dall’istituzione della Corte Penale Internazionale, per coltivare ancora la fiducia

Una conversazione con Luciano Corradini


“Pronto? Sono Luciano. Ho letto il vostro articolo per la Giornata del 22 agosto promossa da Papa Leone: mi è piaciuto!”.

Luciano Corradini “illustre pedagogista, professore emerito dell’Università Roma Tre, maestro dello “star bene a scuola”, teorico del potere “terapeutico” o “preventivo” dell’educazione come impegno di qualificazione personale, promotore della scuola come comunità educativa e accogliente” è anche, con nostro immenso orgoglio, amico ed estimatore di EIP Italia da decenni. Tra le diverse testimonianze di questa amicizia che potete trovare negli articoli del nostro sito web, assume per noi un’importanza particolare l’assegnazione del “Prix International Jacques Mühlethaler 2022 pour la Paix et les droits de l’homme” in occasione del 50° anniversario della nostra fonazione.

Da sempre Luciano è impegnato, con profondo spirito etico nella diffusione della cultura dei diritti e della pace, come testimonia anche la sua recente promozione di alcune iniziative a livello internazionale e la sua lucida e coraggiosa analisi negli articoli per il “Giornale di Brescia”.

Nella conversazione di qualche giorno fa, ha voluto ricordare la pubblicazione di “Annali della Pubblica Istruzione” del 1998 dedicata al quarantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani.
Il suo contributo, intitolato Una nuova educazione civica si apriva con il ricordo di un fatto di portata universale che oggi appare, con stupore e amarezza, a metà tra storia e utopia.

“A metà luglio 1998 si è verificato un avvenimento di straordinario interesse, per quanto riguarda il riconoscinento e la difesa dei diritti umani: la conclusio­ne positiva di un lungo dibattito nella sede romana della FAO, per l’istituzione di un tribunale internazionale contro la violazione dei diritti umani. Comincio questa riflessione sull’educazione ai diritti umani nella scuola proprio riferendomi a questo avvenimento, alle immagini e alle emozioni che riguardano discorsi, fiaccolate veglie e digiuni, tenuti in questa circostanza.
“ICC Now” è la sigla che poco più di un migliaio di persone hanno porta­to sui cappellini, sulle bandiere e sui palloncini, in occasione della marcia compiuta il 14 luglio 1998 dal Campidoglio al Palazzo della FAO attraverso la famosa «via sacra», per sostenere gli ultimi sforzi di un lavoro diplomatico compiuto dai 5000 delegati di 162 Stati per l’istituzione dell’International Crime Court, ossia del Tribunale penale internazionale per giudicare i crimi­ni contro l’umanità, genocidio, crimini di guerra, stupro.
In Campidoglio, oltre a Emma Bonino in teleconferenza da Strasburgo, sono intervenuti il presidente del Consiglio Prodi, alcuni parlamentari, il sin­daco di Roma Rutelli, alla presenza di circa un migliaio di persone che ascoltavano, applaudivano, nella convinzione di rappresentare tutta l’umanità e di contribuire, anche con quei poveri gesti, ad incoraggiare i deci­sori e ad evitare, per il futuro, tante intollerabili sofferenze.
A conclusio­ne Giovanni Conso, presidente della Conferenza, ha fatto un discorso che ha legato insieme problemi diplo­matici, tecnico-giuridici, politici, civi­li, morali, psicologici, mostrando la possibile sinergia fra mondi vitali e mondi istituzionali.

La posta in gioco era e resta enorme. A cinquant’anni dalla famosa Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, una Corte internazionale permanente significa non solo l’efficacia panumana di quei diritti, gestiti da una giustizia indipendente dal potere politico, ma la costituzione di un denso nucleo di Stato sovranazionale, per sbarcare nel nuovo millennio”.

Non è poi così facile, 25 anni dopo lo “sbarco nel nuovo millennio”, mantenere la speranza, virtù essenziale dell’educatore, in giorni che vedono l’ONU dichiarare che nella Striscia di Gaza è in corso una carestia provocata dall’uomo.

La riflessione di Luciano, però, ha toccato anche aspetti che intrecciano la biografia famigliare e il lavoro per la scuola svolto, ancora oggi, insieme ad UCIIM, regalando alla nostra conversazione una lunga citazione dal suo articolo per l’ultimo numero di “Rivista Lasalliana”, che riprende le parole di Papa Francesco per l’80° anniversario dalla fondazione di UCIIM e AIMC.

“I vostri fondatori vivevano in tempi nei quali i valori della persona e della cittadinanza democratica avevano bisogno di essere testimoniati e rafforzati, per il bene di tutti; e anche il valore della libertà educativa. Non dimenticate mai da dove venite, ma non camminate con la testa girata indietro, rimpiangendo i bei tempi passati! Pensate, invece, al presente della scuola, che è il futuro della società, alle prese con una trasformazione epocale. Pensate ai giovani insegnanti che muovono i primi passi nella scuola e alle famiglie che si sentono sole nel loro compito educativo. A ciascuno proponete con umiltà e novità il vostro stile educativo e associativo. Tutto questo vi incoraggio a farlo insieme, con una sorta di “patto tra le associazioni”, perché così potete testimoniare meglio il volto della Chiesa nella scuola e per la scuola. La speranza mai delude, mai, la speranza mai è ferma, la speranza è sempre in cammino e ci fa camminare. E allora andate avanti con fiducia!”


Per nutrire la nostra preparazione di educatori all’avvio del nuovo anno scolastico, per gentile concessione del prof. Luciano Corradini inseriamo in allegato i due articoli:


Per chi desidera approfondire ruolo e funzioni della Corte Penale Internazionale, di seguito due riferimenti:

Statuto della Corte Penale Internazionale: clicca qui

Sito ufficiale della Corte Penale Internazionale: clicca qui


Per conoscere di più la vita e le opere di Luciano Corradini è possibile consultare il sito web cliccando sull’immagine qui sotto

L’Italia si candida al Consiglio per i Diritti Umani 2026-2028

Un’opportunità per l’educazione ai Diritti Umani nelle scuole


L’Italia ha presentato la sua candidatura al Consiglio per i Diritti Umani per il periodo 2026-2028, ponendo la promozione e la protezione dei diritti umani come una delle priorità della sua politica estera. Questa iniziativa rappresenta un’importante occasione per rafforzare l’educazione ai diritti umani nelle scuole italiane, fornendo spunti e temi di riflessione per docenti e dirigenti scolastici.

Impegno dell’Italia per i Diritti Umani: pilastri e prospettive
La candidatura italiana si fonda su un approccio costruttivo e inclusivo, che mira a promuovere i diritti umani basandosi sui principi di universalità, obiettività e non selettività. L’Italia intende collaborare con attori locali e organizzazioni della società civile per affrontare situazioni di conflitto, instabilità, povertà e sottosviluppo che impattano negativamente sul godimento dei diritti umani a livello globale.

Aree tematiche chiave per l’azione italiana e spunti didattici:
Il programma italiano per il Consiglio dei Diritti Umani copre diverse aree tematiche fondamentali, che possono essere integrate nei percorsi educativi:
Promozione e protezione dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali: L’Italia si impegna a promuovere un’ampia gamma di diritti, inclusa la loro integrazione nella prevenzione e risoluzione dei conflitti. Questo offre l’opportunità di discutere in classe l’interconnessione dei diritti e il loro ruolo nella costruzione della pace.
Lotta contro tutte le forme di discriminazione: L’Italia è fortemente impegnata a contrastare razzismo, xenofobia, intolleranza e ogni forma di violenza e discriminazione, inclusa quella basata sull’orientamento sessuale, e a prevenire la diffusione dell’hate speech. Nelle scuole, si possono affrontare percorsi sull’inclusione, il rispetto delle differenze e la cittadinanza digitale responsabile.
Diritti delle donne: L’Italia si impegna a promuovere l’emancipazione delle donne e delle ragazze e a contrastare la violenza di genere, le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci o forzati. Questi temi sono cruciali per sensibilizzare gli studenti sulla parità di genere e sul contrasto alla violenza.
Diritti dell’infanzia: L’Italia pone una priorità sui diritti dei bambini, specialmente quelli in situazioni di vulnerabilità, come i minori a rischio di povertà ed esclusione sociale, le vittime di violenza e sfruttamento (incluso l’ambiente digitale) e i bambini in contesti di conflitto. Le scuole possono sviluppare progetti sulla protezione dell’infanzia, l’uso sicuro del digitale e l’importanza dell’istruzione anche in contesti difficili.
Lotta alla pena di morte: L’Italia ha come priorità l’istituzione di una moratoria universale sulla pena di morte, in vista della sua completa abolizione. Questo tema può essere un punto di partenza per dibattiti sull’etica, la giustizia e i diritti umani fondamentali.
Libertà di espressione, di religione o di credo e protezione delle minoranze religiose: L’Italia promuove la libertà di opinione e di espressione, inclusa la libertà dei media e i diritti dei giornalisti, e si impegna per la protezione delle minoranze religiose e la promozione del dialogo interreligioso e interculturale. Questi argomenti sono essenziali per favorire il pluralismo, la tolleranza e il rispetto della diversità culturale e religiosa.
Conservazione del patrimonio culturale e religioso: La protezione del patrimonio culturale e religioso è vista come uno strumento per salvaguardare l’identità di gruppi etnici e religiosi, contribuendo alla pace e alla stabilità. Si può esplorare in classe il legame tra cultura, identità e diritti umani.
Lotta alla tratta di esseri umani: L’Italia si impegna a combattere la tratta di esseri umani, con un approccio incentrato sulle vittime e attento alle specificità di genere e età, prestando particolare attenzione a donne e bambini, inclusi i minori non accompagnati. Questo tema è cruciale per educare gli studenti sui pericoli della tratta e sull’importanza della solidarietà e della protezione dei più vulnerabili.
Diritti delle persone in situazione di vulnerabilità: L’Italia è impegnata nella promozione dei diritti delle persone con disabilità e delle persone anziane, sostenendo l’attuazione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità e promuovendo programmi di sensibilizzazione. Questo è un invito a promuovere un ambiente scolastico inclusivo e accessibile per tutti.
Difensori dei diritti umani: L’Italia riconosce il contributo della società civile e dei difensori dei diritti umani, impegnandosi a sostenerli contro ogni forma di rappresaglia. Si può riflettere sull’importanza dell’attivismo civico e sul ruolo dei cittadini nella promozione dei diritti.

L’impegno dell’Italia nel Consiglio per i Diritti Umani offre un’occasione unica per le scuole di approfondire la comprensione dei diritti umani, stimolare il pensiero critico e incoraggiare gli studenti a diventare cittadini attivi e consapevoli.


Decifrare il futuro in classe: letture per insegnanti audaci

Per continuare a guardare allo sviluppo della professione


Poiché è noto che chi lavora a scuola “ha tre mesi di ferie” (sì, in effetti c’è qualcuno che ancora la pensa così…) vogliamo aiutarvi a impegnare tutto questo tempo libero, a cominciare dalle pubblicazioni della nostra collana SCHOLA, sviluppata con l’editore HOEPLI.


Bonaventura Di Bello, Intelligenza Artificiale per la scuola. Un approccio umanistico all’uso didattico dell’IA generativa, Ulrico Hoepli Editore, 2023.

Questo testo propone una visione pratica e ottimistica dell’IA nel mondo dell’istruzione, presentandola come uno strumento per potenziare gli insegnanti, non per sostituirli. Fornisce una guida chiara per l’utilizzo consapevole degli strumenti di intelligenza artificiale a supporto della didattica, della valutazione e dell’apprendimento personalizzato. Il volume enfatizza l’importanza cruciale del giudizio umano, dell’ispirazione e dell’empatia, incoraggiando l’integrazione dell’IA in classe pur mantenendo l’autorevolezza e le qualità umane dei docenti. L’obiettivo principale è coltivare un “umanesimo tecnologico”: un approccio equilibrato che, alleggerendo il carico di lavoro degli educatori, permetta loro di dedicare maggiore attenzione a ogni studente, salvaguardando al contempo il ruolo insostituibile dell’essere umano in un’aula potenziata dall’IA.

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Ottavio Fattorini, Dirigenza umanistica. Ragione e sentimento per la governance strategica delle istituzioni scolastiche, Ulrico Hoepli Editore, 2024

A cura di Ottavio Fattorini, mente ideatrice del concetto di dirigenza umanistica e animatore del think tank “Dirigenti insieme, per una dirigenza umanistica”, questo volume si rivolge all’intera comunità educante scolastica. Il testo illustra il modello della dirigenza umanistica partendo dall’analisi approfondita dei cinque principi cardine del suo Manifesto. Arricchito dalle voci di dirigenti scolastici che quotidianamente si impegnano per trascendere una mera impostazione giuridico-amministrativa – quella che viene definita la “banalità del male” – il libro sottolinea come l’autonomia sia la chiave per interpretare la professione, aggiungendo il valore inestimabile del proprio “coefficiente energetico-emotivo”.

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Paola Parente, Orientamento & Scuola. Percorsi operativi per la didattica curricolare e per il ruolo dei docenti tutor e orientatore, Ulrico Hoepli Editore, 2024

Questo testo presenta un approccio olistico all’orientamento scolastico, concepito come un cammino che accompagna gli studenti fin dai primi anni di scuola. Questo percorso si articola in tre fasi fondamentali
Il Mondo dell’espressività (conoscenza di sé): Aiuta gli studenti a comprendere le proprie attitudini e passioni.
Il Mondo del possibile (conoscenza del mondo): Li apre alle diverse opportunità e al contesto in cui vivono.
Il Mondo del fattibile (sintesi e scelte consapevoli): Li guida a combinare la conoscenza di sé e del mondo per prendere decisioni informate sul proprio futuro.
Per supportare le scuole in questo progetto, il libro offre 40 schede operative. Ogni scheda include una descrizione del tema, suggerimenti per attività pratiche e la loro rilevanza per l’orientamento.
L’obiettivo principale dell’opera è valorizzare la naturale vocazione orientativa della scuola, vista come luogo dove si costruisce il futuro. In questa prospettiva, ogni disciplina contribuisce all’acquisizione di conoscenze, evidenziando il valore della transdisciplinarità. Questo approccio crea un ambiente di apprendimento stimolante, favorendo connessioni significative tra i saperi e sviluppando la capacità di riflettere criticamente su se stessi e sul mondo, indispensabile per un orientamento maturo.

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Francesco Rovida, Inclusione e corresponsabilità educativa. Percorsi di formazione operativi tra nodi complessi e valori condivisi, Ulrico Hoepli Editore, 2023

Il sistema scolastico attuale promuove l’inclusione affidando a tutta la comunità scolastica – docenti, dirigenti, studenti e famiglie – il compito di affrontare le diverse esigenze educative. L’obiettivo è duplice: da un lato, creare un’identità culturale e didattica specifica per ogni scuola, strettamente legata al territorio di riferimento; dall’altro, perseguire un’istruzione di qualità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
La collaborazione di tutti gli attori coinvolti è fondamentale per fare della scuola un luogo realmente inclusivo, mettendo in pratica i principi dell’Educazione civica. Questo volume, pensato per la formazione dei docenti, si propone di approfondire l’applicazione del Decreto Interministeriale 182/2020, aggiornato con le modifiche introdotte dal Decreto Interministeriale 153/2023. Offre una guida pratica per interpretare la documentazione clinica secondo il modello ICF e per redigere il PEI (Piano Educativo Individualizzato), incoraggiando al contempo una gestione condivisa delle politiche inclusive all’interno di ogni istituto.

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Damiano Previtali, Le metacompetenze. Per la formazione della persona e la formazione del lavoro, UTET, 2024

In un contesto in costante evoluzione, caratterizzato da sfide sempre nuove nel mondo del lavoro e da una crescente complessità sociale, emerge con forza l’esigenza di preparare i nostri studenti non solo con un solido bagaglio di conoscenze e abilità specifiche, ma anche con qualcosa di più profondo e trasversale. È qui che entrano in gioco le metacompetenze. Questo volume si propone di esplorare proprio questo costrutto: cosa sono, perché sono così cruciali per lo sviluppo integrale della persona e per la sua capacità di affrontare con successo le sfide del mondo professionale. Non parliamo di semplici competenze tecniche, ma di quelle abilità cognitive, emotive e relazionali che permettono all’individuo di apprendere ad apprendere, di risolvere problemi complessi, di comunicare efficacemente, di essere resiliente e proattivo. Il testo guida attraverso una riflessione approfondita su come identificare, sviluppare e valutare queste metacompetenze nei vostri studenti. Verranno esplorate strategie e approcci didattici innovativi, focalizzati non solo sul “cosa” insegnare, ma sul “come” insegnare, per promuovere un apprendimento significativo e duraturo. Siamo convinti che la comprensione e l’applicazione dei principi esposti in questo libro possano arricchire notevolmente la vostra azione educativa, permettendovi di formare individui più consapevoli, responsabili e adattabili, pronti a navigare con successo nel futuro, sia a livello personale che professionale.

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Ottavio Fattorini, Il Manifesto delle scuole DADA. La scuola dell’Eppur si muove, Erickson, 2024

Questo volume si propone di esplorare a fondo il Modello DADA (Didattiche per Ambienti Di Apprendimento), fornendo sia le basi teoriche che le indicazioni pratiche per la sua implementazione. Oltre a ciò, il testo offre spunti pedagogici e didattici innovativi per arricchire la comprensione e l’applicazione di questo approccio.
Il DADA non è un semplice progetto, metodo, sperimentazione o tecnica. Sebbene sia chiaramente definito dai suoi dieci principi fondamentali, la sua forza risiede nella sua flessibilità. Ogni scuola è incoraggiata ad adattare e personalizzare il Modello, integrandolo con le proprie specificità strutturali, logistiche e didattiche. La sua adozione dovrebbe sempre essere una risposta concreta ai bisogni specifici di ciascuna istituzione scolastica, garantendo così un’implementazione mirata ed efficace.

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Laura Sartori e Marica CInque (Edd.), Gifted. Conoscere e valorizzare i giovani plusdotati e di talento dentro e fuori la scuola, Edizioni Magi, 2020

Un nuovo sguardo sul talento: riconoscere e coltivare la plusdotazione
In Italia, il tema del talento e della plusdotazione sta finalmente guadagnando l’attenzione che merita. È fondamentale adottare una prospettiva ampia e costruttiva sulla plusdotazione, affinché le potenzialità di ogni bambino e ragazzo siano riconosciute, valorizzate e integrate pienamente nella loro personalità. L’obiettivo è favorire uno sviluppo armonico, in linea con il loro vero sé. Questo libro si rivolge a chiunque si occupi di individui con un dono, un talento, o un funzionamento cognitivo superiore alla media – spesso definiti “gifted”. Insegnanti, psicologi, genitori ed educatori troveranno sia le basi teoriche che suggerimenti pratici per identificare, comprendere e supportare al meglio i giovani plusdotati.
Il filo conduttore del libro è la conoscenza e la valorizzazione della giftedness, offrendo una visione completa del fenomeno. La struttura del volume permette diverse modalità di lettura: si può scegliere un approccio globale e sequenziale, oppure una consultazione tematica, concentrandosi sulle aree di maggiore interesse.
La prima parte del libro esplora le principali teorie di riferimento sulla plusdotazione e affronta le questioni aperte e in evoluzione legate a definizioni e terminologia. Vengono approfonditi gli aspetti emotivi e relazionali, con particolare attenzione alle possibili vulnerabilità che possono caratterizzare i gifted.
La seconda parte offre un quadro dettagliato su come individuare, sostenere e promuovere il benessere dei gifted sia in famiglia che a scuola. Include una panoramica sulle normative internazionali e le nuove direttive del Ministero dell’Istruzione italiano per l’inclusione e la valorizzazione dei gifted nel contesto scolastico.
Infine, una sezione di approfondimento esamina la plusdotazione in relazione alla neurobiologia, alle funzioni esecutive, alla metacognizione e al concetto di “doppia eccezionalità”.

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Donella Meadows – Dennis Meadows – Jorgen Renders, I nuovi limiti dello sviluppo. La salute del pianeta nel terzo millenio, Mondadori, 2022

Un Grido d’Allarme Rinnovato: Il Futuro del Nostro Pianeta
Nel 1972, tre giovani e visionari scienziati informatici pubblicarono un rapporto rivoluzionario intitolato I limiti dello sviluppo. Utilizzando modelli di calcolo computerizzati all’avanguardia per l’epoca, previdero le gravi conseguenze della crescita incontrollata su un pianeta con risorse limitate. Decenni dopo, gli stessi autori tornano con un messaggio ancora più urgente. Armati di strumenti informatici notevolmente più sofisticati e di un’enorme quantità di dati statistici aggiornati, confermano le loro previsioni iniziali. Il loro nuovo allarme sottolinea i devastanti effetti dell’attività umana su aspetti cruciali come il clima, la qualità delle acque, la biodiversità marina, le foreste e tutte le altre risorse naturali.
La loro avvertenza è chiara: è fondamentale agire subito, prima che sia irreversibilmente troppo tardi per il nostro pianeta.

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Rocco Pezzimenti, Salvezza e filosofia. Riflessioni sul fine della storia, Rubettino, 2024

È innegabile che alcune filosofie storicistiche abbiano lasciato un segno profondo e spesso drammatico nel XX secolo, con conseguenze che ancora oggi si avvertono. Non a caso, proprio in Germania, alcuni teologi cattolici hanno sentito l’urgenza di rimettere in discussione la relazione tra “storia della salvezza e metafisica”. Questa riflessione è diventata ancora più impellente dopo che filosofi come Popper, con la sua opera The Poverty of Historicism, hanno messo in luce i limiti, anche teorici, dello storicismo. Tuttavia, l’analisi di Popper, pur giustamente critica nei confronti dello storicismo dialettico, oggi appare un po’ riduttiva. Questo perché lo storicismo dialettico non esaurisce il problema della storia; anzi, per certi versi, lo esaspera. Permangono interrogativi fondamentali, come legittimamente sottolinea Ratzinger, che nessuno sembra voler affrontare: “Come può divenire storicamente presente ciò che è accaduto? Come può avere significato universale ciò che è unico ed irripetibile?”. Forse dovremmo avere il coraggio di ammettere che, nella prospettiva escatologica, si sono mescolati troppi livelli, danneggiando in primo luogo la visione cristiana. Quest’ultima è stata progressivamente strumentalizzata da diverse prospettive politiche, finendo per essere ridotta a una visione meramente sociale. Ciò ha privato il Cristianesimo della sua prospettiva ultraterrena, relegandolo a uno dei tanti criteri per analizzare la realtà presente. Spesso si dimentica che simili tentativi di “secolarizzazione” hanno sempre accompagnato il Cristianesimo. L’Apocalisse, pur presentandosi come un percorso di salvezza, incontrò subito avversari come gli gnostici, che proponevano vie alternative per raggiungere la salvezza. Questo lavoro intende proprio evidenziare il filo conduttore, sempre presente nella bimillenaria tradizione della Chiesa: proporre una visione escatologica ultraterrena. Questa visione è libera da ideologie e da prospettive politiche, anche se supportate da nobili posizioni sociologiche o filosofiche. Si concentra invece sulla salvezza che trascende il presente, offrendo un significato universale e duraturo.

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Qualche indicazione di lettura

Tra saggi, romanzi e fiabe, dieci suggerimenti con uno sguardo rivolto alla scuola


Mentre l’estate si avvicina e con essa la promessa di un meritato riposo, chi si occupa di scuola sa bene che la formazione continua non si ferma mai del tutto. Anzi, il periodo estivo può trasformarsi in un’opportunità preziosa per dedicarsi a letture che arricchiscano la nostra professionalità, stimolino la riflessione e offrano nuove prospettive sull’affascinante mondo dell’educazione.
Se la vostra valigia è pronta per ospitare non solo abiti leggeri, ma anche testi che possano nutrire la mente e lo spirito, siete nel posto giusto. In questo righe, desideriamo proporvi un percorso di lettura pensato appositamente per chi, come voi, è impegnato quotidianamente nella formazione dei futuri cittadini, valore imprescindibile per la costruzione di una società più giusta e inclusiva.


Ivano Dionigi, Magister. La scuola la fanno i maestri non i ministri, Laterza, 2025

Per tutti i docenti che desiderano riscoprire il valore profondo del loro mestiere, il volume di Ivano Dionigi è una lettura imprescindibile per l’estate 2025. Con la sua prosa lucida e profonda, invita a una riflessione sul ruolo dell’insegnante nella società contemporanea, delineando i contorni di una figura che non si limita alla mera trasmissione di contenuti. Non si tratta di un semplice manuale, ma di un vero e proprio manifesto che eleva la professione docente a un compito culturale e civile di primaria importanza. Attraverso le pagine di Magister, l’autore ci guida a riscoprire l’autorevolezza, la passione e la responsabilità che ogni insegnante dovrebbe incarnare, elementi che risuonano con forza nel nostro impegno per una formazione continua e per l’educazione ai diritti umani. Il testo offre spunti preziosi per affrontare le sfide quotidiane della scuola, ispirando i docenti a essere veri e propri punti di riferimento per le nuove generazioni, capaci di orientarle non solo nell’apprendimento, ma anche nella crescita come individui consapevoli e responsabili. Un libro che, senza dubbio, merita un posto nella vostra “valigia estiva” di letture stimolanti.


Andrea Bajani, L’anniversario, Feltrinelli, 2025

Il romanzo di Andrea Bajani, finalista al Premio Strega e vincitore del Premio Strega Giovani, si presenta come una lettura profondamente coinvolgente e, al contempo, deliberatamente scomoda, che si potrebbe anche collocare, in un certo senso, nel filone dei “romanzi di formazione”. L’autore ci introduce nella vita di una famiglia segnata da un’assenza attorno alla quale si costruiscono le esistenze dei personaggi. Attraverso questa assenza, Bajani esplora il tema della crescita individuale e della ricerca di identità, mostrando come il dolore, il ricordo e le dinamiche familiari influenzino profondamente lo sviluppo psicologico ed emotivo dei protagonisti. Ciò che rende L’anniversario una lettura particolarmente stimolante per chi si occupa di educazione è la sua capacità di sollevare interrogativi profondi sulla resilienza umana, sulle relazioni familiari e sul modo in cui le esperienze passate plasmano il nostro presente e futuro. Non è un testo che offre risposte facili; al contrario, costringe il lettore a confrontarsi con le proprie zone d’ombra, a riflettere sulla complessità delle dinamiche umane e sul significato di formazione intesa come continuo processo di scoperta di sé. L’approccio può risultare “scomodo” proprio per l’onestà brutale nel porre domande, rendendolo un’esperienza di lettura arricchente e provocatoria per chiunque creda nel potere della narrativa di stimolare la riflessione critica.


Francesco Vidotto, Onesto, Bompiani, 2025

Il romanzo di Francesco Vidotto ci immerge in una narrazione potente e commovente, sullo sfondo di un paesaggio dolomitico che porta al confine di mondo magico. Al centro della vicenda troviamo la storia di un uomo che, dopo una vita intera di sacrifici e onestà, si trova di fronte a una prova inaspettata che mette in discussione i suoi principi più radicati. Vidotto esplora con delicatezza e profondità i temi dell’integrità morale, del coraggio delle proprie scelte e della resilienza di fronte alle avversità, delineando il significato profondo del rimanere fedeli a sé stessi e ai propri valori, anche quando il mondo circostante sembra spingere in direzioni opposte. Attraverso personaggi insieme fragili e potenti, il romanzo permette di esplorare la complessità delle decisioni umane e le conseguenze delle proprie azioni, incoraggiando a sviluppare un pensiero critico sul significato dell’essere “onesti” in un’epoca che spesso sembra premiare l’opportunismo. La forza intrinseca della storia e la profondità con cui vengono trattati i personaggi rendono Onesto un esempio di come la letteratura possa essere un potente veicolo per trasmettere messaggi educativi fondamentali e per stimolare l’empatia, arricchendo così il bagaglio personale e professionale di ogni insegnante.


Aldo Capitini, Teoria e pratica della nonviolenza. La grande rivoluzione dell’inclusione per il tempo dell’istigazione all’odio, GoWare, 2018

Nell’attuale panorama globale, spesso segnato da tensioni crescenti, polarizzazioni e una preoccupante istigazione all’odio, la riscoperta del pensiero di Aldo Capitini, tra i fondatori della nostra Associazione, assume un’importanza cruciale, specialmente per chi opera nel mondo dell’educazione. Questo volume non è solo un testo storico sulla filosofia della nonviolenza, ma un vero e proprio manuale operativo, una bussola morale e pedagogica per affrontare le sfide del nostro tempo. Capitini offre una visione della nonviolenza non come semplice assenza di conflitto o passività, ma come una forza attiva e costruttiva, una “grande rivoluzione” che mira all’inclusione radicale di ogni individuo. In un’epoca in cui le narrazioni divisive e l’esclusione sembrano guadagnare terreno, comprendere e insegnare i principi di una nonviolenza proattiva diventa fondamentale per formare cittadini capaci di dialogare, rispettare le differenze e costruire ponti anziché muri. Inoltre, sottolinea l’importanza della “persuasione” e della “compresenza”, concetti che risuonano con forza nell’ambiente scolastico. Educare alla nonviolenza significa anche sviluppare la capacità di ascolto, di empatia e di comprensione reciproca, strumenti indispensabili per gestire i conflitti in classe e promuovere un clima di sereno confronto.
Il suo pensiero ci spinge a considerare l’aula non solo come luogo di trasmissione di saperi, ma come laboratorio di democrazia, dove la pratica quotidiana del rispetto e dell’inclusione può contrastare l’istigazione all’odio fin dalle sue radici.
Conoscere Capitini significa dotarsi di strumenti teorici e pratici per promuovere una cultura di pace e diritti umani, elementi imprescindibili per la costruzione di una società più giusta e resiliente.


Vincenzo Lifranchi, Madre era la neve. Storia di Ludvik, Amazon KDP, 2025

Ambientato in Cecoslovacchia nel 1965 nel borgo di Lesnì, alla periferia della cittadina boema di Dobris, il romanzo racconta le vicende di un gruppo di ragazzi, non ancora adolescenti, che alterna periodiche esplorazioni dei boschi circostanti alla vita ripetitiva del luogo. Tra loro troviamo Ludvik, 13 anni e aspirazioni diverse da ciò che gli adulti progettano per lui: è attratto dalla letteratura e dalla poesia, ma non ha mezzi per alimentare la sua passione.
Un incidente nel bosco durante un gioco di squadra con i compagni, proietta Ludvik in un limbo che lo porterà improvvisamente ad affrontare il distacco dalla famiglia e la paura della morte.
Ospite forzato in un sanatorio, incontra Angelo Maria Ripellino, maestro della poesia italiana, vibrante e diverso dagli adulti che popolano il suo mondo. L’incontro offre a Ludvik una via di crescita e di accettazione dei propri limiti e delle proprie possibilità.
Avvolti dalla sognante presenza della neve, l’autore trasporta i lettori in un mondo al confine tra la vita e la fantasia, alla ricerca della propria strada. Tra romanzo di formazione, riflessione sulla poesia e, in parte, avventura, un romanzo di sicuro interesse, scritto con grazia da un sorprendente dirigente scolastico.


Oltre le competenze. Pedagogia e vita, 1 (2025)

Questo numero di “Pedagogia e vita” si propone come un compagno di riflessione ideale per le giornate estive, sia che vi troviate sotto l’ombrellone con il suono del mare in sottofondo, sia che preferiate la quiete di un rifugio di montagna. I temi trattati sono vari e stimolanti, invitando a una riflessione sul presente e sul futuro dell’educazione. Si parte dall’impatto dell’intelligenza artificiale, un argomento quanto mai attuale, per capire se possa essere uno strumento di crescita professionale (upskilling) o se, al contrario, porti a un impoverimento delle capacità (declino delle competenze). La riflessione prosegue esplorando i limiti stessi della competenza e il rischio di una “meccanizzazione della mente”, un monito a non ridurre il pensiero a mera esecuzione. Un altro saggio invita a seguire il percorso che porta “da competente a competitivo, da competitivo a disincantato”, offrendo una prospettiva sulla possibile disillusione legata a un approccio meramente performativo. Non mancano poi approfondimenti sulle competenze non cognitive, sempre più riconosciute come essenziali, e sul modo di “ripensarle” in un contesto educativo. Centrale è anche il concetto di “agency”, intesa come capacità di agire e trasformare la competenza, esplorando al contempo aspirazione e soggettivazione. Il lettore è poi invitato a superare i “luoghi comuni” legati alle competenze, per abbracciare una visione più ampia che includa l’individualità, la misteriosità e la relazionalità, spingendosi “oltre le competenze”. Viene persino introdotto un affascinante e provocatorio concetto di “demonismo educativo”. Il dibattito si allarga poi al ruolo delle competenze nella formazione delle professioni di cura, un ambito dove l’aspetto umano è predominante. Non poteva mancare un’analisi critica del profilo e della funzione docente nella normativa italiana, un tema caro a chi opera quotidianamente nella scuola (scritto dal nostro dirigente Francesco Rovida). Infine, il numero si chiude con una prospettiva che va “oltre le competenze”, abbracciando la formazione e il sapere come consapevolezza e responsabilità educativa, e con una riflessione sul discorso pedagogico tra emancipazione e le pervasive pressioni neoliberiste.
In definitiva, una lettura ricca e stimolante, ideale per chi desidera dedicare del tempo prezioso a una riflessione profonda sul proprio ruolo di educatore e sul significato più ampio dell’apprendimento e della formazione, lontano dalla frenesia quotidiana.


Elio Pecora, La ragazza con il vestito di legno e altre fiabe italiane, Bibliotheka, 2025

Preparatevi a un viaggio affascinante nel cuore della tradizione orale italiana con questa straordinaria raccolta curata dal noto scrittore e critico letterario Elio Pecora, da sempre legato a EIP Italia. Non è solo un compendio di racconti, ma una finestra aperta su un mondo dove amori e incantesimi, stratagemmi e crudeltà si intrecciano con la saggezza popolare. Come racconta lo stesso Pecora, l’idea di questa antologia è nata da un precedente lavoro radiofonico, che lo ha portato a esplorare l’immenso patrimonio fiabistico del nostro Paese, seguendo idealmente le orme di giganti come Italo Calvino. Il suo intento non era quello di un’indagine folcloristica, ma di comunicare lo stupore e la meraviglia che queste storie, tradotte dagli originali dialetti regionali, sanno ancora suscitare. È un’immersione nei “destini e i desideri di tanti”, un’eco delle voci che per secoli hanno animato veglie e focolari. Le fiabe, pur aprendosi con il classico “C’era una volta”, celano un miscuglio di colori, dove la purezza e la morte si mescolano. Alternano racconti drammatici, romantici e fantastici, sempre con un messaggio chiaro e una finalità educativa. Pur essendo immaginifiche, spesso rivelano risvolti inquietanti, annidando tra le righe eventi storici, antiche leggende e fatti di cronaca mai dimenticati. Le fiabe vivono nel tempo in cui vengono narrate, modificando la loro pelle e i loro tratti per adattarsi alle esigenze del momento, rimanendo così sempre attuali e ricche di mistero. Sviluppano l’immaginazione, favoriscono la creatività e, in ultima analisi, aiutano a crescere, permettendo a chi ascolta o legge di riconoscersi e identificarsi in un mondo interiore ed emotivo. In questa raccolta, Elio Pecora offre l’occasione di entrare nel conforto e nel turbamento di narrazioni che svelano il vero sotto forma di finzione: ogni aspetto della vita è messo in evidenza con una semplicità concettuale che rimane impressa, grazie all’incanto che queste fiabe sanno suscitare anche nella loro ferocia. Con una scrittura genuina e schietta, Elio Pecora libera ogni aspetto dell’esistenza, suscitando curiosità e portando il lettore alla vera essenza di questi brevi racconti. Una narrazione affascinante che non inganna, ma apre le porte a un patrimonio culturale senza tempo.


Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza, Fazi Editore, 2025

La poesia ha un potere unico: quello di dare voce all’indicibile, di illuminare le ombre e di connettere anime. In un mondo che troppo spesso sembra sordo al grido di chi soffre, questa raccolta di poesie si propone come uno strumento prezioso e sensibile per voi, educatori impegnati a formare cittadini consapevoli e compassionevoli. Questa raccolta nasce dal desiderio profondo di trasformare il dolore e l’ingiustizia in un’opportunità di riflessione e azione. Ogni verso è un eco delle storie di chi vede i propri diritti negati: i migranti che affrontano viaggi disperati, i bambini costretti al lavoro, le donne vittime di violenza, le minoranze perseguitate. Non si tratta solo di denuncia, ma anche di resilienza, speranza e la forza inarrestabile dello spirito umano che lotta per la propria dignità.
Sappiamo quanto sia fondamentale sensibilizzare i vostri studenti sui temi dei diritti umani. Il loro grido è la mia voce può essere un punto di partenza toccante e coinvolgente per le vostre lezioni. Le poesie possono fungere da spunto per discussioni in classe, attività di scrittura creativa, progetti di approfondimento e momenti di riflessione collettiva. Attraverso la lente della poesia, i concetti astratti di giustizia, uguaglianza e dignità umana diventano più concreti e vicini all’esperienza emotiva degli studenti.
Vi invitiamo a scoprire questa raccolta, a leggerla, a farla vostra e, soprattutto, a portarla nelle vostre aule. Che sia un ponte tra i vostri studenti e le voci di chi attende di essere ascoltato, un richiamo potente all’empatia e all’impegno per un mondo più giusto e umano.
Con la poesia, possiamo davvero fare la differenza.


Edith Bruck e Andrea Riccardi, Oltre il male, Laterza, 2024

Il volume, vincitore del Premio letterario internazionale “Eugenia Bruzzi Tantucci” 2024, è un dialogo semplice, diretto e chiaro, eppure “scandaloso”. La dimensione dialogica del volume pervade la scrittura, facendo emergere, quasi con il linguaggio delle antinomie pedagogiche, una serie di polarità, a volte esplicite e altre solo implicite: dagli autori (donna e uomo; ebrea e cristiano; italiana per scelta e italiano per nascita; nati prima e dopo la seconda guerra mondiale) ai temi annunciati dai cinque capitoli (male/guerra e bene/pace; luce e buio; vittime e vittimismo; forza e debolezza; distruzione e riparazione).
E accompagna il lettore in un viaggio nella Storia e nelle storie, alimentando la consapevolezza di trovarsi a contatto con testimonianze vive della Storia come evento universale, rilette con la semplicità diretta della storia personale: un modo, forse, per renderci consapevoli che abbiamo il potere di poter cambiare il corso degli eventi, se siamo in grado di vivere con consapevolezza e coraggio le scelte quotidiane.
Oltre il male ha il coraggio di affermare con chiarezza che la guerra è il male più grave, mentre “la pace è oggi quasi scomparsa dall’orizzonte del futuro” perché, afferma Riccardi, “sembra che abbiamo accettato la guerra come un fatto inevitabile”.


Antonio Augenti, Una scuola per Fiocco di neve. Cultura Efficienza Giustizia sociale, Armando, 2022

Il testo di Augenti non è un saggio accademico nel senso più tradizionale, bensì una severa e ragionata denuncia: punta il dito contro l’inerzia e il conformismo di una classe dirigente che, a suo dire, è incapace di interpretare i segni di un mutamento che è già qui, intorno a noi, e che sta ridefinendo ogni aspetto della contemporaneità. Parliamo di una dirigenza che fatica a cogliere le dinamiche in atto, e che di conseguenza, stenta a offrire risposte efficaci alle sfide che ci troviamo ad affrontare quotidianamente. Ma il volume non si ferma alla critica. Augenti, vincitore del Premio letterario internazionale “Eugenia Bruzzi Tantucci” nel 2023, ci offre una rigorosa e sensibile analisi dei temi, delle pulsioni e delle sfide che emergono da una cultura in continua evoluzione, da un’economia globale sempre più complessa e da questioni di giustizia sociale che non possiamo più ignorare. Questo significa riflettere su come l’istruzione possa e debba rispondere a un mondo che non è più quello per cui sono stati pensati molti dei nostri attuali modelli educativi. Come possiamo preparare i nostri studenti a un futuro che non conosciamo ancora del tutto? Come possiamo dotarli degli strumenti per essere cittadini attivi e consapevoli in una società in rapido cambiamento?
Infine, e questo è forse l’aspetto più audace del libro, Una scuola per fiocco di neve presenta una volutamente provocatoria proposta di cambiamento strutturale. Non si tratta di piccole modifiche o aggiustamenti marginali, ma di un’idea coraggiosa che mira a ripensare il modello organizzativo del sistema d’istruzione e di formazione nelle società del XXI secolo. Augenti ci invita a chiederci: siamo davvero pronti a mettere in discussione le fondamenta di ciò che conosciamo per costruire qualcosa di più adatto alle esigenze attuali e future?
Una lettura, a suo modo, professionalmente coraggiosa.

Il World Social Report 2025: un appello alla solidarietà per i diritti umani

Un imperativo per la cooperazione globale e il progresso sociale


Con profonda considerazione presentiamo oggi un’analisi del “World Social Report 2025: A New Policy Consensus to Accelerate Social Progress” (Rapporto Sociale Mondiale 2025: Un Nuovo Consenso Politico per Accelerare il Progresso Sociale), una pubblicazione congiunta del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (DESA) e dell’Istituto Mondiale dell’Università delle Nazioni Unite per la Ricerca sull’Economia dello Sviluppo (UNU-WIDER). Questo documento, che funge da riflessione sui risultati sociali del passato e da guida per l’azione futura, è di cruciale rilevanza per la nostra missione di promozione dell’educazione ai diritti umani.

Il Rapporto evidenzia come, nonostante i progressi straordinari nel benessere materiale degli ultimi tre decenni e una significativa riduzione della povertà estrema , le società globali si trovino ad affrontare sfide complesse e persistenti. La crescente polarizzazione e le tensioni internazionali rendono la solidarietà globale un’esigenza impellente.

Sintesi delle dinamiche sociali contemporanee

Il “World Social Report 2025” delinea un quadro analitico delle problematiche sociali attuali, individuando tre dimensioni interconnesse che ostacolano il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs):

  • Insicurezza dei mezzi di sussistenza. Nonostante i miglioramenti, una quota considerevole della popolazione mondiale rimane vulnerabile alla deprivazione, con oltre 690 milioni di persone che vivono in povertà estrema (meno di $2.15 al giorno) e oltre 2.8 miliardi con un reddito tra $2.15 e $6.85 al giorno. L’instabilità economica è diffusa, con quasi il 60% della popolazione globale seriamente preoccupata di perdere il lavoro o di non trovarne uno. Le crisi recenti, i crescenti rischi legati al cambiamento climatico e i conflitti aggravano ulteriormente la povertà, rendendo le uscite dalla povertà spesso temporanee.
  • Disuguaglianze persistenti e profonde. Dal 1990, la disuguaglianza di reddito è aumentata nella maggior parte dei paesi ad alto reddito e in alcuni paesi a medio reddito, come la Cina e l’India, che complessivamente ospitano due terzi della popolazione mondiale. La ricchezza e il reddito sono sempre più concentrati al vertice. Le rapide innovazioni tecnologiche, in particolare l’intelligenza artificiale, contribuiscono a disuguaglianze, con effetti dissimili tra i livelli di competenza e di genere. Il cambiamento climatico, inoltre, rallenta la riduzione della povertà ed esacerba la disuguaglianza.
  • Calo della fiducia e indebolimento della coesione sociale. La coesione sociale è a rischio, con una crescente polarizzazione e un deficit di fiducia sia nelle istituzioni che tra gli individui. Oltre la metà della popolazione mondiale ha poca o nessuna fiducia nel proprio governo. Le generazioni più giovani mostrano livelli di fiducia sempre più bassi. La diffusione di disinformazione, facilitata dalle tecnologie digitali, rafforza le divisioni e alimenta la sfiducia. Questo ciclo vizioso di insicurezza, disuguaglianza e sfiducia compromette la capacità di azione collettiva.

Verso un nuovo consenso politico: implicazioni per l’educazione ai Diritti umani

Il Rapporto argomenta che le sfide attuali non possono essere affrontate in isolamento, ma richiedono un nuovo consenso politico basato su equità, sicurezza economica per tutti e solidarietà. Questi principi, mutuamente rafforzativi, sono indispensabili per consolidare le dimensioni sociali, economiche e ambientali dello sviluppo sostenibile. Per la nostra associazione, l’educazione ai diritti umani si posiziona come strumento essenziale per la realizzazione di tale consenso.

Consideriamo prioritari i seguenti aspetti per la nostra azione educativa:

  • Riaffermare il ruolo e la qualità delle Istituzioni e delle norme. Il Rapporto sottolinea che la coesione sociale e la fiducia dipendono intrinsecamente dalla qualità delle istituzioni e delle norme. Le istituzioni devono evolvere per affrontare le sfide attuali e soddisfare le aspettative dei cittadini. L’educazione ai diritti umani deve quindi promuovere una comprensione critica delle strutture istituzionali, incoraggiando la partecipazione civica e la richiesta di trasparenza e responsabilità. La promozione di valori quali l’equità, la giustizia e la non discriminazione attraverso l’educazione è fondamentale per costruire istituzioni inclusive.
  • Contrasto alla disinformazione e promozione dell’alfabetizzazione digitale: La proliferazione di disinformazione, facilitata dalle tecnologie digitali, mina la fiducia e la coesione sociale. È imperativo integrare nell’educazione ai diritti umani lo sviluppo di competenze critiche per l’analisi dei media e l’alfabetizzazione informativa. Fornire agli individui gli strumenti per discernere le informazioni false e manipolate è essenziale per salvaguardare il dialogo pubblico e la partecipazione democratica.
  • Promozione della partecipazione civica inclusiva. La percezione di avere voce nei processi decisionali è un fattore chiave per la fiducia nelle istituzioni. L’educazione ai diritti umani deve coltivare la partecipazione civica a tutti i livelli, promuovendo meccanismi che garantiscano l’inclusione di tutte le voci, specialmente quelle storicamente marginalizzate. L’espansione della partecipazione, anche attraverso strumenti digitali, deve essere accompagnata da garanzie di accessibilità e protezione dei diritti.
  • Sensibilizzazione sulle disuguaglianze multidimensionali. Il Rapporto mette in luce la natura complessa della povertà, che va oltre la mera dimensione del reddito. Esso evidenzia inoltre l’invisibilità statistica di numerosi gruppi vulnerabili. L’educazione ai diritti umani deve accrescere la consapevolezza su queste disparità multidimensionali e sull’importanza del riconoscimento e della visibilità di tutti gli individui e gruppi sociali per un’allocazione equa delle risorse e la promozione della giustizia sociale.
  • Approccio integrato alle Politiche sociali. Il Rapporto enfatizza la necessità di un approccio “whole-of-government” e di soluzioni politiche integrate per affrontare le sfide sociali. Ciò significa che le politiche sociali non devono essere considerate come meri “correttivi” post-fattuali alle politiche economiche, ma come componenti intrinseche e interdipendenti dello sviluppo sostenibile. L’educazione ai diritti umani deve quindi promuovere una comprensione olistica delle politiche pubbliche e del loro impatto sulla realizzazione dei diritti, incoraggiando una prospettiva che metta le persone al centro di tutte le decisioni.

Prospettive future: un impegno continuo

Il “World Social Report 2025” non è un punto di arrivo, ma un catalizzatore per un processo a lungo termine. Il prossimo Secondo Vertice Mondiale per lo Sviluppo Sociale, unitamente alla Quarta Conferenza Internazionale sul Finanziamento per lo Sviluppo, rappresenterà un’occasione cruciale per rafforzare la cooperazione internazionale e tradurre gli impegni in azioni concrete.

La nostra Associazione riafferma il proprio impegno a contribuire a questo sforzo globale attraverso l’educazione. La sfida consiste nel generare uno slancio duraturo, garantendo che le promesse si traducano in azioni per un futuro più equo e sicuro per tutti. In definitiva, la nostra responsabilità non si limita alle politiche o alla politica, ma si concentra sulle persone.


Dieci anni di Laudato si’

Un richiamo profetico per la nostra Casa Comune


Dieci anni fa di questi giorni, Papa Francesco pubblicò un testo rivoluzionario che avrebbe segnato un punto di svolta nel dibattito globale sull’ambiente e sulla società: l’enciclica Laudato si’.
Prendendo il nome dal “Cantico delle Creature” di San Francesco d’Assisi, un testo presente nel percorso di studi di tutti gli studenti, questa lettera papale non è stata solo una riflessione, ma un vero e proprio grido d’allarme, un appello a riconoscere una “guerra” silenziosa e distruttiva che l’umanità sta conducendo contro il creato.
A fronte del precipitare delle crisi climatiche, ambientali, sociali e persino belliche che hanno caratterizzato l’ultimo decennio, il Papa ha riaffermato l’urgenza di questo messaggio, sottolineando nel 2023 l’importanza di unirsi per “custodire il Creato come dono sacro del Creatore” e di “porre fine all’insensata guerra alla nostra Casa comune”.

L’Ecologia Integrale: un ponte tra uomo e ambiente

Al centro del pensiero di Papa Francesco in Laudato si’ c’è il concetto di “ecologia integrale”. Questo approccio ci insegna che non possiamo separare la cura dell’ambiente dalla cura dell’uomo e della società. La questione ambientale non è un problema isolato, ma la manifestazione di una più ampia e complessa crisi socio-ambientale. Il Papa ribadisce che “ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme”, evidenziando come la povertà, l’esclusione sociale, l’inquinamento e i modelli economici distorti siano tutti aspetti interconnessi di un’unica, profonda crisi. Per questo, è fondamentale smettere di considerare la natura come un mero “oggetto da sfruttare” e iniziare a vederla come un “dono sacro da custodire”. L’enciclica sfida la “cultura dello scarto” e i sistemi economici-finanziari che privilegiano il profitto a discapito del benessere del pianeta e delle persone.

I Pilastri di un Messaggio Universale

Laudato si’ si distingue per alcuni meriti fondamentali che ne hanno amplificato la risonanza:
1. Tutto è connesso. Il primo grande insegnamento è che tutto nell’universo è interconnesso. Non esiste una “questione ambientale” separata da quella sociale. I cambiamenti climatici, le migrazioni forzate, i conflitti e la povertà non sono problemi distinti, ma piuttosto manifestazioni di una crisi più profonda, che è principalmente etica, culturale e spirituale. L’enciclica smaschera la logica del “profitto immediato” e del “mercato divinizzato”, individuando nel “paradigma tecnocratico” dominante la radice del problema. Questo modello di sviluppo, che considera la terra una semplice merce e si ossessiona con gli idoli del denaro e del potere, genera nuove forme di “colonialismo ideologico” che distruggono l’ambiente, le culture e la convivenza pacifica.
2. La cura del creato come dimensione della fede. Laudato si’ ha avuto il merito cruciale di mostrare ai cristiani che la cura per l’ambiente non è un’azione opzionale, ma una dimensione intrinseca della fede. Al centro del testo vi è il “Vangelo della creazione”, che sottolinea come l’emergenza ecologica sia parte integrante della missione di liberazione della Chiesa. Prendersi cura della “Casa comune” è un atto di fedeltà al Creatore, un Dio che ha donato il mondo a tutti. Riscoprire questa realtà significa riscoprire il valore della vita e difenderla da ogni forma di sfruttamento.
3. Una responsabilità ecumenica: L’enciclica ha evidenziato l’importanza della responsabilità ecumenica nella cura del creato. Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli, una figura pionieristica in questo campo, viene citato per la sua visione della cura del creato come un “servizio liturgico”. Ciò significa che l’impegno ambientale della Chiesa è una manifestazione concreta della sua missione. L’accoglienza positiva di Laudato si’ in diversi ambienti ecclesiali ha portato alla nascita di movimenti come il Movimento Laudato si’, che promuovono la “conversione ecologica” e l’adozione dell’ecologia integrale come via per la pace e la riconciliazione con il creato.

Guardando al Futuro

A dieci anni dalla sua pubblicazione, Laudato si’ continua a essere una bussola per per l’intera umanità. Ha risvegliato la consapevolezza che la cura della Casa comune è un dovere di tutti, “come una madre si prende cura del suo bambino”.
Il messaggio è chiaro: il nostro presente e il nostro futuro dipendono dalla nostra capacità di comprendere e agire secondo i principi dell’ecologia integrale.

Quali passi concreti possiamo intraprendere, individualmente e collettivamente, per rispondere a questo profetico appello alla cura della nostra Casa comune?



Giornata dell’Europa – 9 maggio

Un pensiero dalle poesie del nostro Concorso


La Giornata dell’Europa, che si svolge ogni anno il 9 maggio, celebra la pace e l’unità in Europa.
La data segna l’anniversario della “dichiarazione Schuman”, una storica proposta presentata nel 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman che ha gettato le basi della cooperazione europea. La proposta di Schuman è considerata l’atto di nascita di quella che oggi è l’Unione europea.

La Giornata dell’Europa 2025 è un’occasione speciale perché ricorrono i 75 anni dalla dichiarazione Schuman.
Scopri la storia delle sue idee visionarie e il modo in cui ci hanno aiutato a creare l’UE come la conosciamo oggi.


L’Italia che cresce è quella sostenibile

Con la transizione ecologica e digitale il Pil a +1,1% nel 2035 e a +8,4% nel 2050


In apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile a Milano, la presentazione del “Rapporto di Primavera 2025” dell’ASviS con gli scenari per il futuro dell’economia italiana. Con la Net Zero Transformation evidenti i benefici economici. L’ASviS chiede con urgenza un Piano di Accelerazione della transizione. Milano, 7 maggio 2025. Un Pil più alto dell’1,1% nel 2035 e dell’8,4% nel 2050, rispetto allo scenario base, con dinamiche positive per l’industria, l’agricoltura e i servizi, disoccupazione più bassa, riduzione del debito pubblico, nonostante l’aumento degli investimenti: sono solo alcuni degli effetti positivi per l’Italia se si decidesse di accelerare la transizione ecologica e digitale. È questo il quadro che emerge dal “Rapporto di Primavera 2025” dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ETS (ASviS), presentato oggi a Milano all’evento inaugurale del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025, all’Auditorium del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Il Rapporto, dal titolo “Scenari per l’Italia al 2035 e al 2050. Il falso dilemma tra competitività e sostenibilità”, realizzato in collaborazione con Oxford Economics e contenente, per la prima volta, anche dati per i diversi comparti economici, dimostra che nello scenario Net Zero Transformation il sistema produttivo nazionale potrebbe registrare benefici già al 2035, con il Pil che potrebbe essere superiore dell’1,1% rispetto a quello dello scenario di base e il tasso di disoccupazione inferiore di 0,7 punti percentuali. Il trend positivo continuerebbe successivamente e nel 2050 il Pil sarebbe superiore dell’8,4% a quello tendenziale, grazie al rallentamento del riscaldamento globale, all’innovazione e all’aumento dell’efficienza energetica, che contribuirebbero anche a ridurre la spesa per i danni ambientali e ad aumentare le entrate fiscali. In questo modo, nonostante l’aumento degli investimenti pubblici, si registrerebbe anche un miglioramento del rapporto debito pubblico/Pil rispetto allo scenario di base. “È a questo scenario virtuoso che dobbiamo guardare, rispetto agli altri tre analizzati (Net Zero, Transizione Tardiva, Catastrofe Climatica) – ha sottolineato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS. – Dobbiamo accelerare la transizione, non rallentarla, e sostenerla con investimenti innovativi a tutto campo, perché questo produrrebbe risultati positivi per tutti i settori sia al 2035, sia al 2050, con l’ovvia eccezione dell’estrazione e della produzione di combustibili fossili: rispetto allo scenario di base, il valore aggiunto della manifattura resterebbe invariato nel 2035, ma crescerebbe del 9,3% nel 2050; quello dei servizi aumenterebbe dello 0,5% nel 2035 e del 5,9% nel 2050; quello delle costruzioni del 6,9% e del 18,2%; quello dell’agricoltura resterebbe stabile nel 2035, ma crescerebbe del 7,1% nel 2050; quello delle utilities del 13,9% nel 2035 e del 52,6% nel 2050 (con la ricomposizione a favore della generazione e distribuzione di energia elettrica da rinnovabili)”. In termini aggregati, il comparto industriale vedrebbe il valore aggiunto aumentare dell’1,7% nel 2035 e del 14,9% nel 2050, un valore maggiore di quello che sperimenterebbe la Germania nello stesso periodo. Anche per i servizi si registrerebbe un risultato complessivamente positivo, visto che essi presentano una bassa intensità energetica, che li rende più protetti dai costi della transizione energetica e dalla debolezza della spesa dei consumatori. “La sostenibilità è una leva strategica per rafforzare il sistema produttivo e sociale del nostro Paese ed è sbagliato pensare che ci sia contrapposizione tra sostenibilità e competitività – ha commentato Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS – Come dimostrano le simulazioni condotte con Oxford Economics, l’inazione ha costi crescenti, mentre investire nella sostenibilità conviene, perché aumenta la redditività delle imprese e genera benessere sociale”. Gli studi, già disponibili e citati nel Rapporto, dimostrano che le imprese italiane che investono in sostenibilità aumentano la produttività, la competitività e la solidità finanziaria. Ad esempio, se il 34,5% delle PMI e il 73,8% delle grandi imprese sono già impegnate in attività di tutela ambientale, quelle manifatturiere sostenibili registrano una produttività più alta del 5-8% rispetto alle altre. Quasi il 50% delle imprese italiane ha adottato almeno una pratica di economia circolare con risultati finanziari migliori, maggiori investimenti e minore indebitamento. Il 92% delle imprese familiari e l’89% delle non familiari riconosce che integrare la sostenibilità nel business porta benefici, a partire dalla reputazione e fiducia nel brand: per questo è tra gli obiettivi prioritari dei prossimi tre anni. A livello globale, tuttavia, il contesto si complica, come mostrato nel primo capitolo del Rapporto: la crisi del multilateralismo, la disinformazione e il ritorno dei nazionalismi minacciano gli sforzi collettivi per affrontare le grandi sfide comuni, compresa quella climatica e quella sociale. L’Italia e l’Europa sono ad un bivio storico: continuare con interventi timidi o scegliere di guidare la trasformazione con scelte coraggiose e sistemiche. Anche alla luce dell’analisi delle politiche pubbliche condotte nel 2024, dello stato del PNRR e dei contenuti dell’ultima Legge di Bilancio (cui è dedicato il terzo capitolo del Rapporto), l’ASviS ribadisce che per il nostro Paese sarebbe un grave errore rinviare le scelte che vanno fatte oggi: infatti, nello scenario “Transizione Tardiva”, le conseguenze per l’economia italiana sarebbero decisamente negative (il Pil sarebbe inferiore a quello tendenziale del 2,4% nel 2035), mentre nello scenario “Catastrofe Climatica” nel 2050 esso si ridurrebbe del 23,8%, con una tendenza all’ulteriore peggioramento nella seconda parte del secolo. L’ASviS evidenzia la necessità e l’urgenza di elaborare un Piano di Accelerazione Trasformativo (PAT), già promesso dall’Italia in sede Onu nel 2023, e i cui contenuti (economici, sociali, ambientali e istituzionali), sono individuati e dettagliati nel quarto capitolo del Rapporto, grazie alla competenza degli oltre mille esperti che operano nei Gruppi di lavoro dell’ASviS in rappresentanza delle oltre 320 organizzazioni che ad essa aderiscono. Del resto, la transizione sostenibile non è solo un’opportunità economica, ma anche un impegno che affonda le sue radici nella Costituzione italiana, soprattutto dopo le modifiche intervenute nel 2022, anche grazie all’attività dell’ASviS. Le oltre 1200 iniziative inserite a oggi nel cartellone del Festival dello Sviluppo Sostenibile sono la testimonianza di una mobilitazione capillare e senza precedenti sui temi dello sviluppo sostenibile. Il programma Il primo evento del Festival dello Sviluppo Sostenibile, “Sostenibilità o competitività? Un falso dilemma”, nel primo giorno del Conclave, si apre con la proiezione di un video dedicato a Papa Francesco e ai momenti più significativi del suo pontificato dedicati allo sviluppo sostenibile. Seguono i saluti istituzionali del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala e del Presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini e le testimonianze di giovani imprenditrici e imprenditori impegnati nella twin transition: Eleonora D’Ascenzi (Università di Firenze) e Dario Casalini (Fondatore di Slow Fiber). Il keynote speech di Francesco La Camera (Direttore Generale dell’IRENA) si sofferma sulle “prospettive e il ruolo del settore privato”. Poi, l’intervento di Enrico Giovannini (Direttore scientifico dell’ASviS) che presenta il “Rapporto di Primavera 2025” dell’ASviS e apre il dibattito con gli interventi di Angelica Krystle Donati (Presidente Nazionale dei Giovani ANCE), Giovanna Melandri (Presidente di Human Foundation), Mario Monti (Presidente dell’Istituto Javotte Bocconi) e Alessandro Terzulli (Chief Economist, Impact & ESG di SACE). Segue un secondo keynote speech, quello di Paolo Gentiloni, ex Commissario europeo per l’economia, che si sofferma sul ruolo dell’Unione europea nei nuovi scenari geopolitici. L’ultima tavola rotonda della mattinata “Transizione ecodigitale, nuovo paradigma per una competitività sostenibile” si apre con un video contributo di Lorenzo Pregliasco (Founding Partner Quorum e YouTrend) sull’atteggiamento dell’opinione pubblica italiana nei confronti del cambiamento climatico e l’introduzione di Valerio de Molli (Managing partner e CEO, The European House – Ambrosetti e TEHA Group). Prendono parte alla discussione Mario Corti (Senior Partner di KPMG), Maria Enrica Danese (Direttrice Corporate Communication & Sustainability di TIM), Luigi Gallo (Responsabile Incentivi e Innovazione di Invitalia), Nicola Lanzetta (Direttore Italia del Gruppo Enel), Albino Russo (Direttore generale di Ancc-Coop) e Ninell Sobiecka (Presidente e Amministratore delegato di L’Oréal Italia). Nel pomeriggio i lavori riprendono con l’intervento di Gelsomina Vigliotti (Vicepresidente della BEI) che analizza il tema degli investimenti necessari per uno sviluppo sostenibile e con le testimonianze di giovani imprenditori “Voci dall’Italia, non da Marte”: Jacopo Moschini (Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia) e Federico Stefani (Founder e CEO di VAIA). Si entra poi nel vivo di una riflessione sulla dimensione sociale e finanziaria della sostenibilità. A una prima sessione di lavoro, dal titolo “Le persone, il lavoro: la sostenibilità sociale è un costo?”, intervengono Andrea Cipolloni (CEO Eataly Group), Simone Gamberini (Presidente di Legacoop), Alberto Pirelli (Presidente della Fondazione Sodalitas), Monica Salvestrin Brogi (Consigliere Delegato Confimprese e Founder NAU!), Stefano Scarpetta (Direttore per il lavoro e gli affari sociali dell’OCSE) e Marisa Parmigiani (Presidente di Sustainability Makers – the professional network). Successivamente Giovanni Malagò, Presidente del Coni, propone una riflessione sul tema delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 come “una scommessa per il futuro”. A chiudere il dibattito del pomeriggio, l’ultima tavola rotonda sul tema della “finanza sostenibile: sogno o realtà?”, con gli interventi di Mario Calderini (Politecnico di Milano), Fabio Massoli (Direttore Amministrazione, Finanza, Controllo e Sostenibilità di CDP), Claudia Parzani (Presidente di Borsa Italiana) e Francesco Timpano (Università Cattolica del Sacro Cuore). Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, tira le conclusioni del primo evento del Festival dello Sviluppo Sostenibile. L’evento è condotto da Marco Frittella (Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali RAI COM), con la moderazione nella prima parte della mattinata di Nicola Saldutti (Caporedattore economia del Corriere della Sera).