TRA I BANCHI DI SCUOLA SBOCCIA LA LIBERTÀ

I giovani e le Quattro Giornate di Napoli


Nella sala della V Municipalità di Napoli dedicata a Silvia Ruotolo, vittima della camorra, si è svolta il 1° Ottobre una manifestazione dedicata alle Quattro Giornate.  Invitata come rappresentante dell’Associazione EIP Italia (Scuola Strumento di Pace), ho aperto il mio intervento ripercorrendo i momenti cruciali della genesi della nostra associazione, le ragioni che portarono l’imprenditore francese Jacques Mulethaler  nel 1957 a fondarla, le finalità che, da allora, essa persegue con determinazione. Denunciare sempre gli orrori delle guerre e creare le condizioni perché, anche e soprattutto quando le guerre infuriano, si possa costruire la pace: l’EIP si impegna soprattutto su questo terreno.  La centralità assunta dall’educazione e dal mondo della scuola, nonché il ruolo cruciale di un pedagogista del calibro di Jean Piaget, nasce dalla consapevolezza che è in questi luoghi che si formano le coscienze dei bambini e dei giovani, protagonisti della società futura. La definizione dei Principi Universali di Educazione Civica è alla base del progetto costitutivo dell’associazione tant’è che il fine statutario dell’EIP è proprio quello di diffondere nel mondo la conoscenza di quei princìpi: salvaguardia dei diritti umani, cittadinanza democratica, intercultura, difesa dell’ambiente e, soprattutto, costruzione della pace. Istituita nel 1972 a Roma, la sede italiana ha dato vita a una rete di scuole di ogni ordine e grado, diffusa sul territorio nazionale, che coinvolge centinaia di realtà regionali e cittadine, grazie soprattutto all’impegno di docenti che con passione rendono partecipi migliaia di ragazze e ragazzi. Tra i punti di forza di queste attività va ricordato il Concorso nazionale, che, rivolto a diversi ambiti disciplinari, mira a valorizzare e premiare le buone pratiche realizzate nel mondo della scuola. 

Da quanto detto, si comprende come sia stato naturale l’incontro, e poi la collaborazione, tra l’EIP e l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani italiani). La comunanza di intenti e la condivisione dei valori costituzionali hanno fatto sì che da oltre un decennio le due associazioni lavorassero 

insieme nel mondo della scuola. A consolidare tale collaborazione, in occasione dell’Ottantesimo anniversario, su iniziativa della sezione Campania, è stato istituito un premio dedicato alla Memoria delle Quattro Giornate e all’ultimo partigiano, Antonio Amoretti.  Una esperienza memorabile quella della celebrazione dell’Ottantesimo, soprattutto se rivissuta attraverso gli occhi dei tantissimi giovani che vi hanno partecipato entusiasti, facendo vivere alla nostra città una delle più belle pagine di scuola degli ultimi anni. L’impegno profuso da tanti operatori del mondo della scuola, dirigenti, docenti, famiglie a fianco di ragazzi e ragazze di tutte le età, dimostra quanto vivo sia ancora oggi il senso di appartenenza ad una storia che ci rende orgogliosi del nostro passato, ma anche responsabili per il nostro futuro. Gran parte di queste esperienze è stata da me raccolta nel dossier “80° anniversario delle Quattro Giornate, Le Scuole in Primo Piano”, volto a documentarle e a valorizzarle.

Si colloca in questo contesto la proposta di dar vita a una serie di attività progettuali finalizzate al coinvolgimento degli studenti stranieri, sempre più numerosi nelle nostre scuole e nei centri di formazione, solitamente estranei a iniziative incentrate sulla valorizzazione della memoria locale e nazionale. La conoscenza e la consapevolezza dell’esperienza delle “Quattro Giornate” potrebbe costituire, quindi, un’importante occasione per favorire o rafforzare i processi di integrazione sociale e culturale di questi giovani. Questa finalità potrà essere perseguita con maggiore efficacia se si avrà la capacità di far sentire a ciascuno di loro il significato profondo e universale di quelle giornate di lotta – difesa dei diritti e della dignità dei popoli ovunque vi sia oppressione, ovunque vengano negati e offesi – utilizzando forme di comunicazione/linguaggi a loro più consoni, o in cui possano più facilmente riconoscersi, come il linguaggio musicale e cinematografico. In una fase storica caratterizzata dall’affermarsi di sentimenti xenofobi e da politiche anti-immigrazione, in Europa e nel mondo, l’auspicio è che le parole chiave del nostro lessico – accoglienza, inclusione, integrazione, intercultura – ispirino con più vigore di prima i futuri progetti e le azioni che permetteranno di realizzarli.

Elvira D’Angelo
Referente EIP Italia – sez. Campania

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