Verrà lanciato il 25 ottobre 2023 alla presenza del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito con delega per l’Educazione civica, on. Paola Frassinetti, la 52° edizione del Concorso Nazionale EIP Italia, che ogni anno propone alle scuole di ogni ordine e grado una tematica da approfondire nell’azione didattica.
Il Consiglio direttivo di EIP Italia ha scelto di dedicare il 52° Concorso Nazionale al riconoscimento dei diritti umani, con riferimento al celebre motto “I have a dream” che Martin Luther King pronunciò in un discorso il 28 agosto 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una manifestazione per i diritti civili che, nel tempo è diventato simbolo della lotta contro il razzismo negli Stati Uniti.
La scelta del tema per il 52° Concorso intende esaltare i principi e i valori contenuti nel discorso, in perfetta sintonia con quelli fondativi dell’EIP: primato della libertà, affermazione dei diritti di uguaglianza, abbattimento della segregazione e delle discriminazioni, invito alla speranza, urgenza dell’azione concreta e attuale per il riconoscimento dei diritti umani di ciascuno, costruzione di un mondo migliore per le generazioni future. Nel ricordo di questo discorso e della sua forza propulsiva, EIP Italia propone a docenti e studenti di riflettere sui “sogni di futuro” che caratterizzano oggi le comunità scolastiche e civili, per l’affermazione dei valori costituzionali e dei diritti umani.
SCADENZA PER LA PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE 15 aprile 2024
La premiazione avverrà nel corso della cerimonia per il 51° Concorso Nazionale EIP il giorno mercoledì 25 ottobre presso l’Auditorium della Biblioteca Nazionale di Roma
Elio Pecora è un uomo, un poeta che ha interpretato la vita come “L’avventura di restare”, ha inteso dedicare la sua vita a lasciare un segno. Un riferimento esplicito al lavoro dell’insegnante, colui che vuole e riesce a lasciare un segno, con la potenza e l’accuratezza della sua parola, la parola-logos, di peso specifico, per dirla con la Genesi: una parola che può creare negli altri e anche in noi. Lasciare un segno, radicarsi, rimanere nel tempo, al di là della fama e del successo, diviene nei versi di Elio Pecora capacità di immortalare sentimenti universali e variegati come l’amore, la paura, l’ironia con suggestioni magistrali e di cogliere l’essenza di temi sempiterni: la complessità del rapporto padre-figlio, la guerra, i grandi cambiamenti della storia, la migrazione, la natura e il tema ecologico. Eleganza lirica, padronanza tecnica, sintesi tra tradizione e avanguardia, modernità degli orizzonti, caratterizzata dall’essere precursore nella sensibilità sinestetica (Pecora è tenore, musicista, ama la pittura, e realizza scatti fotografici di pregio che ci offre su Facebook): queste sono le espressioni ricorrenti che la critica più qualificata usa per sintetizzare l’opera omnia di Elio Pecora. Con questo riconoscimento, EIP Italia custodisce e celebra il privilegio di poter condividere, ed essere accompagnata, nel percorso di cura educativa per le generazioni future.
“Nulla più della poesia inscrive il ricordo e proietta l’attesa. Nulla più della poesia ha gli occhi puntati sul passato e guarda con timore e con insistenza intrepida al futuro.
Non c’è poesia nella quale non agiscano, spesso in relazione fra loro, ricordo e attesa, passato e futuro; esiste una realtà nascosta che i giovani non rivelano nel dialogo ma che lasciano fluire liberamente nei versi. E quindi la poesia è necessaria ai giovani perché riordina ricordi e attese, mette della consonanza là dove vi è solo dissonanza, realizza e perfeziona il rapporto con gli altri. Non è indispensabile la perfezione del testo poetico, ma la ricerca della parola che esprime con la dosatura giusta il loro pensiero. La poesia aiuta non solo a comprendere sé stessi ma a conoscere gli altri e ad accettarne il punto di vista anche se è diverso dal nostro” (dall’Introduzione di Anna Paola Tantucci al volume Poesia come pace).
Rapporto ASviS 2023: in Italia lo sviluppo sostenibile arretra e solo un profondo cambiamento delle politiche pubbliche può invertire questa tendenza
Si è svolta giovedì 19 ottobre presso la Sala dell’Acquario romano in Piazza Manfredo Fanti 47 a Roma la conferenza stampa di presentazione dell’ottava edizione del Rapporto ASviS, lo studio dedicato dalla Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile all’analisi delle politiche e dei risultati ottenuti dal nostro Paese, nel quadro europeo, per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 e assunti come impegno dall’Italia.
Il Rapporto 2023, grazie al contributo dei mille esperti ed esperte delle oltre 320 organizzazioni aderenti all’Alleanza, fornisce un quadro delle iniziative introdotte nel mondo, in Europa e in Italia a favore dello sviluppo sostenibile, permettendo di fare una valutazione ragionata a metà del percorso dell’Agenda 2030, individuando le aree che richiederanno interventi decisi, tramite proposte articolate dai Gruppi di lavoro dell’Alleanza.
Per consentire all’Italia di attuare l’Agenda 2030, firmata da 193 Paesi delle Nazioni unite, è necessario infatti modificare significativamente le politiche pubbliche, nazionali ed europee, le strategie del settore privato e i comportamenti individuali e collettivi. L’urgenza è dettata dalle numerose crisi, a partire dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, che hanno pesato negativamente sugli sforzi fatti dal 2015 a oggi.
A metà del percorso verso l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’Italia mostra forti ritardi e rischia di non rispettare gli impegni assunti nel 2015 in sede Onu: rispetto al 2010, per otto dei 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs) si registrano contenuti miglioramenti, per sei la situazione è peggiorata e per tre è stabile. Guardando ai 33 Target valutabili con indicatori quantitativi, solo per otto si raggiungerà presumibilmente il valore fissato per il 2030, per quattordici sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per nove si registrano andamenti contraddittori, per due la mancanza di dati impedisce di esprimere un giudizio. I ritardi accumulati potrebbero essere in parte recuperati, ma bisogna attuare con urgenza e incisività una serie di interventi e di riforme, come peraltro l’Italia si è impegnata a fare nel corso del Summit Onu del 18-19 settembre scorso. È ora di trasformare le promesse in atti concreti, ma il tempo a disposizione è molto limitato.
Nella settimana in cui andremo a celebrare le migliori proposte didattiche realizzate sul tema dell’Obettivo 16 dell’Agenda 2030, mettiamo a disposizione i documenti del Rapporto, con la fiducia che diventino strumento di lavoro didattico, oltre che occasione di iniziativa per le comunità scolastiche.
Il 13 ottobre ricorre la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri ambientali. La celebrazione, istituita dall’ONU nel 1989, si propone di porre l’accento sull’importanza di contenere i rischi dovuti proprio alle catastrofi naturali e mira a sensibilizzare la popolazione sugli effetti dei fenomeni estremi, sempre più diffusi in tutto il mondo. Le catastrofi dovute a terremoti, frane, siccità, alluvioni, tsunami, uragani a cui assistiamo con sempre crescente intensità e con maggiore frequenza, per alcuni di questi, sono accentuati dai cambiamenti climatici, processi legati, almeno in parte, ad azioni antropiche quali la deforestazione e l’emissione in atmosfera di gas climalteranti.
Video di ISPRA per l’edizione 2022
In questo contesto, la settimana dal 9 al 15 ottobre 2023 è dedicata alla Protezione civile con l’obiettivo di “sensibilizzare i cittadini sui temi di protezione civile, per un approccio consapevole al territorio che tenga conto anche delle nuove sfide globali poste dai cambiamenti climatici. Un cittadino consapevole, infatti, è un cittadino capace di scegliere, in grado di adottare comportamenti corretti per la riduzione dei rischi e la salvaguardia dell’ambiente“. Cliccando sull’immagine è possibile accedere all’elenco di tutti gli eventi in programma.
Mettiamo a disposizione di docenti e dirigenti due strumenti utili nel tempo per affrontare queste tematiche: – un Manuale pubblicato dal Dipartimento di Protezione civile per la realizzazione di percorsi sulle “nozioni di protezione civile” previsti dalla Legge 92/2019 nell’ambito dell’Insegnamento di educazione civica; – l’esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco, pubblicata il 4 ottobre 2023 e dedicata ad una seria, franca e diretta disanima di quanto non stiamo facendo per contenere e affrontare il cambiamento climatico.
Un Convegno sui Patti educativi di comunità a Roma
L’evento che si svolgerà nel pomeriggio di venerdì 6 ottobre dalle ore 14.30 nell’Aula Magna dell’Istituto di istruzione “Leonardo Da Vinci” (via Cavour, 258 – Roma), organizzato dalla Rete EducAzioni, vuole agevolare il confronto e il dialogo circa lo strumento dei Patti Educativi, chiave importante per il successo formativo e la costruzione dell’autonomia personale dei bambini e delle bambine, garantendo un percorso di istruzione di qualità. I patti educativi di comunità riconoscono e sostengono la funzione ì costituzionale della scuola e gli obiettivi del sistema pubblico di istruzione. Stipulare patti, coinvolgendo soggetti diversi, agevola percorsi di rigenerazione sociale, culturale, ambientale e urbana, e diviene primo tassello irrinunciabile nel percorso di prevenzione ai fenomeni di disagio, subalternità, deprivazione, arricchendo il percorso educativo per garantire la piena attuazione dei diritti, lo sviluppo delle capacità dei bambini, delle bambine, degli adolescenti e delle adolescenti e la crescita delle competenze di cittadinanza di tutte e di tutti.
Tra i relatori anche la dirigente Silvana Antonia Sasanelli, delegata regionale EIP Puglia e formatrice per EIP formazione.
il 5 ottobre si celebra la Giornata mondiale degli insegnanti
Ricordando la ILO/UNESCO Recommendation concerning the Status of Teachers del 1966, la Giornata mondiale degli insegnanti “ha come obiettivo fondamentale quello di suscitare riflessioni sul ruolo dei professionisti della formazione, sulle sfide che affrontano quotidianamente, sulle difficili condizioni di lavoro a cui sono spesso sottoposti“.
Sono moltissimi gli stimoli di riflessione e incontro promossi da associazioni professionali e sindacali, come anche la rilevanza mediatica (soprattutto sulla rete internet) che viene offerta alla giornata.
Di questi giorni è anche la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del DPCM 4 agosto 2023, Definizione del percorso universitario e accademico di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ai fini del rispetto degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che definisce il Profilo professionale e gli Standard minimi professionali, da leggere non soltanto secondo la logica della formazione iniziale ma come indicazioni di un “modello” di esercizio della professione stessa.
Insieme alle riflessioni di carattere socio-politico-sindacale, per evitare che sia una Giornata tra le tante vissuta con tante belle frasi e immagini sui social o sullo stato di WhatsApp, ci possono essere tre livelli di esperienza e confronto: 1. a livello individuale, ciascuno potrebbe provare a recuperare il senso della propria scelta professionale e a fare il punto sul proprio percorso di sviluppo, ricordando che non esiste insegnamento senza capacità di apprendimento continuo; 2. a livello di confronto con studenti e famiglie, potrebbe essere interessante il coraggio di un confronto aperto ed emotivamente franco sul senso della relazione educativa, magari attraverso l’esercizio di una lettera da scrivere a un docente (del presente, del passato o del futuro); 3. a livello di condivisione professionale con i colleghi (a volte anche amici), rivestire il significato della Giornata con una dimensione di “festa” che aiuti e favorisca la comunicazione e lo scambio umano, potrebbe stimolare percorsi fruttuosi con i quali riconoscere ciò che unisce e accomuna.
EIP Italia esprime con queste righe il proprio orgoglio e la gratitudine nel poter contribuire, con la propria azione, alla crescita della comunità degli insegnanti, con la meraviglia di tante piccole e grandi realtà in cui i talenti e l’impegno di docenti professionisti offrono occasioni di futuro ai cittadini di oggi.
X Giornata della memoria e dell’accoglienza – 3 ottobre 2023
Dal 30 settembre al 3 ottobre 2023, in occasione del decennale della strage del 3 ottobre 2013 e della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, si terranno a Lampedusa le giornate del progetto A Europe of Rights organizzate dal Comitato 3 ottobre. Parteciperanno all’evento 36 scuole superiori da 8 Paesi dell’Unione Europea, 7 organizzazioni non governative, 2 agenzie delle Nazioni Unite.
Il Portale Scuole del Comitato 3 ottobre offre spunti per approfondire temi quali lo sfruttamento lavorativo, la situazione dei minori stranieri non accompagnati, l’acquisizione della cittadinanza e la discriminazione “per offrire un luogo di approfondimento a studentesse e studenti sui temi legati alle migrazioni”.
Sono disponibili, inoltre, in una sorta di “Albo delle buone pratiche”, una serie di progetti realizzati da scuole italiane e di altri Paesi europei, a testimonianza del ruolo fondamentale che la scuola può avere nella diffusione di una cultura della giusta accoglienza.
Tra i diversi lavori, ci sembrano particolarmente efficaci alcune proposte.
Le migrant et la mer, prodotto dall’Istituto Paritario “Pio IX” di Roma L’opera realizzata congiuntamente da studenti francesi ed italiani, intende riflettere sul tema dell’invisibilità del migrante e della sua storia provando a dare voce e forma al travagliato, complesso e dilaniante viaggio percorso dai migranti per approdare in luoghi sconosciuti, ma considerati salvifici. Protagonista del racconto Enea, eroe simbolo di un viaggio che è fuga e approdo, dolore e salvezza. La lingua che dà voce alla narrazione è il francese, la meta finale del viaggio è l’Italia.
Lampedusa Gate of Europe, dell’IISS “Caramia – Gigante” di Alberobello. Si tratta di un francobollo in dimensioni ingrandite che rappresenta una sintesi di quello che le Giornate del 3 ottobre fanno vivere ai loro partecipanti. Propone l’emissione ideale di un nuovo francobollo per esaltare ciò che, di meglio e di nuovo, il nostro Paese offre in tema di “Senso civico”, una delle serie tematiche per cui lo Stato Italiano emette nuovi valori bollati. Tareke Brhane, Presidente del “Comitato 3 ottobre”, in primo piano nella raffigurazione, rappresenta tutta l’umanità che cerca scampo dalla guerra, dalla miseria, dalla violazione dei diritti umani. Il mare sullo sfondo diventa ponte di solidarietà umana, grazie all’ausilio della Guardia Costiera che porta in salvo sulla terra ferma il futuro del mondo. La “Porta di Lampedusa” è orientata verso l’Africa ed è un varco da attraversare in senso reciproco. “È la terra che salva dalla morte dell’acqua” (cit. Alda Merini) ma anche la nostra prospettiva, aperta su uomini e donne che ci interpellano e che abbiamo il dovere di conoscere e comprendere. Il faro, segno della sicurezza di ogni porto, vuole essere illuminazione e speranza anche per noi, che aneliamo ad emergere dal buio dell’egoismo, desiderosi di quella libertà vera, priva di umani pregiudizi, che nel gabbiano si rende visibile.
Le porte della conoscenza, del Liceo “Pasquale Villari” di Napoli. L’opera realizzata per partecipare al concorso “Porte d’Europa”, che ha visto impegnati gli studenti del Liceo “Montaigne” di Parigi e quelli del Liceo Statale “P.Villari” di Napoli consiste in un cortometraggio che riproduce una puntata di una trasmissione televisiva ” Le porte della conoscenza” chiamata così perché fondata sulla pubblicazione di informazioni vere e non fake news. La trasmissione è volta a sensibilizzare l’opinione pubblica, a partire da quanto proposto dal dottor Bartolo, sulle tematiche relative ai migranti. Si è scelto di dare la parola ad un medico, interpretato da Clarisse Mouche, ad una giornalista, Giovanna Nasi, e ad un membro di un’associazione che aiuta i migranti, Louis Guerra. Gli ospiti della trasmissione “Le porte della conoscenza” si propongono di svelare la verità nascosta dai grandi mass media, per contrastare le fake news che circolano in maniera incontrollata, perché troppo spesso le persone hanno dei pregiudizi sui migranti. Per quanto riguarda la scelta del tipo di opera da realizzare, si è preferito utilizzare le immagini in forma di cortometraggio, perché l’immagine è di certo più incisiva e consente nel modo migliore di trasmettere delle idee. Oggi le informazioni più conosciute sono quelle che sono diffuse con un video. Si è deciso di parlare non delle tragedie che già si conoscono, come quella del 3 ottobre 2013, ma di un evento successo a gennaio di quest’anno, che non è stato trattato sui grandi giornali. Ogni vittima, ogni morto dovrebbe essere sulle prime pagine! Il racconto, basato su esperienze molto forti, spiega come la malattia del gommone, poco conosciuta, faccia tanti morti ogni anno durante il viaggio sul mar Mediterraneo. Dopo aver trasmesso le informazioni sul fenomeno, una giornalista, Julie Gupta, propone un’intervista ad un’artista, Maria, interpretata da Johanna Foltz-Pawelka, su un’opera intitolata “Aprite le porte”. Quest’opera, in cui tutti gli elementi hanno un significato preciso, permette di condividere la visione dei migranti sul loro viaggio e il loro arrivo in Europa, le loro illusioni, le loro speranze e le loro perdite. Si ringraziano gli alunni della classe terminale del Liceo Montaigne di Parigi per le loro bellissime poesie scritte l’anno scorso dopò il rientro da Lampedusa e che appaiono rapidamente nel video realizzato questo anno. Un grande ringraziamento va anche ai genitori di Clarisse che hanno dato la possibilità di usare la loro sala riunioni per girare la trasmissione.
A un anno di distanza dalla cerimonia di premiazione del 50° Concorso nazionale, proponiamo nuovamente Di terra e di mare, il cortometraggio prodotto dall’IISS “Bazoli-Polo” di Desenzano sul Garda (BS), vincitore del Premio “E.I.P. Jacques Műhlethaler”, intitolato al fondatore di EIP internazionale.
Il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione ha pubblicato l’annuale nota con cui indica alle scuole le modalità di aggiornamento dei documenti strategici.
Quello che si è avviato è il primo anno scolastico del nuovo triennio del Sistema nazionale di valutazione e si tratta, dunque, di possibili revisioni di quanto progettato dalle scuole entro il mese di ottobre 2022 per il triennio 2023-2026, con riferimento agli elementi di novità normativa o di significativo cambiamento di contesto.
In relazione al Rapporto di autovalutazione, punto di partenza nel ciclo di autovalutazione, le scuole possono effettuare aggiornamenti sia delle analisi valutative che dei conseguenti traguardi e obiettivi “solo se necessario ed in presenza di cambiamenti significativi”.
La revisione annuale del Piano triennale dell’offerta formativa deve necessariamente partire dall’analisi di percorsi e azioni messe in atto nel precedente anno scolastico per verificare il raggiungimento progressivo degli obiettivi. Inoltre, una serie di aggiornamenti normativi e azioni di progettazione, successivi alla definizione del PTOF triennale effettuata tra settembre e dicembre 2022 e costituenti una parte molto significativa dell’attività progettuale e organizzativa delle scuole, devono essere integrate e rese esplicite nei documenti strategici. In particolare si tratta di: – descrivere le azioni di orientamento progettate sulla base delle Linee guida, anche con riferimento alle nuove figure di tutor e orientatore, che vanno ad aggiornare organigramma e funzionigramma; – integrare in modo specifico le azioni di sistema correlate alla Missione 4 del PNRR; – prevedere spazi di aggiornamento relativi alla pubblicazione delle Linee guida per l’insegnamento delle STEM, all’aggiornamento del Piano Nazionale Scuola Digitale e delle Linee guida per l’Insegnamento trasversale di Educazione civica.
Le funzioni informatiche sono disponibili dal 26 settembre e fino all’avvio delle iscrizioni per l’anno scolastico 2024-2025.
Di seguito la lezione del dirigente scolastico Ottavio Fattorini sull’allineamento dei documenti strategici nell’ambito del Master di II livello Governance strategica delle istituzioni scolastiche. Se vuoi maggiori informazioni clicca qui.
Franco Scaglia, in un suo romanzo, scrive che “senza memoria non c’è vita. La nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento, il nostro agire. Senza di essa non siamo nulla.” Come non concordare con questo pensiero? La società ha bisogno di “ricordare” la sua storia, compresi quegli eventi che hanno devastato le vite di molte persone, con lo scopo di imparare dal passato e di non ripetere gli errori dei quali essa può essere stata responsabile. La memoria può servire come segnale d’allarme alla società: ci può mostrare come l’azione o la passività umana, il bigottismo, il razzismo, l’intolleranza e altri comportamenti relativamente comuni possono condurre, in determinate circostanze, ad eventi veramente terribili, come le guerre. La connessione tra la memoria e i diritti umani deve essere estesa sia al passato che nel futuro perché, quando si parla di memoria, guardare al futuro è altrettanto importante, e molto spesso troppo trascurato. La voce culturale e la memoria, che scaturisce e si raccoglie nella scuola, è stata affidata spesso al ricordo dei protagonisti, dei testimoni o dei ricercatori. Fare Memoria a scuola non è semplicemente ricordare il passato. Fare Memoria è conoscere le storie del passato perché quelle storie diventino nostre. È provare empatia con quanto accaduto perché si possa arrivare, di conseguenza, a cambiare noi stessi. E a cambiare il presente. La memoria è dunque un momento centrale nella vita delle persone e di una nazione, e dobbiamo fare in modo che si arricchisca e si diffonda sempre più. Uno dei punti cardine di questo percorso è certamente il ruolo educativo dei testimoni nella formazione di una memoria collettiva che renda partecipi a tali esperienze le giovani generazioni. Come passare e tramandare la memoria è il nodo del rapporto tra le generazioni, è l’ordito di una trama di storia da proporre ai nostri giovani. Il futuro si prospetta denso di problemi tra i vari paesi del mondo e nella nostra Europa: i giovani cittadini europei devono essere formati ad affrontare il domani con gli strumenti culturali, cognitivi, critici e creativi che la Scuola ha il compito di fornire. Ricordare e trasmettere la memoria è un impegno arduo, soprattutto in una società immersa nel presente e dominata dalla velocità. Si avverte sempre più l’esigenza di non restare, in questa circostanza, nei recinti consolidati, prigionieri di parole e di modalità di trasmissione che appaiono paradossalmente necessarie, ma al tempo stesso non del tutto efficaci, quando ci si trova di fronte al compito non facile di raccontare ai giovani e ai giovanissimi. Questo passato è spesso da loro percepito come distante e poco decifrabile, ma è importante che la comunità si assuma il carico di trasmettere la memoria, perché questa è in realtà indispensabile per orientarsi nel mondo e implica scelte decisive per il presente. L’EIP Italia, Ass. Scuola Strumento di Pace ha sempre sostenuto il valore della memoria, che costituisce un tassello importante nella crescita e nella formazione delle giovani generazioni, come dimostrano le sue iniziative e le sue attività didattico-formative. L’EIP Italia, Sezione Italiana di “Ecole Instrument de Paix”, Organizzazione Non Governativa riconosciuta dall’UNESCO e dal Consiglio d’Europa, con statuto consultivo presso l’ONU, oggi ETS, è attiva sul territorio nazionale dal 1972, con lo scopo di favorire e promuovere l’insegnamento dei Diritti dell’Uomo e della pace mondiale per mezzo della scuola, anche attraverso la valorizzazione dell’Insegnamento dell’Educazione civica e dei valori della Costituzione italiana; mediante corsi di formazione e aggiornamento per docenti e dirigenti, volti a promuovere una corretta metodologia per l’insegnamento dei diritti umani, anche attraverso modalità didattiche innovative.
Fondamentale per noi di EIP in Campania è stato sempre realizzare progetti ed attività formative per i giovani perché è attraverso di loro che la riconciliazione e il dialogo dovrebbero essere esercitati. Ed è stato proprio nell’ambito di queste attività nelle scuole che, grazie al coinvolgente impegno della professoressa Elvira D’Angelo, nostra referente presso l’I.C. Casanova-Costantinopoli, abbiamo avuto, come associazione ed ente di formazione, ma soprattutto come persone, la fortuna e l’onore di conoscere Antonio Amoretti. Egli è stato per lungo tempo presidente della sezione napoletana dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, la storica organizzazione fondata dai combattenti della Guerra di Liberazione per preservare la memoria della Resistenza. Fin dai primi anni Duemila in forza di un protocollo di intesa con l’USR della Campania, sottoscritto dall’ANPI di Napoli, ma che negli anni si è rafforzato anche a livello nazionale con il Ministero dell’Istruzione, Amoretti ha sempre insistito molto sul trasmettere la consapevolezza dell’antifascismo alle nuove generazioni. Non si contano gli incontri che, nel corso di decenni, il partigiano delle Quattro Giornate ha tenuto nelle scuole di primo e secondo grado della Campania assieme ad altri superstiti di quella stagione, come Gennaro di Paola ed Ettore Bonavolta. La sua missione, come lui stesso amava dire, era andare nelle scuole e raccontare ai ragazzi di oggi che cosa erano state le Quattro Giornate e diffondere i valori della Resistenza e della libertà. Quelle incredibili giornate di resistenza a Napoli le aveva raccontate in numerosi incontri in cui L’EIP Campania e l’ANPI di Napoli hanno collaborato in moltissime scuole e sono state presenti in tantissimi eventi, dal 2011 in avanti. Ne cito solo alcune: Sala Silvia Ruotolo della V Municipalità, Scuola sec. G. Gigante, Scuola sec. Pirandello-Svevo, Liceo I. Kant di Melito. Soprattutto presso l’I.C. Casanova-Costantinopoli per oltre un decennio si sono susseguiti eventi e incontri formativi, sostenuti dai dirigenti scolastici e docenti attenti e motivati, come è avvenuto, da ultimo, con la realizzazione della Mostra fotografica-documentale” Together for Peace” nel novembre 2022. In un periodo in cui i testimoni diretti vengono a mancare, abbiamo avuto la fortuna di raccogliere la testimonianza diretta di Amoretti per capire che cosa fosse accaduto al paese prima del totalitarismo fascista, durante e dopo, fino al momento delle Quattro Giornate di Napoli. Abbiamo potuto cogliere il senso profondo della storia, in cui vi sono dei momenti particolari dove nelle persone nasce la paura, l’indifferenza e l’odio, che sfocia inevitabilmente nella violenza, prima verbale e poi fisica. Le Quattro Giornate di Napoli sono parte di una memoria viva e costante come antidoto a non abbassare mai la guardia sugli eventi storici in corso, a preservare la memoria come esperienza viva che cambi in meglio le persone, scacciando via la paura del diverso, dell’indifferenza verso gli altri, e l’odio in tutte le sue forme, a partire da quella verbale, oggi purtroppo tanto diffusa grazie ai social, che costituisce il focolaio che accende l’incendio della violenza. Ultimo testimone delle Quattro Giornate, Antonio ha tenuta accesa la fiaccola della Memoria, raccontando, specialmente ai giovani, di quei giorni di settembre del 1943, ottant’ anni fa, quando un popolo intero, ribellatosi al giogo nazifascista, diede inizio alla Resistenza italiana. Il monito di Amoretti sta ancora lì a ricordarci l’impegno di chi ha combattuto per la pace, per la liberazione dal nazifascismo e l’emancipazione delle classi lavoratrici.
Approvata in modo definitivo il disegno di legge costituzionale n. 715-B che inserisce lo sport in Costituzione.
Con la definitiva approvazione da parte della Camera dei deputati in data 20 settembre 2023, viene inserito un ulteriore comma all’articolo 33 della nostra Costituzione: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme“.
L’Associazione EIP Italia Scuola Strumento di Pace fin dalla sua fondazione in Italia, nel 1972, per opera di Guido Graziani, sportivo e pedagogista che aveva studiato in America, grazie ad una borsa di studio all’Università di Springfield, pedagogia ed educazione fisica, ha mantenuto una grande attenzione alla dimensione educative dello sport. Tornato in Italia, Graziani tradusse in italiano le regole del Basket, Soft-ball, Base-ball e, divenuto presidente e direttore delle attività sportive dell’YMCA Italia, fondò la nostra Associazione, la cui mission individuò proprio “nello sport come strumento di pace”. L’Associazione negli anni, attraverso progetti mirati e una Sezione del Concorso Nazionale ha promosso nelle scuole di ogni ordine e grado la pratica sportiva come elemento formativo nella crescita e nello sviluppo dei giovani. Lo sport è inteso: – come strumento di educazione alla salute e alla convivenza civile; – come impegno al dialogo e alla non violenza; – come partecipazione ad eventi e manifestazioni di solidarietà; – come ruolo importante nel processo educativo e formativo dei giovani; – come un momento ineludibile nel percorso di ricerca che gli adulti intraprendono per aiutare, orientare, sostenere i ragazzi nelle prime “fatiche del vivere”; – come un vettore di cultura attraverso la pratica sul campo dei linguaggi e dei simboli: dalla socializzazione alla coscienza di sé rispetto agli altri; – come impegno programmatico delle varie componenti che gravitano nel mondo dello sport: dal Governo nazionale, al CONI, agli enti locali e a tutti coloro che, a vario titolo, promuovono lo sport, di valorizzare il rispetto del principio di legalità enunciato nelle regole sportive del “fair play”.