A Roma, nel quartiere Monteverde, la cerimonia di intitolazione del Parco.
“Tra natura e cultura” è stato il titolo della Cerimonia di inaugurazione del Parco dedicato alla memoria di Eugenia Bruzzi Tantucci e Vittorio Tantucci, svoltasi il giorno 6 giugno nel quartiere Monteverde di Roma.
EIP Italia e la Presidente Anna Paola Tantucci sono i promotori di tutto il (lungo) percorso che ha portato ad interventi di riqualificazione dell’area e all’intitolazione dello spazio a due persone che “hanno onorato il nostro Paese e appartengono alla memoria collettiva“.
Le autorità presenti, il Presidente del Municipio Roma XII Elio Tomassetti con gli assessori e, per delega del Sindaco, l’assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor, hanno sottolineato il valore civico della giornata, esprimendo l’impegno dell’Amministrazione a sostenere attività di promozione culturale e riqualificazione urbana grazie a questo Parco.
Così si sono espressi, tramite i canali social:
“I progetti riguardanti il parco prevedevano una serie di interventi già a partire dal 2021. In quell’occasione il progetto prevedeva l’apertura di un’area giochi per i bambini e una fitness. Tuttavia era presente una criticità macroscopica con l’area giochi posta più vicina a via Tarra e con l’area centrale del parco ancora da sfalciare. La prima bonifica effettuata ha riscontrata in seguito la presenza di uno scantinato presente nello strato sottostante del suolo.
In seguito a verifiche approfondite, per una questione di sicurezza, lo scantinato è stato riempito e sigillato definitivamente con la collaborazione della Protezione Civile e dell’assessora comunale Ornella Segnalini. Abbiamo poi proseguito con gli sfalci e le potature per riaprirlo alla cittadinanza.
Ora che il parco è agibile e restituito alla cittadinanza, l’intenzione del Municipio è quella di far installare un piccolo chiosco, con orari compatibili alla tranquillità dell’area, per aggiungere uno spazio di socializzazione che sia anche un presidio di sicurezza” (pagina Facebook di Elio Tomassetti).
“Questa mattina ho partecipato alla cerimonia di intitolazione ai coniugi #tantucci del parco di via Giulio Tarra, a Monteverde.
Vittorio Tantucci è l’autore più conosciuto dai liceali italiani di almeno tre generazioni. La sua sintassi di latino è stata la prima del dopoguerra e il suo manuale “Urbis e orbis lingua” è stato diffuso in centinaia di migliaia di copie ed è tutt’ora adottato in molte scuole. Morì nel 1962 a soli 47 anni, quando però aveva già ottenuto la medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione e quella della Presidenza della Repubblica per i benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.
Con lui sua moglie, Eugenia Bruzzi Tantucci, ha condiviso l’amore per la cultura e per il mondo della scuola; è stata docente e preside di istituti secondari superiori, pubblicista, critica letteraria, segretaria dell’Unione Lettori Italiani, autrice di libri in prosa e poesia. E ha collaborato con il marito nella stesura dei manuali.
Dedicare uno spazio verde a due grandi diffusori della cultura tra i giovani è particolarmente significativo, anche per il ruolo che Eugenia Tantucci ebbe nella promozione dei beni naturali oltre che culturali. A lei si deve il salvataggio dalla speculazione edilizia di Macchia Grande a Fregene, poi divenuta un’oasi protetta del WWF. Partecipò anche alla fondazione del Ministero dei Beni Culturali nel 1975 e ideò la Settimana dei Beni Culturali che continua anche oggi ad avere molto successo.
È stato un grande onore per me partecipare alla cerimonia di intitolazione insieme ai figli Anna Paola ed Enrico e al presidente del #MunicipioXII, Elio Tomassetti” (pagina Facebook di Miguel Gotor).











Intensi gli interventi di Enrico Tantucci, Antonio Augenti, Elio Pecora e Lina Lo Giudice Sergi, uniti nel ricordo.
La partecipazione di amici, famigliari, studenti delle scuole del quartiere, studenti vincitori dei Concorsi promossi da EIP (Certamen latinum Vittorio Tantucci e Premio letterario Eugenia Bruzzi Tantucci) e di tante cittadine e cittadini, anche latori inaspettati di ricordi personali, ha reso speciale la giornata, il cui significato è sintetizzato nelle parole con cui Anna Paola Tantucci ha voluto raccontare le ragioni profonde:
“L’intitolazione di luoghi a persone che hanno onorato il nostro Paese e appartengono alla memoria collettiva rappresenta un dovere civile delle Istituzioni e un nutrimento del cuore e dello spirito per tutti i cittadini.
Ho sempre ritenuto che l’accesso alla memoria rappresenti un vero e proprio “diritto umano”, perché ogni essere umano possa conoscere le proprie radici e fondare la propria identità: se non avessimo la memoria non sapremmo chi siamo.
Per questa ragione l’Associazione Ecole Instrument de Paix Italia, di cui sono Presidente e che è tra i promotori dell’odierna cerimonia, ha scelto di dedicare il Prix International “Jacques Mühlethaler” 2022 pour la Paix et les droits de l’homme a Edith Bruck, per il libro Il pane perduto, (La nave di Teseo, 2021) “nel quale il pane assume il duplice significato di ricordare, nell’immane tragedia della Shoà, la dimensione affettiva e familiare e l’impegno a non perdere il nutrimento della memoria”. E ogni anno propone agli studenti, nell’ambito del proprio Concorso nazionale giunto alla 51esima edizione, una sezione intitolata “I ricordi della memoria”, dedicata al martire Salvo d’Acquisto.
Il tema della “memoria” non è solo una questione storica, sociale o filosofica, ma è radicato profondamente nelle profondità dell’uomo, che ha il terrore di dimenticare e di essere dimenticato.
Il nostro desiderio di immortalità è forte e sentito. Nella nostra letteratura è presente in modo ricorrente l’espressione di questo profondo desiderio di non essere dimenticati.
Come nella richiesta di Ciacco a Dante, nel VI Canto dell’Inferno:
“Quando tu sarai nel dolce mondo priegoti che alla mente altrui mi rechi”.
O come nei versi di Ugo Foscolo ne I Sepolcri:
“Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani; e spesso per lei si vive con l’amico estinto e l’estinto con noi”.
Per queste ragioni abbiamo la consapevolezza di utilizzare il termine “memoria” con riferimento a due diversi livelli.
L’identità personale è fondata sulla memoria, sulla propria autobiografia, su quella delle persone che ci sono care e che amiamo per la nostra storia personale.
Ma vi è un’altra forma di memoria che è quella collettiva, comune ad un popolo, ad un gruppo sociale, ad una comunità ristretta.
Mentre la memoria personale ha prevalentemente una dimensione affettiva, la memoria collettiva rappresenta anche un fenomeno culturale. E’ il risultato di una costruzione umana guidata dalle aspettative, dalle idee, dagli obiettivi specifici che ciascuno sviluppa nella propria esistenza; una costruzione che investe eventi, luoghi, oggetti, immagini di una storia che non è più solo personale, ma che assume un valore emblematico di ricordo condivisi.
A livello personale, vivo oggi con emozione profonda entrambi questi aspetti, sapendo di aver ricevuto il dono di genitori che sono stati la radice della vita personale dei miei fratelli e mia e, contemporaneamente, la radice per la crescita culturale e sociale del nostro Paese, con una particolare attenzione al mondo della scuola, unico e vero strumento di salvezza per tutti e per ciascuno”.