Pensieri dalla Cerimonia di premiazione del Concorso Salva la tua lingua locale sezione scuola
Tanti studenti, con docenti, genitori e dirigenti, insieme ai rappresentanti locali e nazionali di UNPLI hanno animato il Salone d’Onore del Museo delle Civiltà nella mattina di giovedì 10 aprile per la Cerimonia di premiazione della decima edizione del Concorso “Salva la tua lingua locale” sezione scuola, ideato e promosso fin dalle sue origini da EIP Italia insieme a UNPLI e ALI Lazio.
L’accoglienza del Direttore del Museo, Andrea Villani, è stata calorosa: “Il Museo è vostro!” ha detto a tutti i presenti, sottolineando la specificità del luogo come casa del patrimonio materiale e immateriale e ricordando il lavoro del Presidente della Giuria Elio Pecora che, alla fine degli anni Ottanta, curò e diresse per il dipartimento Scuola-Educazione della RAI una lunga serie di trasmissioni dedicate alla fiaba popolare italiana nelle raccolte dell’Ottocento, partendo proprio dal patrimonio presente nel museo. Le storie per l’infanzia sono confluite in una raccolta pubblicata nel 1992 e da poco riedite.
Ad aprire la giornata i saluti dei promotori e delle autorità. Tra gli altri la Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti ha sottolineato il valore della tutela dell’italiano e delle lingue locali come veicoli della cultura, seguita dal Presidente di ALI Lazio Luca Abbruzzetti, dalla Presidente della Commissione Bilancio di Roma Capitale Giulia Tempesta, dal rappresentante del Comitato dei garanti del Concorso Bruno Manzi e da Anna Paola Tantucci, coordinatrice della Giuria e vera promotrice del coinvolgimento di scuole da tutte le regioni italiane.
Oltre 20 le scuole premiate provenienti da regioni distribuite da nord a sud alle isole, hanno regalato suoni e significati di tante lingue diverse: friulano e procidano, nocese e napoletano, molisano e siciliano, comasco e romanesco, catanese e boianese, novarese e ladino, tursitano e ciociaro.















La lingua e il linguaggio portano in evidenza i significati, frutto del lavoro didattico svolto in classe che testimonia i temi e i valori a cui studenti e insegnanti si sono dedicati.
Tra gli altri ricordiamo Tra mari e stiddi, struggente brano vincitore della sezione musica, una composizione originale (docente Antonio Putzu) cantata da Giada Di Maria, della classe II B dell’ICS Margherita di Navarra di Monreale (PA) dedicata ai troppi migranti morti nella traversata del Mediterraneo.
Canta forti, canta ancora
Non chiù sangu, chianti e guerra
Troppi ciuri n’funnu o mari
Troppi lacrimi posanu n’terra
Canta forte, canta ancora
non più sangue, pianti e guerra
troppi fiori in fondo al mare
troppe lacrime cadono per terra
O l’ironica Io so’ diverso di Beatrice Bonanni, Manuel Laudonio e Serena Moraru della classe 2 BT dell’Istituto di Istruzione Superiore Via dei Papareschi di Roma che ritrae in modo paradossale alcuni tratti di gentilezza
Io so’ diverso perché dico: “È permesso?”
Prima de apri la porta de ‘na stanza, (…)
Io so’ diverso, quanno arrivo saluto
E parimenti quanno vado via, (…)
Io so’ diverso perché sopra la Metro
M’arzo si quarcuno che abbisogna, (…)
Io so’ diverso ma no de certo mijore,
Me sforzo a usà la bbona creanza,
Faccio tante frescacce e quarche erore
De cui me scuso e chiedo pirdonanza.
E, infine, In therca di pace poesia di Greta Bonato, classe IV B Liceo Scienze umane dell’Istituto di Istruzione Superiore G.A. Pujati di Sacile (PN) che constata amaramente come dopo ottant’anni dall’ultima guerra mondiale si continua a sparare.
El problema l’è voler la pase par davero
canbiar le robe in tel nostro picol,
no continuar a impinir el zimitero.
Par tute le creature, dal pi debol al mondo intiero,
la pase la dovarie eser come un sol
che nol tramonta mai, co tut el cuor ghe spero.
Il problema è volere la pace per davvero
cambiare le cose nel nostro piccolo,
non continuare a riempire il cimitero.
Per tutte le creature, dal più debole al mondo intero,
la pace dovrebbe essere come un sole
che non tramonta mai, con tutto il cuore ci spero.