Dal messaggio per gli studenti partecipanti al Giubileo del mondo educativo dello scorso 29 ottobre
In occasione del Giubileo del Mondo Educativo, Papa Leone XIV ha rivolto un discorso significativo agli studenti riuniti nell’Aula Paolo VI, delineando una visione per l’istruzione del futuro. L’intervento ha incoraggiato i giovani a non accontentarsi del “vivacchiare”, ma a tendere “verso l’alto”, citando l’esempio di figure come Pier Giorgio Frassati e John Henry Newman. L’educazione è stata presentata come lo strumento più potente per cambiare il mondo e costruire una “generazione plus” che dia una marcia in più alla società. Il Pontefice ha illustrato questo concetto anche attraverso l’analogia delle stelle e delle costellazioni, unendo l’esperienza di ex professore di matematica alla metafora del viaggio, dove l’educazione funge da cannocchiale per guardare oltre.
Il discorso si è focalizzato su tre nuove sfide da affrontare nell’ambito del Patto Educativo Globale, invitando gli studenti ad agire come promotori di verità e costruttori di pace.
1. Educazione alla vita interiore
La prima sfida sollevata dagli stessi giovani è l’educazione alla vita interiore. Il Papa ha evidenziato come la sola conoscenza scientifica non sia sufficiente se non si accompagna alla comprensione di sé e del senso della vita. Ha sottolineato il rischio di un vuoto interiore che può portare a malessere, isolamento, violenza e bullismo, specialmente in una società che tende a trascurare la dimensione spirituale dell’individuo, concentrandosi solo su quella tecnica, sociale e morale. Richiamando il pensiero di Sant’Agostino, il Pontefice ha identificato l’inquietudine umana come una “bussola” che spinge a cercare un significato più grande, esortando ad ascoltare questo desiderio d’infinito anziché fuggirlo o soffocarlo con ciò che non appaga.
2. Educazione al digitale
La seconda sfida riguarda l’educazione al digitale. Riconoscendo le enormi opportunità offerte dalla tecnologia per studio e comunicazione, il Papa ha messo in guardia dal rischio di esserne schiavi. L’invito centrale è a non permettere all’algoritmo di dettare la propria storia, ma ad essere autori consapevoli. L’avvento dell’intelligenza artificiale (AI) è una grande novità del tempo, ma l’intelligenza virtuale non basta: è cruciale coltivare un’intelligenza emotiva, spirituale, sociale ed ecologica. La missione è “umanizzare il digitale”, trasformandolo in uno spazio di fraternità e creatività, non in una gabbia di isolamento o dipendenza. I giovani sono stati incoraggiati a essere “profeti nel mondo digitale” e non semplici turisti della rete, prendendo ad esempio la figura di Carlo Acutis, che ha utilizzato l’informatica per promuovere il bene, dimostrando come il digitale sia educativo quando apre agli altri e concentra l’attenzione su obiettivi più ampi.
3. Educazione alla Pace
La terza e più urgente sfida è l’educazione alla pace. Il Papa ha espresso la forte preoccupazione per un futuro minacciato dalla guerra e dall’odio che generano divisione. La risposta a questo scenario critico è un’educazione alla pace che sia disarmata e disarmante. Questo concetto va ben oltre il cessate il fuoco; richiede un disarmo dei cuori, una rinuncia radicale a ogni forma di violenza e volgarità.
Una tale educazione alla pace ha un impatto profondo sulla giustizia sociale. Essa crea uguaglianza e crescita per tutti perché si fonda sul riconoscimento dell’uguale dignità di ogni persona. Questo principio fondamentale implica l’eliminazione delle disparità educative, contrastando la divisione tra una minoranza privilegiata che ha accesso a scuole costose e la maggioranza che ne è esclusa. La vera pace, pertanto, non è solo assenza di conflitto, ma un fondamento di equità sociale.
Il Santo Padre ha affidato agli studenti il compito di diventare operatori di pace a partire dai loro ambienti quotidiani: in famiglia, a scuola, nello sport e tra gli amici. Questo ruolo di costruttori di pace si manifesta concretamente nell’impegno ad andare incontro a chi proviene da un’altra cultura, abbattendo i muri e promuovendo la fraternità universale. In sintesi, il Pontefice ha voluto sottolineare che la pace non è un’utopia politica, ma un progetto educativo che inizia nel cuore di ogni individuo e si estende alla costruzione di una società più giusta e inclusiva.