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Salva la tua lingua locale

VIII edizione del Bando di Concorso promosso da UNPLI e ALI Lazio


L’idea di UNPLI (firmataria di un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito) e ALI Lazio di valorizzare scrittori e poeti che si esprimono nelle loro lingue locali, in armonia con la Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, è sicuramente vincente. Grazie alla collaborazione con l’Associazione E.I.P. Italia-Scuola Strumento di Pace, per l’ottavo anno il concorso sarà esteso al mondo della scuola.

Il concorso si inserisce pienamente negli scopi previsti dalla Legge 92/2019, che ha introdotto l’Insegnamento scolastico dell’educazione civica nella scuola italiana, anche per educare “al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni” (articolo 3), in cui possono trovare particolare attenzione le autonomie e le lingue locali, come previsto dagli artt. 5 e 6 della Costituzione Italiana.

Nel contesto del progetto “Civis Sum”, promosso dall’EIP Italia con il Ministero dell’Istruzione, che prevede, attraverso la costruzione della “Tavola periodica della Costituzione”, la raccolta di buone pratiche delle scuole sui primi 54 articoli della stessa, l’ottava edizione del Concorso “Salva la tua lingua locale”, si propone di valorizzare e far conoscere le migliori proposte delle scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, sul tema del concorso.

Il Concorso si propone di stimolare la creatività espressiva dei giovani nell’età della formazione. E’ aperto a nuove esperienze di dialogo con i lavori dei giovani reclusi, scuole in strutture ospedaliere, minori non accompagnati, giovani in aree a forte dispersione scolastica, affinché possano esprimere sentimenti, esperienze, vicende nel loro dialetto e lingua locale, in prosa o in poesia, presentati dalle scuole o da Associazioni sociali e culturali che operano a livello istituzionale.

Premi per i partecipanti

– I primi tre classificati nella Sezione Poesia

– I primi tre classificati nella Sezione Prosa

– I primi tre classificati nella Sezione Musica


I vincitorisaranno premiati con una targa e la pubblicazione dei lavori all’interno dell’antologia che sarà realizzata con le opere premiate.

Riconoscimenti per i territori e le scuole

– I primi tre classificati nella Sezione Scuola “Testimoni del Genius loci” per i Presidenti delle Pro Loco UNPLI che si sono distinti per la diffusione del Concorso e la collaborazione con le scuole del loro territorio (saranno selezionati dalla giuria in base alla documentazione allegata ai lavori pervenuti).

– I primi tre classificati nella Sezione Scuola di “Cultori dei dialetti e delle lingue locali” dell’Unpli e dell’E.I.P Italia che offriranno la loro collaborazione alle scuole del territorio per i lavori e gli eventi per partecipare al Concorso (su segnalazione delle scuole e delle Pro loco che presentano i lavori).

L’E.I.P. Italia, Ente riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione per la formazione, ai sensi della Direttiva 170/2016, rilascerà agli studenti delle ultime due classi della Scuola Secondaria Superiore un attestato di credito formativo ai sensi del D.M. 49 del 24/2/2000, valevole per l’Esame di Stato.

La scadenza per partecipare è stata fissata al 31 marzo 2023.

Per informazioni:
UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia)
Segretario del premio: Gabriele Desiderio – giornatadeldialetto@unpli.info
E.I.P. Italia
sirena_eip@fastwebnet.it

Gabriele Desiderio


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Questa Fiducia che ho in voi

“Speciale Tg1”  di domenica 22 gennaio: la Shoah raccontata ai ragazzi dai sopravvissuti


Domenica 22 gennaio, alle ore 23.40 circa, andrà in onda lo Speciale TG1 di Caterina Doglio sugli incontri dei testimoni della Shoah con gli studenti delle scuole, intorno alla domanda: “che succederà quando i deportati nei campi di sterminio non saranno più tra di noi?.

Successivamente la puntata sarà disponibile su RaiPlay.

Lo scorso 3 dicembre, presso l’Aula Magna dell’Università LUMSA di Roma, le scuole di EIP Italia hanno avuto la possibilità di incontrare la scrittrice Edith Bruck, cui è stato assegnato le Prix International “Jacques Mühlethaler” 2022 pour la Paix et les droits de l’homme, per il libro Il pane perduto (La nave di Teseo, 2021), nell’ambito della premiazione del 50° Concorso Nazionale dedicato ai Principi universali di Educazione civica. Anche il nostro incontro sarà tra i documenti di questa puntata.

Verso gli Esami: colloquio pluridisciplinare segno di maturità


Le recenti disposizioni che regolamentano lo svolgimento degli esami di maturità, che segna “un passaggio sostanziale e simbolico nel processo di costruzione del proprio progetto di vita”, oltre alle due prove scritte nazionali, prevedono la prova orale che è definita con il termine “colloquio in chiave multi e interdisciplinare al fine di valutare la capacità dello studente di cogliere i nessi tra i diversi saperi collegandoli opportunamente tra loro e sarà finalizzato ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale”.

Viene, quindi, riproposta la formula di “colloquio” e non di interrogazione, garantendo all’esame la valenza di un “atto educativo” a conclusione del percorso scolastico.

Il colloquio finale si pone come momento di sintesi del “dialogo educativo” che l’azione didattica formativa ha inteso svolgere nel corso degli anni scolastici.

La connotazione “pluridisciplinare” caratterizza la specificità degli argomenti che vengono presentati dallo studente.

La prova orale non potrà essere, quindi, la “somma di colloqui distinti”, secondo la tradizionale prassi di rispondere a specifiche domande, e spostare la sedia verso il docente che interroga, mentre gli altri componenti della commissione si dedicano a compilare schede e tabelle.

IL COLLOQUIO

Un vero colloquio sollecita un “ascolto attento” da parte dei commissari interni ed esterni e prevede un’organica presentazione delle argomentazioni nell’ottica dell’interdisciplinarità, al fine di mettere in luce le competenze di riflessione, analisi, selezione dei contenuti, capacità espositive e di coordinamento logico tra i diversi contenuti disciplinari e si valuterà la capacità del candidato di collegare le conoscenze acquisite.

Il colloquio che caratterizza la conclusione del percorso di studio, consente agli studenti di fare un bilancio dell’esperienza scolastica ed offre loro l’occasione per dire “Grazie” alla scuola per il bene ricevuto e dare dimostrazione che le materie studiate hanno contribuito a sviluppare specifiche competenze di pensiero critico, di collegamento tra i saperi, di coordinamento logico, espositivo e comunicativo

La presentazione del lavoro multimediale elaborato non dovrebbe essere una semplice costruzione artificiale di accostamenti tematici, come avveniva nelle precedenti “tesine”, ma espressione di una diligente ricerca secondo le indicazioni proposte con specifici collegamenti interdisciplinari.

Non ci sono formule per avviare il colloquio che partirà dall’argomento scelto dal candidato, ma è importante evidenziare che le prime considerazioni dovrebbero vertere sul come ciascuno ha vissuto l’esperienza scolastica, il clima della classe, il rapporto e le relazioni con i docenti e i compagni, nonché sulle scelte future nel proseguimento degli studi universitari o dei percorsi di inserimento nel lavoro

Potrebbe avere come modello di incipit: “In questi anni, frequentando questo Istituto, ho appreso

tante cose, sono cresciuto dal punto di vista umano e culturale. Con i compagni ho costruito un buon rapporto di amicizia e di reciproco scambio di esperienze. Ho avuto la fortuna di incontrare docenti che mi hanno aiutato a mettere a frutto le mie potenzialità e mi hanno aiutato nell’acquisire sia nuove conoscenze e ancor più un metodo di studio per rendere efficace l’apprendimento.

Le materie che ho studiato, mi hanno fatto scoprire e imparare tante cose nuove.

Concludendo il percorso scolastico, confesso di aver un po’ di nostalgia della scuola e sento il dovere di dire “Grazie” per quello che mi è stato insegnato e che ho imparato”.

L’esposizione consentirà di evidenziare non solo il livello di conoscenze culturali, ma principalmente i livelli di competenza espositiva del proprio pensiero, delle idee, dei concetti, dei valori interiorizzati attraverso lo studio e come tutto ciò ha contribuito alla formazione della personalità di ciascuno che si proietta nel mondo del lavoro come cittadino attivo e responsabile.

Nel colloquio sono previste, infatti, oltre alle tematiche disciplinari anche quelle relative alla Cittadinanza e Costituzione, perché per una piena valutazione della maturità del candidato, e nella considerazione che la scuola “colloca nel mondo una persona, un uomo e un cittadino”, è anche necessario che dal colloquio emerga una competenza civica che riveli il senso di responsabilità sviluppato e maturato tra i banchi di scuola ed esercitato attraverso le molteplici esperienze formative offerte maturate nel corso degli anni.

La proprietà di linguaggio, la sicurezza e le abilità espositive, evidenzieranno anche un senso critico e riflessivo, saranno segno e testimonianza dello sviluppo personale e del grado di maturazione, di pienezza e di completezza della “forma umana” dello studente che è cresciuto, aprendo i suoi occhi e la mente alle nuove conoscenze culturali e disciplinari, che hanno sviluppato in lui la capacità di saper guardare oltre, di saper progettare il futuro, di comprendere il senso civico di cittadino attivo e responsabile e qui si potrebbe fare ampio riferimento alle esperienze di scuola lavoro, realizzate nel corso del triennio, anche se condizionate dall’interruzione delle lezioni, a causa della pandemia.

COLLEGIALITA’

I venti punti previsti come votazione della prova orale, come gli altri punteggi per le prove scritte, saranno assegnati secondo i criteri della griglia di valutazione elaborata dal Consiglio di classe e concordata in sede di commissione con la guida del presidente e la condivisione dei commissari esterni, a garanzia di una vera collegialità nella valutazione dell’intero percorso formativo ed il riconoscimento dei crediti e dei meriti acquisiti.

Secondo il modello di Kirkpatrick e la teoria di Wiggins, “la valutazione autentica, mira ad accertare non solo ciò che uno studente conosce, ma ciò che “sa fare con ciò che sa”.   L’apprendimento scolastico non si dimostra con l’accumulo di nozioni, ma con la capacità di generalizzare, trasferire ed utilizzare le conoscenze acquisite in contesti reali.

Nella scuola di oggi permangono ancora le due anime: quella di “ insegnare” svolgendo il programma, “interrogare” sui contenuti e misurarne la quantità acquisita , mentre l’altra dimensione che viene definita “autentica”, impegna a “progettare per insegnare” fornendo allo studente costanti feedback significativi, compiti intellettuali e reali al fine di sviluppare sempre nuove competenze e conseguire traguardi di performance, che costituiranno il vero e sicuro “portfolio” dello studente, segno e documento di una scuola di qualità.

Lo stile cooperativo e di condivisione dei “commissari” interni ed esterni nella “ricerca del miglior bene e del futuro dello studente” costituirà la garanzia di serena conduzione dell’esame di maturità, ultima tappa del cammino scolastico, punto di partenza per il proseguimento degli studi universitari o l’inserimento nel non facile mondo del lavoro, dove la certificazione delle competenze acquisite costituirà la base del merito e la garanzia di successo.

Giuseppe Adernò

Un anno senza David Sassoli

Un libro raccoglie i  suoi discorsi e la  lezione di ottimismo e di speranza


L’Europa ha bisogno di un nuovo progetto di speranza, un progetto che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra Unione, i nostri valori e la nostra civiltà, un progetto che sia ovvio per tutti gli europei e che ci permetta di unirci. Abbiamo bisogno di innovazione, non solo nella tecnologia, ma nelle istituzioni, nelle politiche, negli stili di vita, nel nostro essere comunità”, è questo il monito di Davide Sassoli, che nel primo anniversario della scomparsa ritorna vivo e pressante.

L’innovazione negli stili di vita, seguendo il sentiero dei valori, della cultura, del rispetto della dignità della persona, porterà certamente innovazione nella politica, nelle istituzioni e nell’intera società. 

La transizione ecologica, di cui l’Europa può farsi motore nel mondo, sarà possibile solo se verrà assicurata una vera equità sociale, riaffermando la centralità della persona, la tutela dei diritti, il rispetto delle differenze e della pluralità.

In questo difficile tornante della storia europea (guerra, pandemia, crisi economica, scandali…), le idee e la testimonianza culturale e politica di Sassoli lasciano intravvedere nuovi orizzonti per il processo di integrazione continentale Sassoli sosteneva, infatti,  che “i cittadini europei sentiranno di appartenere all’Europa se il suo modello di democrazia, di libertà e di prosperità si rafforzerà e sarà in grado di diffondersi, anche al di là delle nostre frontiere”.

Rileggendo il suo ultimo discorso al Consiglio europeo del 16 dicembre 2021  

ritroviamo la ricchezza del suo testamento spirituale:”L’Europa ha bisogno di un nuovo progetto di speranza. Penso che questo progetto possa essere costruito intorno a tre assi forti, a un triplice desiderio di Europa che sia unanimemente condiviso da tutti gli europei: quello di un’Europa che innova, di un’Europa che protegge e di un’Europa che sia faro».

Abbiamo trascorso un anno segnato dall’ombra nera della guerra Russia-Ucraina, tanti morti, tante case, palazzi, uffici, impianti distrutti, tanti sacrifici annientati da missili e bombe e dal faro dell’Europa la luce della solidarietà, dell’unità, della  convergenza nell’aiutare le popolazioni ucraine è stata sempre accesa, anche se ancora non si è pervenuti all’auspicato accordo di pace.

Come ha scritto Sassoli “i nostri confini in alcuni casi sono diventati confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità, muri eretti contro persone che chiedono riparo dal freddo, dalla fame, dalla guerra e dalla povertà” e gli aiuti umanitari anche da parte del Vaticano sono stati un segno concreto di attenzione e di solidarietà. 

Le parole di Sassoli profumano di fraternità e proprio di questo ha bisogno la società di oggi, spezzando la crosta di egoismo e di interessi personali. 

I recenti fatti di cronaca che hanno interessato i palazzi dell’Unione Europea e i comportamenti di alcuni parlamentari, hanno tracciato un segno nero che potrà essere cancellato se viene riaccesa la luce dell’onestà nella ricerca del vero bene dell’intera Comunità Europea.Nel corso dell’anno, numerose sono state le iniziative e le manifestazioni in onore di Davide Sassoli ed ora giunge anche il volume “David Sassoli. La saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e per l’Europa”.

Il libro, edito da Feltrinelli e curato da Claudio Sardo con la prefazione firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sarà presentato il 9 gennaio a Roma, al Teatro Quirino con la partecipazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, di Romano Prodi (già presidente del Consiglio e poi della Commissione Ue).

David Sassoli ha indirizzato il suo progetto europeo, ricalcando i valori acquisiti e interiorizzati nel corso della sua formazione alla scuola di Don Milani, del quale quest’anno, il  27 maggio, si celebrerà il primo centenario della nascita:  “Tra giustizia e ingiustizia non esiste il centro; I privilegi ricevuti vanno restituiti con l’impegno di essere al servizio dei più deboli; Al primo posto la non violenza, lo studio e la competenza; Il problema degli altri è il mio problema; L’indifferenza non è un’opzione”

Ricordare, a un anno dalla scomparsa, il presidente Sassoli, significa anche confermare il percorso verso una maggiore integrazione comunitaria che consolidi politiche atte a rispondere ai problemi quotidiani dei cittadini, delle famiglie, delle imprese, degli Enti locali dei 27 Stati aderenti, nella prospettiva di un’Europa efficace al suo interno e aperta verso il resto del mondo.

Il suo sorriso rasserenante e giovanile rimane, ora, in questo difficile tornante della storia europea, un segno di speranza.

Giuseppe Adernò

Auguri da EIP Italia


Carissimi tutti,

l’avvicinarsi delle festività natalizie e dell’avvio di un nuovo anno è sempre occasione di riflessione sui percorsi fatti e di reciproco augurio.

Sarebbe davvero bello poter interpretare un volere benevolo dalla Vita, per poter vedere nel futuro della nostra comunità umana il trionfo di “pace e giustizia”.

Le notizie di guerra e corruzione, l’aumento delle occasioni di conflitto, i timori per le economie e il futuro del nostro ecosistema attraversano, in modo più o meno consapevole e continuo, il nostro quotidiano, 

Chi opera nella scuola ha tra le mani la costruzione del futuro delle singole vite dei nostri figli e della comunità.

L’augurio di EIP Italia, anche nelle parole di Gianni Rodari che abbiamo scelto per la conclusione della Cerimonia di premiazione in occasione dei nostri 50 anni dalla fondazione, è di coltivare e seminare la speranza, avendo il coraggio di guardare la grandezza oltre le piccolezze quotidiane.

Con riconoscenza viva, auguri ai dirigenti, ai docenti e a tutto il personale delle scuole.

Master LUMSA di II livello Governance strategica delle istituzioni scolastiche – AVVIO DELLE LEZIONI

Confermato l’avvio delle lezioni entro il mese di ottobreScadenza delle iscrizioni il prossimo 16 ottobre


La LUMSA, l’Associazione EIP Italia e Tuttoscuola presentano la prima edizione del Master universitario di II Livello Governance strategica delle istituzioni scolastiche.

Il Master forma le alte professionalità coinvolte nella gestione delle Istituzioni scolastiche, offrendo le competenze necessarie sia al middle management che alla Dirigenza scolastica.

La sua proposta formativa si articola lungo le direttrici della gestione e della governance dei processi didattico-organizzativi. Il quadro di valori è segnato dalla prospettiva della “Dirigenza umanistica”, orientato all’ottimizzazione dei benefici delle varie componenti della comunità educante (studenti, insegnanti, Personale ATA, famiglie, territorio).

Qui si possono trovare tutte le informazioni utili.

Sono gli ultimi giorni disponibili per le iscrizioni, in scadenza il prossimo 16 ottobre.

L’avvio delle lezioni è previsto per il 21-22 ottobre.

Giornata della memoria e dell’accoglienza

3 ottobre 2022: promuovere riflessioni e impegni per conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria.


La Legge 45/2016 ha istituito una giornata nazionale di memoria civile, con lo specifico compito di promuovere “apposite iniziative, nelle scuole di ogni ordine e grado, anche in coordinamento con le associazioni e con gli organismi operanti nel settore, al fine di sensibilizzare e di formare i giovani sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza” (articolo 2).

Una Legge nata per iniziativa di un Comitato che si è attivato a fronte di un episodio di gravità inaudita accaduto al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013.

Riteniamo che in questa fase di grave crisi internazionale e di evoluzione socio-politica in Italia e in Europa, insieme alla ricerca di un accordo sul tetto al prezzo del gas o sulle sanzioni, non si possa scordare che Lampedusa è la porta di un’Europa che “funzionerà se ognuno riuscirà a fare il proprio dovere, se tutti saremo concentrati sulla ripresa, sulla riduzione delle disuguaglianze e, soprattutto, sull’impegno comune a lasciare alle nuove generazioni un futuro più giusto, con maggiori opportunità” (David Sassoli nella prefazione al volume Donato Benedicenti, Verso casa. Il lungo viaggio dell’Europa per ritrovare sé stessa, LUISS University Press, 2022).

Anche per questa ragione, il Comitato paritetico Ministero dell’Istruzione – EIP Italia ha scelto di assegnare il Premio internazionale “E.I.P. Jacques Műhlethaler”, intitolato al fondatore di E.I.P. internazionale (destinato alla scuola che realizza una proposta didattica finalizzata all’azione di pace per unire le persone e i popoli) al cortometraggio Di terra e di mare realizzato dagli studenti dell’IISS “Bazoli-Polo” di Desenzano del Garda (BS)

Il diritto-dovere alla memoria: per non dimenticare

Rinnovato il portale della Rete degli archivi per non dimenticare: uno strumento eccellente per promuovere l’esercizio del diritto-dovere alla memoria.


Nella mattinata del 15 marzo è stato presentato il nuovo portale della Rete degli archivi per non dimenticare con un incontro presso la Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma: un progetto fortemente voluto dal Direttore generale degli Archivi Anna Maria Buzzi.

La direttrice dell’Archivio di Stato di Roma, Maria Beatrice Benedetto ,ha ricordato come lo studio scientifico di carattere archivistico, con lo scopo di conservare e digitalizzare i documenti, ha in profondità il significato di promuovere la partecipazione dei cittadini alla condivisione di una memoria civilmente schierata.



Due pensieri, in particolare, hanno accompagnato la mattinata.

Da una parte il principio affermato dal magistrato Giovanni Tamburino, che ha ricordato che “Non c’è giustizia senza verità e non c’è verità senza memoria”, sottolineando il valore giuridico profondo della memoria, come garanzia dei principali diritti umani.

Dall’altra il riferimento di Benedetta Tobagi, denso di significato autobiografico, al fatto che dalle ferite, anche da quelle inferte alle istituzioni democratiche, emergono le crepe da cui può emergere la luce.

All’interno del del nuovo portale, rinnovato con l’importante contributo della Archivio Flamigni nella persona del direttore Ilaria Moroni, una parte considerevole è dedicata alla scuola, con la proposta di percorsi e progetti per il lavoro didattico. Come, ad esempio, quello degli studenti del Liceo scientifico “Talete” di Roma.

Ogni giorno il portale riporta un avvenimento collegato al Calendario della memoria.

Fatalmente, oggi, 16 marzo, viene riportato il ricordo della strage di via Fani, con il sequestro e il successivo assassinio di Aldo Moro.



Per la nostra Associazione è l’occasione per ricordare l’ultima pubblicazione curata dalla cara Adele Terzano, venuta a mancare nello scorso mese di ottobre.

Un volume dedicato a Giulio Rivera, giovane di Guglionesi (CB) scomparso nell’attentato ad Aldo Moro, il 16 marzo 1978, a 24 anni, mentre svolgeva il suo compito di agente di scorta



Il libro è stato curato da Adele come un atto di testimonianza in memoria del giovane carabiniere.

“Una comunità che perde un suo membro prematuramente si sente mutilata, come un albero senza radici e senza foglie. Si resta divisi tra il ricordo che genera dolore e il voler dimenticare per sperare di guarire. Accorre allora in aiuto l’arte della parola, che mette le cose al loro giusto posto nell’eterno scorrere del tempo. La parola è qui espressa in poesie e testimonianze scritte da quanti, nella sua città natale, hanno conosciuto Giulio Rivera e con lui hanno attraversato un tratto della vita. I testi e le immagini che li accompagnano conducono il lettore a fare memoria del giovane eroe, ripercorrendo attraverso la sua storia, alcuni fatti drammatici che hanno interessato” (dalla Presentazione).

La Presidente Anna Paola Tantucci così riflette sul diritto-dovere alla memoria:

Il “diritto/dovere alla memoria” rappresenta un diritto umano di ogni persona che abbia a cuore le proprie radici, la propria identità. Se non avessimo la memoria non sapremmo chi siamo. L’identità personale è fondata sulla memoria, sulla propria autobiografia, su quella delle persone che ci sono care e che amiamo per la nostra storia personale. 

Ma vi è un’ altra forma di memoria che è quella collettiva, comune ad un popolo, ad un gruppo sociale, ad una comunità ristretta. 

Mentre la memoria personale ha prevalentemente una dimensione affettiva, la memoria collettiva rappresenta anche un fenomeno culturale: è il risultato di una costruzione umana guidata dalle aspettative, dalle idee, dagli obiettivi specifici che ciascuno sviluppa nella propria esistenza; una costruzione che investe eventi, luoghi, oggetti, immagini di una storia che non è più solo personale, ma che assume un valore emblematico di ricordo condiviso.

Se volessimo ascrivere questo diritto a quelli espressi nella Dichiarazione universale del 1948, potremmo fare riferimento sicuramente al diritto all’istruzione, “indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana” (articolo 26). Ma credo che possiamo riferirci alla libertà di pensiero e di espressione (articolo 18 e 19), al diritto alla partecipazione (articolo 21 e 27).

Il ruolo dell’archivio oggi è fondamentale per le ricadute, metodologiche e applicative, che la progressiva affermazione di una cultura digitale ha avuto, ha e potrà avere sul delicato ecosistema della costruzione e gestione della memoria. Ecosistema inteso non come statico monumento al passato, ma come strumento dinamico per l’esercizio di valori e contenuti, di estrema utilità alla comprensione e agli sviluppi della società contemporanea. 

La scuola, nel suo ruolo formativo per la comprensione critica della storia, può avvalersi della collaborazione con gli Archivi per la conoscenza e la disseminazione dei preziosi documenti autentici conservati e per la costruzione della coscienza civile dei giovani.

Un compito che trova il suo ambito privilegiato nell’Insegnamento dell’Educazione civica, recentemente promosso della Legge 92/2019, ma già introdotto nella scuola italiana del dopoguerra, da Aldo Moro, Ministro della Pubblica Istruzione nel 1957 e 1958.

La sua prospettiva, fin dai tempi dell’Assemblea costituente era quella di “rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano”.

Parole che risuonano come ammonimento tragico di fronte alle testimonianze di una storia italiana fatta anche di “terrorismo, stragi, violenza politica, movimenti e criminalità organizzata”, raccolte dalla rete degli Archivi.

Perché le speranze di allora non siano semplicemente sostituite dalla paura dell’oggi, ma possano essere un orizzonte raggiungibile e una luce nel buio per i giovani (come ricorda Edith Bruck in una recente intervista) ritengo che la strada principale sia costituita dalla possibilità di costruire alleanza educativa tra scuole, istituzioni e associazioni che hanno a cuore, tramite l’esercizio della memoria, la costruzione di una società umana migliore.