Il riconoscimento della Giuria giovani assegnato a Edith Bruck in occasione della Cerimonia di premiazione del 18 novembre
A distanza di quasi vent’anni viene pubblicato, con un’intervista inedita, il poemetto Specchi, in cui Edith Bruck ci accompagna in un “luogo” centrale per la sua vita: il salotto con i divani bianchi della casa nel cuore di Roma, che da oltre sessant’anni rappresenta “come un grembo / che mi nutre / protegge / mi avvolge nel suo tepore / in ogni stagione”.
Gli oggetti della casa sono gli specchi che raccontano di lei e della sua vita, elementi esterni che, pur non partendo dalla “pancia”, sanno raccontare di lei.
Le “bottiglie orientali di colori e disegni smaltati” sono occasione di un viaggio tra diritti del lavoro violati, preghiere islamiche, cinture esplosive per un attentato in un matrimonio a Gerusalemme, terra promessa, store bibliche come favole raccontate dalla madre morta nelle camere a gas.
Il “vaso antico”, dono del regista del documentario ungherese A Látogatas, porta a pensare alla sua vita “che riguarda molte vite / sulle quali si preferiva tacere / non insegnare a scuola / non parlarne a casa”.
Il ricordo della morte di Moravia, scorto tra i volumi che popolano le librerie di casa, che porta via una parte dell’Italia di Edith, conduce ai pensieri su un futuro in cui i suoi ricordi di testimone “non diranno più niente a nessuno” in un mondo che “pretende di esportare la democrazia / come fosse coca-cola”.
Le tende della finestra “lato corte” conducono al corredo di nozze della sorella maggiore e da lì fino alla condizione dei maschi ebrei espulsi dall’esercito, alle lacrime della madre mentre ricama il “povero corredo / che è stato per primo saccheggiato / quando i gendarmi / bussarono all’alba / e ci cacciarono / dal nostro paese”
E termina con un lungo viaggio, onirico seppure carnale, nel dolore e nella fatica del suo cuore sofferente per l’infarto, vicino alla morte e poi, di nuovo, verso la vita che “sta per tornare bella / quando il respiro è libero / quando il dolore mi dimentica / quando compro i fiori / il pane / lavo i piatti / cucino / scrivo / dormo piede contro piede / dormo mano nella mano / quando guardo la Menorah in cima alla libreria / che veglia la stanza”.
Il Premio della Giuria Giovani viene assegnato con la seguente motivazione:
La poetessa Edith Bruck ci accompagna, con la straordinaria forza delle parole, in un percorso che dall’intimità della propria casa (il salotto con i divani bianchi della casa nel cuore di Roma) passa all’intimità di pensieri ed emozioni, capaci di spaziare tra diritti del lavoro violati, preghiere islamiche, cinture esplosive per un attentato, terre promesse, storie bibliche come favole raccontate dalla madre, morta nelle camere a gas.
Una vita, la sua, “che riguarda molte vite”, pur nella convinzione che in futuro i suoi ricordi di testimone “non diranno più niente a nessuno”, in un mondo che “pretende di esportare la democrazia / come fosse coca-cola”.
Il Premio della Giuria Giovani 2023 riconosce il valore letterario della raffinata scrittura lirica di Edith Bruck, artista e testimone che ha dato ad EIP Italia il privilegio della presenza e di una parola sempre chiara e diretta per studenti e docenti.