Archivi categoria: Nostra scuola quotidiana

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Spunti per le attività didattiche del 25 novembre dai materiali dei nostri Concorsi


Le ragazze fanno grandi sogni

Istituto Comprensivo Teramo 5 “Falcone e Borsellino” – Villa Vomano (TE)
Scuola secondaria di I grado di Basciano
Classe 2C (anno scolastico 2024-2025)
52° Concorso Nazionale EIP Italia
Premio regionale Abruzzo per la sezione “EIP I have a dream”

L’Italia è il secondo paese nell’Unione europea, dopo la Grecia, ad avere il più basso tasso d’occupazione lavorativa femminile.
Partendo da questo dato e analizzando i dati delle altre nazioni dell’Unione europea, le alunne della classe seconda C della scuola Secondaria di Basciano (IC Teramo 5 “Falcone e Borsellino”) hanno immaginato il loro futuro perseguendo il SOGNO di realizzarsi nel mondo del lavoro.


Come stelle

Istituto Comprensivo “Margherita di Navarra” – Monreale (PA)
Video musicale Come stelle
realizzato con il coinvolgimento dell’intera comunità scolastica
Premio regionale Sicilia per la sezione “EIP Jacques Muhlethaler”


I diritti delle donne

Istituto Comprensivo “D’Acquisto – Leone” – Pomigliano d’Arco (NA)
Progetto presentato nell’ambito della 49° Concorso nazionale EIP Italia


Decalogo contro la violenza verso le donne

Istituto di Istruzione Superiore “G. Lombardo Radice” di Bojano (CB)

Il diritto all’istruzione negato: quando la guerra spegne il futuro dei bambini

20 novembre 2024 – Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza


In occasione della Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, istituita dall’ONU nel 1954, vogliamo porre l’attenzione su una delle più gravi violazioni dei diritti dei bambini: la negazione del diritto all’istruzione a causa dei conflitti armati.

L’educazione è un diritto umano fondamentale, sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che afferma: “Ogni individuo ha diritto all’istruzione”. L’istruzione è essenziale per lo sviluppo individuale e sociale, per la crescita economica e per la costruzione di società pacifiche e inclusive. Eppure, milioni di bambini in tutto il mondo sono privati di questo diritto a causa di guerre e conflitti.

Le guerre e i conflitti armati hanno un impatto devastante sull’istruzione. Scuole e università vengono distrutte o danneggiate, gli insegnanti vengono uccisi o costretti a fuggire, e i bambini sono spesso reclutati come soldati o vittime di violenze.
Secondo il rapporto UNICEF “25 Years of Children and Armed Conflict: Taking Action to Protect Children in War”, tra il 2005 e il 2020 sono stati verificati oltre 104.100 casi di bambini uccisi o mutilati in situazioni di conflitto armato, oltre 93.000 bambini sono stati reclutati e utilizzati da parti in conflitto; almeno 25.700 bambini sono stati rapiti da parti in conflitto; le parti in conflitto hanno stuprato, costretto al matrimonio, sfruttato sessualmente e perpetrato altre gravi forme di violenza sessuale su almeno 14.200 bambini. Le Nazioni Unite hanno verificato oltre 13.900 episodi di attacchi contro scuole e ospedali e non meno di 14.900 episodi di diniego di accesso umanitario per i bambini dal 2005.

Le conseguenze della mancanza di istruzione sono drammatiche:
* Aumento della povertà: I bambini che non ricevono un’istruzione hanno meno probabilità di trovare un lavoro dignitoso e di uscire dalla povertà.
* Maggiore vulnerabilità allo sfruttamento: I bambini che non vanno a scuola sono più esposti al rischio di lavoro minorile, matrimonio precoce, reclutamento forzato e altre forme di sfruttamento.
* Difficoltà di ricostruzione post-conflitto: La mancanza di istruzione ostacola la ricostruzione e lo sviluppo dei paesi colpiti da conflitti.
* Perpetuazione dei cicli di violenza: L’assenza di istruzione può contribuire a perpetuare i cicli di violenza e di conflitto.

Il diritto all’istruzione non viene meno in tempo di guerra. Anzi, in questi contesti assume un’importanza ancora maggiore. L’istruzione può fornire ai bambini un senso di normalità e di speranza, può aiutarli a superare i traumi della guerra e può contribuire a costruire un futuro di pace.
Il diritto all’istruzione nei contesti di conflitto armato è protetto da numerosi strumenti internazionali, tra cui:
* La Convenzione sui diritti dell’infanzia (1989):  l’articolo 28 riconosce il diritto del fanciullo all’istruzione e impegna gli Stati a rendere l’istruzione primaria obbligatoria e gratuita per tutti.
* I Protocolli Aggiuntivi alle Convenzioni di Ginevra del 1949:  il Protocollo I (1977)  vieta gli attacchi contro gli edifici scolastici e gli studenti, mentre il Protocollo II (1977)  riconosce il diritto all’istruzione anche durante i conflitti armati non internazionali.
* La Risoluzione 2601 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (2021):  questa risoluzione condanna gli attacchi contro le scuole e gli studenti e chiede agli Stati di proteggere il diritto all’istruzione nei contesti di conflitto armato.

L’ONU e numerose organizzazioni internazionali sono impegnate a garantire il diritto all’istruzione nei contesti di conflitto armato.  Tra le iniziative più importanti:
* Education Cannot Wait:  un fondo globale per l’istruzione nei paesi colpiti da emergenze e crisi prolungate.
* UNESCO:  l’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che promuove l’istruzione per tutti, anche nei contesti di conflitto.
* UNICEF:  il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che lavora per garantire l’accesso all’istruzione per tutti i bambini, anche quelli colpiti da guerre e conflitti.

Cosa possiamo fare noi?
Anche noi possiamo fare la nostra parte per garantire il diritto all’istruzione ai bambini che vivono in zone di guerra. Possiamo:
* Informarci:  è importante conoscere la situazione dei bambini che vivono in zone di guerra e le sfide che devono affrontare per accedere all’istruzione.
* Sensibilizzare:  possiamo parlare di questo tema con amici, familiari e colleghi, e condividere informazioni sui social media.
* Sostenere le organizzazioni:  possiamo donare a organizzazioni che lavorano per garantire il diritto all’istruzione nei contesti di conflitto armato.
* Promuovere la pace:  possiamo impegnarci a costruire un mondo più pacifico, in cui tutti i bambini abbiano la possibilità di andare a scuola e di realizzare il proprio potenziale.

La guerra è una delle più gravi minacce al diritto all’istruzione. I bambini che vivono in zone di guerra sono privati della possibilità di andare a scuola, di imparare e di costruire un futuro migliore. È nostro dovere fare tutto il possibile per proteggere il loro diritto all’istruzione e per garantire che tutti i bambini, ovunque nel mondo, abbiano la possibilità di realizzare il proprio potenziale.



I diritti dell’infanzia

Un’attività per la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dal Manuale del Consiglio d’Europa


ISTRUZIONI
Cominciate accennando brevemente alla Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Domandate ai partecipanti cosa sanno. Passate in rassegna i principali articoli annotati sul vostro cartellone.
Invitate i partecipanti a formare piccoli gruppi di 3/4 persone. Distribuite le buste contenenti le Carte con le affermazioni (vedi allegato in calce).
Spiegate loro la procedura della classificazione “a diamante”. I gruppi dovranno esaminare le 9 affermazioni che saranno loro proposte e valutarne i collegamenti con la loro vita. Dovranno, in seguito, disporre le carte in ordine di importanza in uno schema a diamante posizionando l’affermazione più importante in alto In seguito, sotto,collocheranno una affianco all’altra, le due carte un po’ meno importanti, poi, sotto queste, le tre carte di minore importanza. Il quarto strato sarà formato da due carte ed il quinto da una sola carta, quella meno importante di tutte. Le carte così disposte riprodurranno la struttura di un diamante.
Date ai gruppi 25 minuti per discutere e decidere l’ordine delle carte.
Quando tutti i gruppi avranno terminato, i partecipanti potranno osservare come gli altri gruppi hanno classificato le affermazioni. Riunite tutti i partecipanti in plenaria per il feedback.

DOMANDE DI DISCUSSIONE E VALUTAZIONE
Cominciate col domandare ai gruppi di presentare a turno i risultati delle loro discussioni. Domandate quindi ai partecipanti se hanno apprezzato l’attività e che cosa hanno imparato:
A chi i bambini, nella nostra società, possono rivolgersi in caso di gravi violazioni dei loro diritti?
Come si possono confrontare le diverse classificazioni “a diamante”? Quali le similitudini e quali le differenze?
Perché persone differenti hanno priorità differenti?
Le persone possono affermare che un particolare diritto è più importante di un altro nella loro comunità, ma non è corretto affermare che un diritto è più importante di un’altro di per sé. Perché?
Dopo aver ascoltato gli altri, c’è qualche gruppo che desidera rivedere l’ordine delle carte?
Quali argomenti sono stati i più convincenti?
Generalmente, quali diritti non sono rispettati nella vostra comunità e perché?
Esistono diritti che non figurano nella Convenzione e che, secondo voi, dovrebbero essere previsti?
Perché i bambini hanno bisogno di avere una propria Convenzione?
Se i bambini hanno una loro convenzione, non sarebbe giusto che anche i giovani tra i 18 e i 30 anni abbiano la loro? Che diritti in particolare dovrebbero figurare in una convenzione per i giovani?
I bambini hanno certi diritti in virtù di questa Convenzione ma, in realtà, possono rivendicarli?
Come possono i bambini rivendicare i propri diritti?
Partecipare ai processi democratici è, per gli individui, un modo per far valere i propri diritti; cosa possono cominciare a fare i partecipanti per rivendicare i propri diritti a casa, nella scuola, in altri luoghi?
Quali diritti sono particolarmente rilevanti per i giovani del gruppo?
Il dispositivo “mosquito” progettato per disperdere i giovani dai luoghi pubblici può essere utilizzato ovunque nella propria città? Quali diritti dei giovani viola?

INDICAZIONI PER GLI INSEGNANTI
Troverete più ampie informazioni sul metodo della classificazione a “diamante” nella sezione “Come uare il manuale” a questo link. Precisate ai gruppi che non esiste una maniera giusta o sbagliata di classificare le carte. Devono tenere conto che ciascuno di loro ha un’esperienza differente e, dunque, delle priorità differenti. Nondimeno, all’interno del loro gruppo, devono tentare di raggiungere il consenso sulla classificazione. Dopotutto, nella vita reale, bisogna stabilire delle priorità e prendere delle decisioni nell’interesse di tutti!
Nelle istruzioni ai partecipanti e nella valutazione, assicuratevi che i partecipanti comprendano che la priorità dovrebbe essere attribuita secondo la rilevanza dei diritti dei partecipanti.
Non ha senso parlare di priorità di importanza dei diritti in quanto tale. I diritti umani sono indivisibili e, pertanto, non è corretto affermare che il diritto all’istruzione è più importante della libertà di espressione. Ma è corretto affermare che nella mia comunità il diritto all’istruzione è più importante perché non abbiamo la scuola mentre abbiamo una stampa libera.

INDICAZIONI PER IL CONTESTO SCOLASTICO
Per quello che riguarda le scuole, esaminatene le politiche, la gestione e i programmi per verificare se rispondono agli obblighi ed alle responsabilità derivanti dalla Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Per esempio, l’educazione proposta persegue lo sviluppo della personalità del bambino, dei suoi talenti e delle sue attitudini o è posta maggiore attenzione al superamento degli esami? Gli alunni hanno il diritto di esprimersi liberamente su tutte le questioni che li riguardano? Le loro opinioni sono realmente prese in considerazione? Esiste un consiglio scolastico e quale è la sua efficacia? La disciplina scolastica è gestita nel rispetto della dignità degli alunni? Come reagisce la scuola agli atti di razzismo e di “bullismo”? Discutete su quali potrebbero essere gli ambiti di miglioramento e su quali misure potrebbero e dovrebbero essere adottate nei diversi casi. Andate nella sezione “Attivarsi per i diritti umani” a questo link e pianificate un intervento. Cercate di non affrontare le questioni, o di agire, in modo da rischiare di mettere (inutilmente) gli insegnanti a disagio e di dare loro l’impressione di volergli “rubare” il potere!

Alcuni approfondimenti: https://www.coe.int/it/web/compass/children


Aperti al mondo perché amici di Piramo e Tisbe: a cosa serve il latino

Il latino è un ponte unico al mondo tra gli antichi e la contemporaneità: abbandonarlo vuol dire non capire se stessi. La “confessione” di una latinista


Nella mia vita ho sempre avuto per compagno il latino. L’iniziazione avvenne con un libro di mitologia (in italiano), in particolare più centrato sulle Metamorfosi di Ovidio. Non memorizzai neanche il nome di Ovidio e il significato di metamorfosi lo compresi leggendo. Non frequentavo ancora le scuole medie ma si trattava di un testo adottato per la scuola media da mia zia. Fu una meravigliosa scoperta: il regno di dei ed eroi, le trasformazioni di fanciulle e ragazzi in alberi, fiori, volatili: la vita che continua, mutate le forme. Era solo fantasia o traeva suggerimento dalla realtà? Che cosa testimoniavano quei miti, quei racconti? Ne subivo il fascino incantata. Soffrii per Piramo e Tisbe.

L’impatto con la lingua – al primo anno delle medie – non fu meno affascinante. È vero che all’epoca le lingue moderne parlate non erano diffuse (a scuola si studiavano per leggere pagine in lingua straniera), per cui per me si trattava di conoscere l’alterità attraverso il latino. Ma non fu questa sola differenza che mi colpì, quanto piuttosto l’incontro fra il mio italiano, lingua analitica (ovvio che all’epoca non usassi queste espressioni) e il latino, lingua sintetica: la differenza quindi che, per esprimere la funzione dei termini nel contesto della frase, si usassero nell’una le preposizioni esterne al vocabolo stesso in questione, mentre nel secondo caso ci fosse l’uso della desinenza, ovvero l’aggiustamento identificatore di funzione in fine di vocabolo.

Alla differenza morfologica – che si limitava piuttosto a questo, essendo simile la struttura del verbo – corrispondeva invece un’organizzazione sintattica del tutto confrontabile.

Tra i primi autori ricordo Fedro, Tibullo, Cornelio Nepote. La fiaba con clausola morale, la campagna romana, gli uomini “illustri” di Roma. L’orizzonte si apriva ai secoli, ai millenni (lo studio della storia era essenziale) e il tempo palpitava di voci e di volti. Il mio linguaggio si arricchiva moltissimo, come pure la coordinazione inflessibile, in latino, della costruzione del periodo mi insegnava a parlare e a scrivere limpidamente.

Negli anni dovevo diventare una patita di etimologie e dovevo cercare di definire un metodo scientifico della traduzione (come poi ho realizzato con un testo ad hoc insieme a dei collaboratori): linee guida di cui non sentii la mancanza nelle scuole medie, dove fra l’altro spesso il testo latino ci veniva presentato “facilitato”, come allora si diceva, ma certamente ne sentii l’esigenza (allora non soddisfatta) al liceo.

Queste due indicazioni costituiscono una validissima metodologia per l’insegnamento del latino e per la stessa motivazione didattica. Focalizzare l’attenzione sulle etimologie significa abolire i confini tra i popoli indoeuropei: apparteniamo allo stesso ceppo linguistico e nel contempo, facendoci guardare dentro le parole, ci fa comprendere le stratificazioni, le allusività dei singoli vocaboli. Faccio un esempio: la parola anima, lat. anima/animus (francese âme, spagnolo alma) ha lo stesso radicale di ànemos del greco, dove significa vento e del sanscrito anithi dove dice il respiro.

Si aprono possibilità di riflessione sul concetto di anima e la sua essenza. E ancor di più se penso alla parola tempo, latino tempus, che condivide (e nei due casi secondo precise regole fonetiche) il radicale del termine greco temno o di teino. Il concetto di tempo ha creato molto pensiero nei secoli (filosofi, scienziati, psicologi). Osservare l’etimo ci dice che se vi riconosciamo il radicale del primo verbo greco citato consideriamo il tempo come un ritaglio (temno, io taglio), un segmento dell’eternità ma soprattutto arriviamo alla concezione minima del tempo, cioè dell’istante, o punctum temporis, valutata nei secoli da filosofi e poeti, su cui si giunge ad avvertire tale la vita stessa: cito Seneca che ricordava già Archita di Taranto quando affermava: punctum est quod vivimus et adhuc puncto minus, “un istante quello che viviamo e ancor meno” (Ep. 49,3). Fino a Bachelard – siamo nel 900 – che avvertiva il tempo come successione scollegata di punti o istanti (punctum temporis).

Se invece pensiamo che tempus abbia lo stesso radicale di teino, allora prevale la considerazione del tempo come una distensione, una continuità. Risento Agostinoinde mihi visum est nihil esse aliud tempus quam distensionem, sed cuius rei nescio et mirum si non ipsius animi, “quindi mi parve che il tempo altro non fosse che una distensione/ estensione, ma non so di cosa ma strano se non fosse dell’animo stesso (Conf. 11,33), concezione psicologica del tempo che Heidegger faceva risalire ad Aristotele. E nel 900 va segnalata anche l’espressione di Bergson in opposizione a Bachelard: il tempo è la fluida corrente del mutamento. Si apre anche il confronto con il flusso coscienziale di Husserl.

Il libro della lingua è un regno di meravigliose riflessioni e il latino è particolarmente indicato a queste riflessioni perché fa da ponte tra l’antico e la contemporaneità, anche perché i suoi autori e il loro pensiero o addirittura le forme stesse della scrittura furono fonte di ispirazione per secoli e secoli, fino ad arrivare a noi. Se manca l’àncora del mondo antico ogni discorso è acefalo.

Entriamo così nell’argomento specifico dell’apprendimento della letteratura latina. Va considerato innanzi tutto che quando ci si riferisca a “letteratura” antica, greca e latina, il termine comprende non solo i testi letterari stricto sensu come quando ci si riferisce allo studio scolastico delle letterature moderne che prendono in esame testi di poesia, romanzi, testi di teatro, bensì studiare a scuola una letteratura antica vuol dire includere anche tutti i testi di filosofia, storiografia, e i testi scientifici. La conoscenza della scrittura del mondo antico pretende un’immersione totale nelle sue testimonianze.

Oltre allo studio dei grandi autori che non cito perché ben noti, considero fondamentale lo studio dell’eredità classica, della loro ripresa quindi e rielaborazione (che può presentarsi come continuità o contestazione) lungo i secoli moderni. Si tratta di una ricerca che ha i caratteri dell’avventura, potrei dire, perché la loro memoria è disseminata nelle pagine di tutte le letterature almeno europee e gli autori moderni vanno compresi (finché possibile) nella loro lingua originale, proprio per sentire il fluire di una lingua (con il suo carico di significanza, e questo vale in particolar modo per i testi poetici ma anche filosofici) nei modi dell’altra.

Fu su questa via che incontrai di nuovo Piramo e Tisbe. Senza più le metamorfosi nel gelso dai fiori rossi che faceva suo il colore del sangue dell’infelice amante. Essi ritornano con altri nomi nelle pagine di Masuccio Salernitano e Mattea Bandello. Luigi da Porto adotta i nomi di Giulietta e Romeo e così li immortala Shakespeare. Lo scrittore inglese conosceva il testo ovidiano, tanto è vero che nel suo A Midsummer Night’s Dream fa affannare i suoi personaggi in una sorta di metateatro mentre cercano di mettere in scena Pyramus and Thisbe.

Tralasciando altra presenza della memoria della pagina ovidiana devo dire che i confini del tempo di questa memoria, facendo ricerca, si sono allargati anche nello spazio. Ovidio aveva avvertito che i due giovani erano di Babilonia. Ebbene, la storia di Layla e Majnun (il poeta “pazzo d’amore”, così definito, dalla sua tribù dei beduini, Qays ibn-al Mullawah) del VII sec. ricorda i nostri giovani babilonesi. Una coincidenza? Potrebbe essere, ma l’archetipo della storia è comune, perché le due coppie iniziano la loro storia per la stessa fortuita occasione: parlandosi in una crepa della parete che li divide. Nel XII sec. il poeta persiano Nizami Ganjavi diffuse la storia di questo amore infelice, contrastato dalle famiglie, per tutta l’Asia.

Ora, è vero che noi studiando gli antichi testi ridiamo voce alle ombre, un po’ come Ulisse nella sua nékuya, o evocazione dei morti, che, facendo un sacrificio animale, poteva far abbeverare del sangue le anime che gli si affollavano intorno perché così il sangue ridava loro la vita, la voce per poter comunicare con lui. Ma è altrettanto vero che noi suggiamo una linfa vitale immergendoci nei secoli e nei millenni: acquistiamo una visione universale delle cose, impariamo l’alterità, la differenza, facciamo nostro il desiderio di uscire fuori alla conquista della conoscenza in sé. Diveniamo aperti ai popoli tutti. È una sete di conoscenza, perché saliamo su nelle età del mondo, siamo ricchi, come diceva Seneca, di tutte le loro vite che gli autori che abbiamo letto e studiato, ci hanno regalato.

Il latino, per i nostri giovani, dovrebbe essere tenuto come una porta aperta per tutti, perché è quel ponte che fa conoscere e sentire cosa significhi l’immortalità umana, non destinata a essere polvere finché noi sapremo mantenerla in vita.

Emanuela Andreoni Fontecedro

Articolo pubblicato su “Il sussidiario.net” in data 31 ottobre 2024 e qui riportato per gentile concessione dell’autrice

Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 150/2024 con entrata in vigore dal 31 ottobre 2024


“Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi (…) così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato” (Lc 1, 1-3). Effettivamente l’approvazione definitiva della cosiddetta “riforma della valutazione” proposta dal Ministro Giuseppe Valditara ha indotto molti a scriverne. In realtà, una certa bulimia nelle dichiarazioni è in corso da molti mesi, dando l’impressione che certi provvedimenti siano ormai pienamente vigenti.

Il tentativo di queste poche righe è quello di fare chiarezza e cercare di comprendere se, cosa e quando ci siano effettivi aggiornamenti da apportare nella documentazione e nella prassi delle singole scuole.

Sul piano contenutistico la Legge 150/2024 interviene su tre argomenti:
– elementi relativi alla valutazione delle studentesse e degli studenti;
– disposizioni sulle sezioni a metodo didattico differenziato;
– misure a tutela dell’autorevolezza e del decoro delle istituzioni e del personale scolastici.
In questo intervento ci occupiamo solo del primo argomento.

Dal punto di vista normativo, si prevedono quattro interventi differenziati.

Modifiche dirette al Decreto legislativo 62/2017
Le seguenti modifiche saranno operative immediatamente, dal momento dell’entrata in vigore della Legge, cioè dal 31 ottobre 2024.
– la valutazione del comportamento nella scuola primaria è espressa collegialmente dai docenti con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione (conferma la situazione precedente);
– la valutazione del comportamento nella scuola secondaria di I grado è espressa collegialmente dai docenti con un voto in decimi, anche con riferimento allo Statuto delle studentesse e degli studenti (novità);
– nella scuola secondaria di I grado la valutazione del comportamento inferiore a 6 decimi comporta la non ammissione (novità);
– nella scuola secondaria di II grado, nella delibera di assegnazione del credito scolastico, il punteggio più alto nell’ambito della fascia individuata sulla base della media dei voti può essere attribuito solo se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi (novità);
– nella scuola secondaria di II grado, ai fini dell’ammissione all’Esame di Stato:
a. nel caso di valutazione del comportamento pari a sei decimi, il consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio (novità);
b. nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, il consiglio di classe delibera la non ammissione all’esame di Stato (conferma la situazione precedente);
– a decorrere dall’anno scolastico in corso, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti (compreso l’Insegnamento di educazione civica) nella scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti (novità).
Non vengono però definite le modalità specifiche della valutazione, che sono rimandate ad una specifica Ordinanza del Ministro dell’Istruzione e del Merito.

Modifiche alla valutazione periodica e finale nella scuola primaria
Come abbiamo visto, il DDL introduce una variazione rispetto a quanto previsto dalla OM 172/2020.
Infatti si passa dai “giudizi descrittivi riferiti agli obiettivi definiti nel curricolo di Istituto e correlati a 4 livelli di apprendimento” (in via di prima acquisizione – base – intermedio – avanzato) ai “giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento”.
Le modalità concrete con le quali i giudizi sintetici debbano essere formulati saranno definite con una apposita Ordinanza Ministeriale. Perciò, ad oggi non ci sono elementi giuridicamente fondati per descrivere quale sarà la specifica modalità, né ragioni per intervenire a livello di singola scuola con fantasiose delibere.

Modifiche indirette al DPR 249/1998
“Al fine di ripristinare la cultura del rispetto, di affermare l’autorevolezza dei docenti delle istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado del sistema nazionale di istruzione e formazione, di rimettere al centro il principio della responsabilità e di restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, nonché al percorso formativo delle studentesse e degli studenti”, saranno emanati uno o più Regolamenti per riformare le modalità dei provvedimenti disciplinari che comportano l’allontanamento dalla scuola per un periodo non superiore a quindici giorni, nel rispetto di questi principi:
– se l’allontanamento dalla scuola è fino a un massimo di due giorni: è necessario coinvolgere la studentessa e lo studente in attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare;
– se l’allontanamento dalla scuola è superiore a due giorni: lo studente deve essere coinvolto in attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche e individuate nell’ambito degli elenchi predisposti dall’amministrazione periferica del Ministero. Tali attività, se deliberate dal consiglio di classe, possono proseguire anche dopo il rientro in classe secondo princìpi di temporaneità, gradualità e proporzionalità.

Modifiche indirette al DPR 122/2009
“Al fine di ripristinare la cultura del rispetto, di affermare l’autorevolezza dei docenti delle istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado del sistema nazionale di istruzione e formazione, di rimettere al centro il principio della responsabilità e di restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, nonché al percorso formativo delle studentesse e degli studenti”, saranno emanati uno o più Regolamenti per riformare alcuni aspetti relativi alla attribuzione del voto di comportamento nella secondaria di II grado , nel rispetto di questi principi:
– attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi e la conseguente non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato avvengano anche a fronte di comportamenti che configurano mancanze disciplinari gravi e reiterate, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto (specificazione di una situazione già di fatto praticabile attraverso il combinato disposto dei già vigenti DPR 122/2009 e DPR 249/1998);
– in caso di attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi in fase di valutazione periodica, svolgimento di attività di approfondimento in materia di cittadinanza attiva e solidale, finalizzate alla comprensione delle ragioni e delle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato tale voto (novità, almeno come indicazione normativa);
– attribuzione di un “maggiore peso al voto di comportamento della studentessa e dello studente nella valutazione complessiva, riferito all’intero anno scolastico, in particolar modo in presenza di atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico nonché delle studentesse e degli studenti” (per comprendere se si tratti di una effettiva novità, occorre comprendere come sarà formulato il DPR attuativo);
– in caso di attribuzione del voto di comportamento pari a sei decimi in sede di valutazione finale nelle classi intermedie, il Consiglio di classe sospende il giudizio senza immediato giudizio di ammissione alla classe successiva e assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale; in sede di integrazione dello scrutinio finale, l’elaborato critico deve essere valutato dal Consiglio di classe con le seguenti possibili conseguenze:
a. ammissione alla classe successiva in caso di valutazione positiva;
b. non ammissione alla classe successiva in caso di mancata presentazione dell’elaborato prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo o di valutazione non sufficiente.
– attribuzione del voto in decimi per la valutazione periodica e per quella finale degli apprendimenti in tutte le discipline (per comprendere se si tratti di una effettiva novità, occorre comprendere come sarà formulato il DPR attuativo).

Cosa devono fare le singole Istituzioni scolastiche?
Senza entrare nel merito di riflessioni pedagogiche, docimologiche e didattiche (oltre che giuridiche sul ruolo dell’autonomia scolastica), indichiamo i passaggi in ordine cronologico:
con l’entrata in vigore della Legge 150/2024, cioè dal 31 ottobre 2024, è necessario aggiornare i documenti di Istituto, con apposite delibere degli Organi collegiali, e informare studenti e famiglie sui seguenti aspetti:
a. scuola secondaria di I grado: valutazione del comportamento in decimi, e conseguenze relative al voto inferiore a 6;
b. scuola secondaria di II grado: modalità di attribuzione del credito scolastico e conseguenze di un voto di comportamento uguale a 6 per l’ammissione all’Esame di Stato;
nel momento di pubblicazione dell’Ordinanza Ministeriale (tempi prevedibili entro la scadenza della valutazione periodica) relativa alle modalità della valutazione periodica e finale nella scuola primaria, sarà necessario aggiornare i documenti di Istituto, con apposite delibere degli Organi collegiali, e aggiornare studenti e famiglie sui relativi contenuti;
nel momento di pubblicazione dei regolamenti attuativi dei provvedimenti di modifica ai DPR 249/1998 e 122/2009 (tempi prevedibili sulla base dell’iter normativo anche di oltre sei mesi) sarà necessario aggiornare i documenti di Istituto, con apposite delibere degli Organi collegiali, e aggiornare studenti e famiglie sui relativi contenuti.

TRA I BANCHI DI SCUOLA SBOCCIA LA LIBERTÀ

I giovani e le Quattro Giornate di Napoli


Nella sala della V Municipalità di Napoli dedicata a Silvia Ruotolo, vittima della camorra, si è svolta il 1° Ottobre una manifestazione dedicata alle Quattro Giornate.  Invitata come rappresentante dell’Associazione EIP Italia (Scuola Strumento di Pace), ho aperto il mio intervento ripercorrendo i momenti cruciali della genesi della nostra associazione, le ragioni che portarono l’imprenditore francese Jacques Mulethaler  nel 1957 a fondarla, le finalità che, da allora, essa persegue con determinazione. Denunciare sempre gli orrori delle guerre e creare le condizioni perché, anche e soprattutto quando le guerre infuriano, si possa costruire la pace: l’EIP si impegna soprattutto su questo terreno.  La centralità assunta dall’educazione e dal mondo della scuola, nonché il ruolo cruciale di un pedagogista del calibro di Jean Piaget, nasce dalla consapevolezza che è in questi luoghi che si formano le coscienze dei bambini e dei giovani, protagonisti della società futura. La definizione dei Principi Universali di Educazione Civica è alla base del progetto costitutivo dell’associazione tant’è che il fine statutario dell’EIP è proprio quello di diffondere nel mondo la conoscenza di quei princìpi: salvaguardia dei diritti umani, cittadinanza democratica, intercultura, difesa dell’ambiente e, soprattutto, costruzione della pace. Istituita nel 1972 a Roma, la sede italiana ha dato vita a una rete di scuole di ogni ordine e grado, diffusa sul territorio nazionale, che coinvolge centinaia di realtà regionali e cittadine, grazie soprattutto all’impegno di docenti che con passione rendono partecipi migliaia di ragazze e ragazzi. Tra i punti di forza di queste attività va ricordato il Concorso nazionale, che, rivolto a diversi ambiti disciplinari, mira a valorizzare e premiare le buone pratiche realizzate nel mondo della scuola. 

Da quanto detto, si comprende come sia stato naturale l’incontro, e poi la collaborazione, tra l’EIP e l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani italiani). La comunanza di intenti e la condivisione dei valori costituzionali hanno fatto sì che da oltre un decennio le due associazioni lavorassero 

insieme nel mondo della scuola. A consolidare tale collaborazione, in occasione dell’Ottantesimo anniversario, su iniziativa della sezione Campania, è stato istituito un premio dedicato alla Memoria delle Quattro Giornate e all’ultimo partigiano, Antonio Amoretti.  Una esperienza memorabile quella della celebrazione dell’Ottantesimo, soprattutto se rivissuta attraverso gli occhi dei tantissimi giovani che vi hanno partecipato entusiasti, facendo vivere alla nostra città una delle più belle pagine di scuola degli ultimi anni. L’impegno profuso da tanti operatori del mondo della scuola, dirigenti, docenti, famiglie a fianco di ragazzi e ragazze di tutte le età, dimostra quanto vivo sia ancora oggi il senso di appartenenza ad una storia che ci rende orgogliosi del nostro passato, ma anche responsabili per il nostro futuro. Gran parte di queste esperienze è stata da me raccolta nel dossier “80° anniversario delle Quattro Giornate, Le Scuole in Primo Piano”, volto a documentarle e a valorizzarle.

Si colloca in questo contesto la proposta di dar vita a una serie di attività progettuali finalizzate al coinvolgimento degli studenti stranieri, sempre più numerosi nelle nostre scuole e nei centri di formazione, solitamente estranei a iniziative incentrate sulla valorizzazione della memoria locale e nazionale. La conoscenza e la consapevolezza dell’esperienza delle “Quattro Giornate” potrebbe costituire, quindi, un’importante occasione per favorire o rafforzare i processi di integrazione sociale e culturale di questi giovani. Questa finalità potrà essere perseguita con maggiore efficacia se si avrà la capacità di far sentire a ciascuno di loro il significato profondo e universale di quelle giornate di lotta – difesa dei diritti e della dignità dei popoli ovunque vi sia oppressione, ovunque vengano negati e offesi – utilizzando forme di comunicazione/linguaggi a loro più consoni, o in cui possano più facilmente riconoscersi, come il linguaggio musicale e cinematografico. In una fase storica caratterizzata dall’affermarsi di sentimenti xenofobi e da politiche anti-immigrazione, in Europa e nel mondo, l’auspicio è che le parole chiave del nostro lessico – accoglienza, inclusione, integrazione, intercultura – ispirino con più vigore di prima i futuri progetti e le azioni che permetteranno di realizzarli.

Elvira D’Angelo
Referente EIP Italia – sez. Campania

La luce della memoria delle discipline umanistiche e la scienza

Vs la woke. La questione del liceo unico


Se la poesia è fare del linguaggio la rete che contiene il Mondo; se dipingere è infiammarsi della visualità fino ad astrarla; se la musica è la conquista magica dei suoni nella loro distribuzione, tutto questo è humanitas. E per essa si intende  l’emergere dell’uomo dalla sua animalità.

Humanitas come fulgore di spiritualità, come riconoscimento del breve e passeggero nell’universale. L’humanitas si sprigiona dalle arti e  nell’ascoltare il pensiero del mondo con il suo arrampicarsi nei millenni alla ricerca di estrapolare la verità. E’ lo slanciarsi nel tempo, immergersi nel passato, interrogare il futuro, nuotare nel presente senza essere sommersi dalle sue onde. Ed è incontrare in questo oceano di ignoto, che opprime la tragicità della condizione umana, la scienza che vola come mitico cavallo alato nel cuore cosmico.

Come si conquista l’humanitas? Certamente con lo studio delle humanae litterae: letterature, storia, filosofia e arti. Esse sono memoria pura che va filtrata, ravvivata dall’impulso verso il nuovo, dall’entusiasmo della scienza. La fusione dei saperi  rappresentò l’esaltazione dell’uomo rinascimentale.

Per uscire dalla deriva dell’Occidente sempre più bombardato dalla barbarie,  sempre più impacciato nel capire la sua via è necessario fornire ai giovani la maggiorata possibilità – se se la sentono – di affrontare studi integrati. Questo, in Italia, si ottiene fondendo il liceo classico con quello scientifico, il che  significa liceo unico da attivare con materie obbligatorie comuni, materie opzionali ( che ogni allievo potrà scegliere nel ventaglio proposto) e comunque l’opzione di frequentare il livello standard delle discipline o  il livello più alto di approfondimento.

Non diversamente opera l’International Baccalaureate. Ovvio il diploma sarà distinto sui percorsi scelti.

L’amore per il sapere necessita per esprimersi del ventaglio dei modi in cui esso si manifesta. La cultura umanistica che favorisce il riconoscimento dei valori, il disprezzo del vacuo e del futile, dei falsi idoli e che serve ad accrescere la qualità dell’ animo/ mente del singolo e, per estensione e proiezione, della comunità in cui i singoli sono immessi, deve irrorare il percorso di questo liceo. Si tratta di educazione all’autodeterminazione, alla libertà di pensiero, al rispetto che la società esige. E’ un bagno di ‘intelligenza’ nel senso proprio del termine che significa ‘comprensione’, in ogni singolo caso e in toto.

La woke (leggi: cancel culture), in quanto uccide la memoria è confrontabile con le rovine cosmiche che abbattono ere e continenti.

L’uomo senza memoria (che include anche quella degli errori commessi, ai fini di non ripeterli) torna ad essere il balbettante delle caverne, l’animale setoloso primitivo: saetigeris… pares subus silvestria membra/ nu<da> dabant terrae, nocturno tempore captiLucrezio (simili a setolosi cinghiali sorpresi dalla  notte nudi stendevano a terra le selvagge membra).

L’ipnosi che la woke vuole indurre nel mondo occidentale è una manipolazione nazista (dei padroni dei mercati e delle comunicazioni che  rende schiava con la politica la stessa etica), tanto più in forma ingigantita delle stesse Bücherverbrennungen, roghi di libri organizzati nel 1939 dalla Germania, con cui il nazismo intendeva annullare ogni ideologia che non fosse quella del terzo Reich.

Perché bisogna percorrere le vie della cultura, dense di stimoli, di avvertimenti, che la memoria offre? Non solo per il conforto di ogni vita vissuta che specchia la nostra, non solo per il fine in sé del velo della realtà squarciato dalle scienze ma perché ci offre il solo percorso che ci chiama fuori dall’esistenza umana ancora tarlata dalle lotte, dal corpo a corpo dei primitivi animali che ancestralmente siamo stati.

La scienza ci regalò il tempo e lo spazio numerus, res cum ad vitam necessaria tum una inmutabilis et aeterna; quae prima inpulit etiam, ut suspiceremus in caelum, nec frustra siderum motus intueremur dinumerationibusque noctum ac die<rum> …, Cicerone (il numero, cosa tanto necessaria alla vita quotidiana, quanto cosa sola immutabile ed eterna che per prima ci spinse a guardare il cielo e a non osservare invano  il moto delle costellazioni e con il calcolo delle notti e dei giorni…), le erbe riconosciute curarono le ferite, le febbri, la scrittura (antichi disegni) assolse il compito di fare memoria e di confessare lo sgomento dell’uomo che si scopre solo nell’Universo.: le silence éternel de ces espaces infinis m’effrayePascal; io sempre l’una e l’altra mano / getto a una rupe, un albero a uno stelo/ a un filo d’erba per l’orror del vanPascoli.

A questo sgomento  per converso l’uomo reagisce e scoprì  il suo piccolo nido pueri…parentum/ blanditiis facile ingenium fregere superbumLucrezio (i bambini piegarono facilmente con le loro tenerezze la dura natura dei padri), e provò il sentimento di ‘ amicizia’ (in altra casa filosofica sarà solo e più intensamente vero e proprio afflato che ignora anche l’ ‘utile’ ) nei confronti degli altri tunc et amicitiem coeperunt iungere aventes finitimi inter se nec laedere nec violari (Lucrezio (allora i vicini cominciarono anche a stringere amicizia tra loro con il desiderio di non portare  e di non soffrire violenza) . La ‘concordia’ genera la società .

Rivederci dall’inizio significa acquisire la consapevolezza del lunghissimo, travagliato cammino della nostra storia e quella di conseguenza di dover spazzare via la leggerezza della passività di fronte a quanto si arma contro noi occidentali per far deflagrare le nostre mura, i nostri valori raggiunti, compreso quello stesso del rapporto di ‘amicizia’ che tiene conto del diritto che ogni collettività si dà, ma riconosce certamente la ‘legge non scritta’ che l’humanitas ( faro della nostra cultura ) ha dettato.

Emanuela Andreoni Fontecedro
Già Prof ordinario di Letteratura Latina Università Roma Tre

pubblicato il 5 settembre 2024 in:
https://www.lettera150.it/2024/09/05/la-luce-della-memoria-delle-discipline-umanistiche-e-la-scienza/?fbclid=IwY2xjawFbgTVleHRuA2FlbQIxMAABHeanBKNAC6noid9Ovh4KOe12Y__SXINjkZU0FBwtgdTy-mLMJsAVwsM9DQ_aem_VBoRVxCuHD_VCSddLL9uiw

Buon inizio dell’anno scolastico


“L’obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che siano capaci di fare cose nuove e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto”
(Jean Piaget, Fondateur de l’Ecole Instrument de Paix Internationale – Genève, 1968)

Alle comunità educanti
Agli studenti

Carissimi,

in questi giorni nelle diverse scuole autonome un nuovo anno scolastico inizia, portando con sé un’ondata di energia, curiosità e opportunità. 
Il percorso che si avvia è accompagnato da elementi di novità, alcuni dei quali ancora in via di definizione.

Da pochi giorni il Decreto Ministeriale 183/2024 ha introdotto le rinnovate Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, elemento portante per la crescita di tutti i cittadini.
Oltre 170 Istituti scolastici, da questo mese stanno avviando i percorsi rinnovati della “filiera tecnica-professionale”, come previste dalla Legge 121/2024.
Prosegue, grazie all’azione di dirigenti, docenti e personale ATA, l’attuazione del “Piano Scuola 4.0”, che sta consentendo la realizzazione di ambienti di apprendimento rinnovati e funzionali alle attività educative.
Pur con qualche intoppo, si stanno avviando le rinnovate procedure di reclutamento dei docenti, come anche le azioni di formazione e aggiornamento, in attesa di una più visibile azione della Scuola di alta formazione dell’istruzione.
Inoltre, tutto il personale scolastico avvia l’anno scolastico sulla base di rinnovate norme contrattuali che dovrebbero, almeno ce lo auguriamo, contemperare al meglio il diritto del lavoro con quello all’apprendimento.
Con non poca curiosità è atteso il percorso partecipato di revisione delle Indicazioni nazionali, annunciato in diverse occasioni.

La scuola e il suo inizio costituiscono un punto di riferimento vivo per le nostre comunità, semplicemente perché la scuola riguarda tutti, intreccia passato, presente e futuro e rappresenta pienamente la nostra vita.
Auguro a tutti voi un anno ricco di scoperte, creatività e crescita personale.
Ai dirigenti, custodi principali del significato dell’educazione nella scuola, auguro pazienza e tenacia, perché possano coniugare i molteplici compiti e responsabilità con la gestione manageriale, la capacità amministrativa e l’esercizio di una leadership educativa attenta alle persone, quella che per EIP è la “dirigenza umanistica”.
Ai docenti, che con passione e dedizione guidano i nostri giovani verso il futuro, auguro di trovare sempre nuovi modi per accendere la scintilla dell’apprendimento, per incoraggiare il pensiero critico e la partecipazione alla vita sociale.
Agli studenti, che si affacciano a questo nuovo anno con entusiasmo e aspettative, auguro di abbracciare ogni sfida come un’opportunità per imparare, di coltivare la curiosità e di non aver paura di esplorare nuovi orizzonti. Siate protagonisti del vostro percorso educativo, siate creativi, siate coraggiosi!

Con l’augurio che tra le “cose nuove” che le generazioni future siano in grado di fare possa esistere la realizzazione effettiva di quella Bibbia laica che è la nostra Costituzione e di quei diritti umani che la voce di Martin Luther King sognava oltre 60 anni fa.

Buon anno scolastico!

Anna Paola Tantucci
Presidente EIP Italia ETS

Laboratorio di formazione sui diritti umani

Alcune documenti sul percorso annuale di educazione civica dell’IIS Lombardo Radice di Bojano, coordinato dalla prof.ssa Italia Martusciello


Rivedere le “tracce” del lavoro a scuola è sempre un’esperienza che sorprende e consola, perché testimonia il valore straordinario del quotidiano.

Nelle pagine qui allegate trovate le testimonianze (pubbliche) del lavoro di Educazione civica all’IIS “Lombardo Radice” di Bojano (CB): una testimonianza e una proposta per le scuole della Rete EIP.

Napoli tra memoria del passato, cura del presente, speranza nel futuro

Le attività della locale sezione EIP Italia per la celebrazione dell’ottantesimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli


L’anno scolastico che sta per chiudersi, inaugurato dalle celebrazioni per l’Ottantesimo anniversario della Quattro Giornate, sarà ricordato nella nostra città per l’impegno profuso dalle istituzioni e dal mondo delle associazioni nella realizzazione di un ventaglio di iniziative di straordinaria ricchezza e vivacità culturale a difesa dei diritti, della libertà e della dignità umana. Migliaia di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi ne sono stati i protagonisti attenti e partecipi. La loro mobilitazione, a fianco di quella delle generazioni più adulte, ha dato slancio ed entusiasmo alle manifestazioni che si sono susseguite dal settembre scorso fino a oggi, offrendo il segno tangibile del senso del percorso intrapreso: quello di tenere insieme, proprio grazie a un patrimonio condiviso di valori e princìpi, memoria del passato, cura del presente e speranza nel futuro. La morte di Antonio Amoretti, avvenuta nel dicembre del 2022, ha fatto sì che il ricordo commosso e malinconico dell’ultimo partigiano della rivolta napoletana, per il carattere esemplare del suo insegnamento e della sua testimonianza, diventasse l’occasione per un rinnovato impegno e per iniziative di ampio respiro culturale volte a sottrarre all’oblio o a vuoti riti celebrativi la storia. In questo contesto, e con queste finalità, prende corpo e viene, poi, lanciato il Premio “Antonio Amoretti – La libertà conquistata” all’interno del 52° Concorso Nazionale dell’Associazione EIP Italia (Scuola Strumento di Pace). Un’apertura questa che, voglio pubblicamente apprezzare e che, se riproposta anche negli anni a venire, potrà consolidare una collaborazione su contenuti che di volta in volta si riterrà più opportuno e giusto adottare. D’altra parte, verrebbe da dire, non c’è niente di più naturale che la collaborazione tra l’E.I.P. e chi intende fermamente continuare a lottare per i diritti umani e per la pace.

Prof. Francesco Amoretti
Università degli studi di Salerno


Pubblichiamo di seguito un documento curato dalla prof.ssa Elvira D’Angelo che raccoglie, documenta e valorizza l’impegno profuso da tanti istituti scolastici di Napoli nelle celebrazioni delle “Quattro Giornate”. L’auspicio è che questa esperienza possa arricchirsi, nei mesi a venire, di altre iniziative in grado di nutrire la memoria e ravvivare la vita culturale della nostra città.