Un monito contro l’indifferenza: il 6 marzo la Giornata europea dei giusti
Il 6 marzo, in occasione della Giornata Europea dei Giusti, si riflette sul risvolto della medaglia dell’orrore: mentre milioni di persone venivano vittime del genocidio e della persecuzione, alcuni individui, spesso anonimi, hanno messo a rischio la propria vita per opporsi alla barbarie, mostrando un coraggio che va oltre l’ordinario.
Questi Giusti tra le Nazioni sono stati coloro che hanno lottato contro il buio dell’odio e della violenza, rischiando tutto per salvare vite innocenti.
La Giornata Europea dei Giusti, istituita nel 2012 dal Parlamento europeo su proposta di Gariwo, la Foresta dei Giusti, celebra e onora questi individui che, con responsabilità individuale, si sono opposti ai crimini contro l’umanità e ai totalitarismi, estendendo il concetto di Giusto, originato da Yad Vashem grazie a Moshe Bejski, a tutti i genocidi e totalitarismi.
Ogni anno, il 6 marzo, in memoria della morte di Moshe Bejski, viene celebrata questa giornata come monito contro l’indifferenza, per ricordare che il coraggio di pochi può fare la differenza anche nei periodi più oscuri della storia.
Proposte di intervento didattico
a curia di Italia Natalina Martusciello
VIDEO
A-L’altra faccia della medaglia
Questo video spiega in pochi minuti chi sono i Giusti tra le Nazioni, coloro che hanno rischiato la propria vita per salvare gli ebrei durante l’Olocausto, dimostrando coraggio e umanità in un periodo di oscurità. Questi individui, provenienti da diverse nazioni e contesti, hanno scelto di agire contro l’odio e l’indifferenza, portando luce nei momenti più bui della storia. La loro memoria è oggi un faro di speranza e un esempio di resistenza contro l’ingiustizia.
B-Passato e Presente: Italiani, Giusti tra le nazioni
Gli italiani “Giusti tra le nazioni” riconosciuti da Yad Vashem, il grande memoriale dell’Olocausto dello stato di Israele, sono 714 su un totale di 27.362 in 51 Paesi di tutto il mondo. Persone che rischiarono in prima persona per salvare vite umane.
Gli ebrei presenti in Italia nel settembre 1943, il periodo in cui ebbe inizio la Shoah nel nostro Paese, erano oltre 38 mila, di cui circa 33 mila italiani e 5 mila stranieri.
Di questi, 7 mila furono deportati, mentre circa 31 mila non subirono né arresti né deportazioni. Una percentuale elevata rispetto a molti Paesi d’Europa, che non può essere ricondotta alla sola opera di salvataggio compiuta dai Giusti italiani.
Ma chi sono i non ebrei italiani che hanno rischiato la propria vita per salvare gli ebrei dalla Shoah, compiendo imprese eroiche tali da essere riconosciute dalla Suprema corte israeliana ed essere, per questo, insigniti del titolo di “Giusti”? Hanno agito individualmente o all’interno di reti più estese e organizzate?
C-Intervista al figlio Giancarlo e alla nipote Antonella di Massimo Tosti
DOCUMENTAZIONE
LETTURE
A-I Giusti dello sport
Storie di atleti che hanno scelto il bene, dalla shoah al tempo presente.
B- La storia di Osman Carugno: l’unico Giusto tra le nazioni di origine molisana.
C- Intervista a Giuseppe Altamore autore di “A testa alta” nel quale l’autore rievoca la figura di Massimo Tosti.

https://www.yadvashem.org/righteous.html
Nel 1953, la Knesset, il Parlamento israeliano, ha adottato una legge concernente la memoria dei Martiri e degli Eroi e ha deciso di fondare un’istituzione ebraica universale sul Monte della Rimembranza (Har HaZikaron) a Gerusalemme, il Memoriale di Yad Vashem. Uno dei compiti assegnati a Yad Vashem è quello di rendere omaggio e commemorare i «Giusti tra le Nazioni, che rischiarono la vita per salvare degli ebrei».
La definizione «Giusto tra le Nazioni», è tratta dalla letteratura talmudica (trattato Baba Batra, 15,2).
Nel corso delle generazioni, essa è servita a designare qualsiasi non ebreo che dimostra un comportamento positivo verso gli ebrei.
Yad Vashem conferisce il titolo di «Giusto tra le Nazioni» ai non ebrei che durante la Shoah, disinteressatamente e a loro rischio e pericolo, salvarono la vita agli ebrei. Il titolo viene assegnato sulla base della testimonianza dei sopravvissuti o di testimoni oculari o su documenti attendibili.
In forte contrasto con il regime nazista, che ha istituito i campi di concentramento dove le vittime venivano spogliate della loro umanità, alcune persone eccezionali, i «Giusti tra le Nazioni», si sono opposte al regime e agli atti disumani da esso perpetrati.
Questa gente spesso cerca di sminuire l’importanza delle proprie azioni dicendo di aver fatto solo il proprio dovere di essere umano. Quasi dappertutto il numero dei casi di soccorso rappresenta una percentuale minima, una goccia d’acqua nel mare delle sofferenze e degli assassini, ciò non di meno quello che hanno fatto i «Giusti tra le Nazioni» è incomparabile.
Per il fatto di aver salvato degli innocenti, hanno il merito di aver salvaguardato in qualche misura la dignità umana.
Il salvataggio costituisce un importante capitolo nella memoria collettiva di un’epoca segnata dall’orrore e dalla caduta dei valori della civiltà europea come mai era accaduto prima. Esso rappresenta un segno di speranza e una lezione esemplare per l’avvenire.
Coloro che vengono riconosciuti «Giusti tra le Nazioni», sono invitati a una cerimonia nella quale ricevono una medaglia e un diploma d’onore.
La cerimonia si svolge sia a Yad Vashem, sia nel paese di residenza della persona riconosciuta come Giusto, a cura della missione diplomatica israeliana. I Giusti, oppure i loro rappresentanti, che nei primi anni venivano in Israele, hanno piantato alberi nel Viale dei Giusti a Yad Vashem. Fino a oggi, sul Monte della Rimembranza sono stati piantati migliaia di alberi in loro onore.
Da un decennio, poiché il Monte della Rimembranza è stato completamente ricoperto di alberi, il nome dei Giusti viene inciso sul Muro d’onore eretto a tale scopo nel perimetro del Memoriale.


