L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha promosso una consultazione pubblica dal titolo “Scuola e inclusione: dico la mia”, con l’obiettivo di dare voce ai ragazzi su temi cruciali come l’inclusione e la disabilità nella scuola. I risultati, presentati nel rapporto omonimo, offrono spunti di riflessione significativi e delineano un quadro a luci e ombre sull’attuale situazione
La consultazione, condotta online tramite il portale skuola.net e il sito dell’Autorità garante, ha coinvolto 6.042 ragazzi tra i 14 e i 19 anni, frequentanti diversi tipi di scuola secondaria (licei, istituti tecnici, istituti professionali, scuole medie) e residenti in tutte le aree geografiche italiane. La partecipazione femminile è stata nettamente superiore a quella maschile, un fenomeno già riscontrato in altre consultazioni promosse dall’Autorità garante.
Inclusione e disabilità: il punto di vista degli studenti
Dall’analisi dei dati raccolti emergono diversi punti focali. Innanzitutto, l’indagine ha rilevato che quasi la metà dei ragazzi (46,2%) prova ansia quando entra a scuola, mentre il 16% si sente triste. Attraverso un’analisi delle corrispondenze multiple, è emerso che le ragazze tendono a manifestare maggiormente stati d’ansia, mentre i ragazzi tristezza.
Un altro aspetto critico riguarda il bullismo nei confronti degli studenti con disabilità: il 43,5% dei ragazzi ha dichiarato di aver assistito o di essere venuto a conoscenza di episodi di bullismo, ma il 36,5% non sapeva come comportarsi o a chi rivolgersi. Questo dato sottolinea la necessità di interventi mirati per educare al rispetto dell’altro e alla gestione dei conflitti, nonostante l’istituzione di figure come il docente referente per contrastare il bullismo e il cyberbullismo.
La maggior parte dei ragazzi (69,8%) ha o ha avuto in passato un compagno di classe con disabilità. Tuttavia, non c’è una visione univoca sul processo di apprendimento: il 35,4% lo ritiene individuale, mentre il 29,5% lo vede come un momento che coinvolge tutta la classe.
In merito all’influenza della presenza di studenti con disabilità sull’attività didattica, il 22% dei ragazzi pensa che la presenza di uno studente con disabilità disturbi il normale svolgimento delle lezioni, mentre il 46,5% ritiene che non influisca. Un’analisi delle corrispondenze multiple ha evidenziato una maggiore insofferenza tra i ragazzi rispetto alle ragazze nei confronti della presenza in classe di alunni con disabilità.
Il ruolo degli insegnanti e l’adeguatezza delle strutture
Un altro aspetto cruciale riguarda il ruolo degli insegnanti. Il giudizio degli studenti sugli insegnanti di sostegno e curricolari è negativo: il 50,5% ritiene che i docenti di sostegno preparati siano pochi, mentre il 58% ha la stessa opinione sugli insegnanti curricolari. Questi dati sottolineano la necessità di investire maggiormente nella formazione dei docenti, come evidenziato anche dal fatto che il 64,6% dei ragazzi non ha mai chiesto agli insegnanti come comportarsi con un compagno con disabilità e che solo il 38,2% ha ricevuto indicazioni in merito.
Per quanto riguarda l’adeguatezza degli edifici scolastici, la maggior parte dei ragazzi li ritiene abbastanza adeguati per gli studenti con disabilità fisiche (53,8%), ma meno per quelli con disabilità psichiche (26,8%) e sensoriali (16,2%). In particolare, il 58% ritiene gli edifici scolastici non adeguati per gli studenti con disabilità sensoriali.
L’inclusione oltre la scuola
La consultazione ha indagato anche l’esperienza dei ragazzi con la disabilità al di fuori del contesto scolastico. Il 60,6% ha dichiarato di essere venuto a contatto con ragazzi con disabilità in contesti extrascolastici, come centri estivi, gruppi parrocchiali e associazioni sportive. Tuttavia, solo il 12,8% frequenta spesso un coetaneo con disabilità al di fuori della scuola.
È interessante notare che il 58,7% dei ragazzi ritiene che esistano contesti più inclusivi della scuola, come le associazioni sportive e quelle di volontariato. Questo dato solleva interrogativi su cosa renda questi contesti più inclusivi e su come la scuola possa trarre spunto da essi.
Prospettive future e aree di intervento
Guardando al futuro dei propri coetanei con disabilità, i ragazzi non mostrano una visione univoca: il 20,4% pensa che continueranno un percorso di formazione come gli altri, mentre il 36,2% ritiene che avranno meno opportunità. Il 21,8% teme che corrano il rischio di isolarsi a casa.
In generale, il 51,4% dei ragazzi non ritiene la scuola sufficientemente inclusiva. Le principali aree di intervento individuate sono la formazione degli insegnanti (52,9%), la sensibilizzazione tra pari (36,2%) e l’edilizia scolastica (30,4%).
Conclusioni
La consultazione “Scuola e inclusione: dico la mia” ha messo in luce la necessità di promuovere una cultura dell’inclusione più diffusa e consapevole nella scuola. È emersa una discrepanza tra la percezione che i ragazzi hanno del proprio comportamento come singoli e quella del gruppo classe, a indicare la necessità di rafforzare il senso di comunità e di responsabilità individuale.
È fondamentale investire nella formazione degli insegnanti, nella sensibilizzazione tra pari e nell’adeguatezza delle strutture scolastiche. Ascoltare i ragazzi, cogliere le loro esigenze e stimolare empatia e senso civico sono elementi chiave per costruire una scuola veramente inclusiva, dove ogni studente si senta valorizzato e accolto.
Il percorso verso una scuola inclusiva è ancora lungo, ma i risultati di questa consultazione offrono spunti preziosi per un cambiamento concreto e duraturo. La scuola, come luogo di formazione e crescita per tutti, deve saper accogliere e valorizzare ogni individualità, garantendo a ciascuno pari opportunità e il diritto alla piena partecipazione.