Intervista a Lidia Cangemi Preside del Liceo Kennedy
La storia insegna che dalle grandi crisi nascono grandi opportunità. Il liceo Kennedy ha abbracciato la sfida dell’ emergenza Covid 19 per unire la comunità scolastica intorno ai valori che danno senso alla scuola.
Si trasmette integralmente il testo dell’intervista per la quale si ringrazia la preside Cangemi della disponibilità e del tempo dedicatole.
RC: Come sta affrontando il Liceo Kennedy l’emergenza Coronavirus?
LC: Nel nostro liceo ci siamo interrogati qualche giorno prima dell’emergenza nazionale sull’eventualità che le scuole venissero chiuse, abbiamo cominciato a pensare a quali strumenti potessero essere più utili. Il nostro animatore digitale, il prof. di Sabato, ha fatto delle prove sulla piattaforma che avevamo in uso, Google suite che ci è sembrato uno strumento abbastanza efficace per poter procedere ad una didattica a distanza.
Per fare questo c’era bisogno del consenso e della spontanea adesione al progetto da parte dei docenti e questo non era scontato. Giovedì mattina ( 5 marzo 2020 n.d.r.) abbiamo pensato ad un collegio, meglio, ad una consultazione telematica con tutti i docenti in cui ho esposto quali fossero i valori che venivano portati avanti per poter attivare una didattica a distanza globale, generalizzata, non sporadica e non affidata alla volontà del singolo docente.
E’ questo il vero cambio di passo il fatto che l’emergenza è stata affrontata collegialmente, con tutti d’accordo piuttosto che in maniera puntuale, a macchia di leopardo che avrebbe comportato una non equità nel trattamento dei ragazzi.
La questione è stata posta su quali valori volessimo portare avanti per i nostri ragazzi e poiché pensiamo che il valore più importante risiede sicuramente nel tener allacciato il dialogo educativo con i nostri studenti, questo non poteva essere interrotto dalla mancanza del contatto fisico.
Quindi la scelta è stata quella di mantenere l’orario di lezione e incontrare virtualmente gli studenti ogni giorno all’ora già predisposta per fare una lezione ovviamente rimodulata, ripensata e quindi un incontro che può essere dialogico, con del materiale condiviso, con la tavoletta grafica o col computer.
Il mezzo ci è sembrato importante si, ma era più importante il valore portato: dare intanto un messaggio di serenità e di continuità con l’impegno che abbiamo preso con i nostri studenti e loro con noi.
In questo modo la mattina è dedicata all’incontro con i docenti, il pomeriggio possono continuare a fare i compiti o dedicarsi alle loro attività.
Questo è molto importante perché dà il ritmo della normalità e crediamo che non minare la loro serenità di adolescenti che stanno crescendo, sia una delle cose più importanti che la scuola deve garantire.
RC: Che risposta hanno dato i ragazzi alla prima giornata di didattica a distanza?
LC: La prima giornata, quella sperimentale è stata dedicata agli studenti delle quinte, perché i professori il giorno precedente hanno intanto testato il mezzo, hanno provato fra loro, si sono incontrati virtualmente o fisicamente e venerdì c’è stata la giornata dedicata alle quinte.
Le classi quinte sono state entusiaste perché i ragazzi si sentono appoggiati, sentono che non sono stati lasciati soli in un momento difficile che per loro è anche l’anno della maturità. Hanno seguito tutte le lezioni, sono stati tutti presenti: noi facciamo un appello virtuale, che non va tanto a segnalare gli assenti, quanto a incentivare i presenti.
Questo anche è un cambio di passo molto importante nella percezione della scuola, vuol dire Siamo presenti, ci siamo, quindi non segniamo l’assenza, ma incentiviamo la presenza.
Devo dire che alcuni docenti hanno fatto anche di più dell’ora prevista da orario, sono stati in contatto con i ragazzi a lungo, si sono sentiti anche il pomeriggio e quindi in qualche modo si è aperto un dialogo che dal feedback dei ragazzi è stato molto apprezzato.
Speriamo che lunedì, quando sarà estesa la sperimentazione a tutte le classi, ci sia lo stesso risultato. Anche qui si gioca molto sul senso di responsabilità del ragazzo perché è incentivato dalla famiglia o dalla propria motivazione, nessuno può obbligarlo ad essere presente alla lezione ma speriamo che questo avvenga perché avrà giocato un senso di responsabilità e in fondo un senso di appartenenza che è anche molto importante
RC Come hanno reagito i genitori alla proposta di didattica a distanza in questa situazione di emergenza?
LC: Devo dire che alcune di queste modalità le avevamo concordate o almeno condivise con i consiglieri d’istituto e poi con alcuni genitori più attivi nella scuola. I genitori nel senso più generale e il più esteso possibile, si sono dichiarati grati alla scuola perché è presente, perché ha dato un messaggio di serenità, di continuità e di possibilità di andare avanti. So che stanno scrivendo una lettera di encomio da mandare alla ministra per quello che stiamo facendo.
In questo senso è stata anche una grande opportunità questa, come spesso accade nelle crisi, per riallacciare o meglio per intensificare l’alleanza educativa con i nostri genitori, un’alleanza preziosa, della quale siamo molto felici.