La Giornata si celebra ogni anno il 10 dicembre, il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato, nel 1948, la Dichiarazione universale dei diritti umani
“All human beings are born free and equal in dignity and rights.”
The iconic opening sentence of the Universal Declaration of Human Rights is as important today as it was when it was adopted 75 years ago.
The Universal Declaration is a roadmap, helping to end wars, heal divisions and promote lives of peace and dignity for all.
But the world is losing its way. Conflicts are raging. Poverty and hunger are increasing. Inequalities are deepening. The climate crisis is a human rights crisis that is hitting the most vulnerable hardest.
Authoritarianism is on the rise.
Civic space is shrinking and the media is under attack from all sides.
Gender equality remains a distant dream and women’s reproductive rights are being rolled back.
Today, it is more important than ever to promote and respect all human rights – social, cultural, economic, civil and political – which protect us all.
The Universal Declaration shows the way to common values and approaches that can help resolve tensions and create the security and stability our world craves.
As we work to update global frameworks and make them more effective in the 21st century, human rights must have a unique and central role.
I call on Member States to use this 75th anniversary, and the Summit of the Future next year, to strengthen their commitment to the timeless values of the Universal Declaration.
And on Human Rights Day, I urge people around the world to promote and respect human rights, every day, for everyone, everywhere.
António Guterres
UN Secretary-General
Il 10 dicembre 2023 si celebrerà il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. In vista di questa celebrazione fondamentale, a partire dalla Giornata dei diritti umani di quest’anno, le Nazioni Unite lanciano una campagna di un anno per presentare la Dichiarazione universale concentrandosi sulla sua eredità, rilevanza e il suo potere di attivismo.
I messaggi chiave della Campagna sono i seguenti:
La Dichiarazione universale dei diritti umani sancisce i diritti di tutti gli esseri umani in quanto tali.
In quanto “standard comune di realizzazione per tutti i popoli e tutte le nazioni”, l’UDHR è un progetto globale per le leggi e le politiche internazionali, nazionali e locali e un fondamento dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
La Dichiarazione universale dei diritti umani ha ispirato molte lotte per una maggiore protezione dei diritti umani e li ha aiutati a essere maggiormente riconosciuti.
Quando e ovunque i valori dell’umanità vengono abbandonati, siamo tutti maggiormente a rischio. Le soluzioni alle più grandi crisi odierne sono radicate nei diritti umani.
Dobbiamo difendere i nostri diritti e quelli degli altri.
Abbiamo bisogno di un’economia che investa nei diritti umani e lavori per tutti.
“Se la cura è un diritto umano allora non c’è altra strada che curare tutti, senza discriminazioni, curarli al meglio e gratuitamente.”
Gino Strada, Una persona alla volta
“Non c’è giustizia climatica senza diritti umani”
National Geographic
“noi dobbiamo convincerli che la vita vale
una vita soltanto più di una multinazionale
noi dobbiamo convincerli che la strada buona
è il rispetto totale dei diritti di una persona”
Jovanotti, La vita vale
Con le mani appena giunte
La preghiera di Alessandro Bergonzoni per la pace
In questa manifestazione organizzata dal Portico della Pace di Bologna e da altre associazioni, mi rivolgo a lei Lafram capo della comunità islamica, a lei De Paz presidente della comunità ebraica di Bologna e a lei Cardinale Zuppi, da tifoso dell’unica squadra che seguo, l’Inter religioso: lo faccio per ripetere ciò che dico da tempo: religioni scambiatevi le fedi per sposare un’idea, quella della Pace, per coniugare, come fanno già tante vittime “civili” apparentemente avverse, torto e ragione e viceversa (che è il contrario di ogni vendetta mai giustamente degna), in questa occasione che non vorrei più unica ma abituale, anche e soprattutto durante la pace se tornerà e per una totale alterità.
Il contrario di guerra non è pace ma amore. Il contrario di amore non è odio ma morte, il contrario di civili è vili militari. Il contrario di vita non è morte ma violenza, paura di essere convertiti e brama di convertire. Il contrario di stupro continuo è disarmo di tutti gli uomini. Facciamo come stanno facendo tanti padri e tanti madri che non dividono la terra in parti, ma uniscono i propri bambini nati differenti ma morti gemelli. Veri parenti di sangue, versato, figli d’ognuno di noi esseri gemelli, uniti da una linea di “nonfine” che non è l’identità ma l’identicità assoluta.
Dico spesso che si uccide con la mano destra e con la mano sinistra ma anche con la terza mano la mancanza (di mediazione, trattative, ascolto, perdono, visione, sovrumanità e bene). Allora prendete nelle vostre mussulmani le nostre mani e anche le ottomani, perché non c’è una sola stella blu ma anche una verde accanto alla mezza luna, e non fateci una croce sopra, cancellando tutto, tenetela vicino come un segno “più” che si somma agli altri e a tutto: il sommo e il sacro d’ognuno. Stanno nello stesso cielo sopra lo stesso pianeta, da occidente a oriente (se non diventa la stessa guerra, con gli stessi prigionieri, gli stessi moventi, rancori atavici e pretesti).
Che non si dica più che c’è qualcosa sotto, stanchi di non vedere niente di nuovo sotto il sole: è solo perché non sappiamo ancora guardare sopra ad esso. Liberiamo ogni ostaggio di ora e quelli di sempre, non ostruiamo, costruiamo. Magari una sinagoga dentro ad una chiesa che stia in una moschea. Architettura divina arte del cosmo. La memoria del passato di ogni popolo è importante certo, ma necessaria come l’evitare la moria e cominciare a cooperare sulla memoria del futuro.
Fatelo anche voi, non solo per favore o per piacere, per mercati, strategia e potere,ma per diritto e bellezza universale. Credere? Ognuno al proprio grande Chi. Obbedire? Meglio dire istruire, custodire, capire, restituire, lenire, favorire e senza più ire. Combattere? Meglio nonbattere. C’è solo un organo che batte continuamente senza uccidere nessuno o vincere si chiama cuore. Questo ci convinca (la scienza conferma che lo abbiamo tutti uguale ,con nessuna bandiera piantata nel costato, come quelle che non ci sono a Bologna, se non bianche o arcobaleno, che nasce da quel bianco che non è resa ma rende l’idea).
Si chiama cuore? Chiamiamolo anche noi, risponderà. È questione poetica non etica. Non si può più aver paura allora di essere versi, versetti e fatti di versi. Questione di stile non ostile. Questo riguarda tutti i popoli in guerra da sempre, ma riguarda pure noi anche se non in guerra (?) e quel che ci riguarda ci sta dicendo che per un po’ ci riguarda ancora poi non ci riguarderà più. Le troppe ossessive distinzioni portano all’estinzione totale, anatomica e atomica. Allora vi preghiamo con le mani appena giunte che ci arrivano di continuo da tutte le vittime: che nessuna fede sia fedifraga, non le tradisca uccidendole per la seconda volta, anima compresa.
Credo in questo vostro e nostro pensiero congiunto di vera congiuntivite che vorrei leggeste insieme, nessuno prima dell’altro, a tre voci. Tre, numero perfetto: per per non primeggiare nè sopraffarsi o sentirsi migliore.
http://www.repubblica.it – 6 dicembre 2023 – ore 9.45
https://www.repubblica.it/cultura/2023/12/06/news/alessandro_bergonzoni_con_le_mani_appena_giunte-421584942/
Qui trovi il Bando per il 52 Concorso Nazionale EIP Italia
“Ogni individuo e ogni organo della società … si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e queste libertà..”
Preambolo alla Dichiarazione
Qui il Manuale del Consiglio d’Europa per l’educazione ai diritti umani