Il nuovo dossier di Libera fotografa un paese in cui il malaffare raddoppia e si fa “sistema”. Ecco perché la lotta alla corruzione è una battaglia per i diritti umani.
“La corruzione non è un reato senza vittime. Le vittime siamo tutti noi, ogni volta che un diritto viene trasformato in un favore.”
In occasione della Giornata Internazionale contro la Corruzione (9 dicembre), l’associazione Libera ha diffuso il dossier “Italia sotto mazzetta”, scattando una fotografia impietosa del nostro Paese. I dati del 2025 non lasciano spazio a interpretazioni rassicuranti: la corruzione in Italia non sta arretrando, anzi, si sta evolvendo, diventando più capillare, “creativa” e sistemica.
Per chi si occupa di educazione ai diritti umani, questi numeri non sono solo statistiche giudiziarie: sono la misura esatta di quanto spazio viene sottratto alla democrazia, all’uguaglianza e alla giustizia sociale.
I numeri del Dossier 2025: un’escalation allarmante
Il monitoraggio di Libera, che copre il periodo dal 1° gennaio al 1° dicembre 2025, rivela un raddoppio delle inchieste rispetto all’anno precedente:
– 96 inchieste censite (erano 48 nel 2024);
– 1.028 persone indagate (contro le 588 dell’anno prima);
– 49 procure impegnate in 15 regioni diverse.
Se il Sud Italia, con Campania, Calabria e Puglia, registra i numeri più alti in termini assoluti, il Nord non è affatto immune. Liguria e Piemonte guidano la triste classifica settentrionale, dimostrando che il “virus” della tangente non conosce confini geografici.
Dove si annida il malaffare?
La corruzione raccontata da Libera non è quella del funzionario isolato che accetta una bustarella. È una corruzione “industriale”, organizzata da veri e propri comitati d’affari capaci di orientare appalti e decisioni pubbliche. I settori colpiti sono quelli che dovrebbero garantire i diritti fondamentali dei cittadini:
Sanità: mazzette per appalti e forniture, sottraendo risorse alla cura delle persone.
Ambiente: gestione illecita dei rifiuti, con danni incalcolabili alla salute pubblica.
Istruzione: concorsi universitari truccati e servizi di mensa scolastica svenduti al ribasso.
Cittadinanza: persino il diritto di essere riconosciuti come cittadini è stato mercificato, con casi di false residenze vendute in cambio di denaro.
La corruzione come violazione dei Diritti umani
Perché un’associazione per i diritti umani deve preoccuparsi di questi dati? Perché la corruzione è il principale nemico dell’uguaglianza.
– viola il diritto alla salute: ogni euro sottratto alla sanità pubblica per arricchire un privato è un servizio in meno per chi ne ha bisogno.
– viola la meritocrazia e il lavoro: quando un concorso è truccato, il diritto al lavoro basato sulle competenze viene cancellato dal privilegio e dalla fedeltà al sistema criminale.
– mina la fiducia: la corruzione spezza il patto sociale tra cittadini e istituzioni, alimentando rassegnazione e cinismo.
Educare alla responsabilità: la risposta della Società civile
Di fronte a una corruzione che si fa “sistema”, la risposta non può essere delegata solo alla magistratura. Serve un “monitoraggio civico” diffuso. Il rapporto di Libera ci invita a non essere spettatori passivi. Strumenti come il Whistleblowing (la segnalazione di illeciti) o servizi come Linea Libera (il numero per segnalare condotte corruttive) sono armi potenti nelle mani dei cittadini.
Educare alla legalità significa oggi educare al coraggio della denuncia e alla pretesa della trasparenza. Significa insegnare che la “mazzetta” non è un modo furbo per saltare la fila, ma un muro che chiude la strada al futuro di tutti.
Come ricorda Don Ciotti: “La corruzione è una povertà morale che genera povertà materiale e sociale”. Combatterla è il primo passo per restituire dignità e diritti al nostro Paese.
Per approfondire i dati e leggere il report completo, visita il sito ufficiale di Libera: www.libera.it